martedì 9 agosto 2005

Statue, boschi e dintorni

Che Paese è mai il nostro che non riesce a proteggere adeguatamente il suo patrimonio artistico e naturale?
Se ci pensiamo un attimo, è l’unica risorsa che abbiamo a disposizione senza pagare royalties a nessuno… eppure non riusciamo spesso che a farne scempio!
Le cronache di questi giorni raccontano del turista aggrappato alla statua fiorentina che ne ha mozzato una mano per scattare una foto, dei maniaci che appiccano il fuoco ai boschi perché non sanno come smaltire le ferie…Tanta indignazione momentanea ma la consapevolezza che tutto rimarrà come prima e che altrettanta indignazione dovrà essere spesa al prossimo episodio di vandalismo ambientale.
In tempi di guerra al terrorismo, queste cose sembrano delle inezie ma è la lente deformata dell’informazione mediatica che ce le fa sembrare così. Qualcuno dovrebbe pur spiegarci perché non va considerato terroristico il comportamento di chi riduce in cenere migliaia di ettari di bosco, infliggendo danni irreversibili al patrimonio naturale del nostro Paese. Certo, dietro non c’è sempre un disegno criminoso (anche se in alcuni casi, la cosa andrebbe attentamente valutata) ma la semplice pazzia di un singolo o di una banda di balordi o malfattori; ma questo non mitiga le conseguenze gravissime sul nostro ambiente.
Il fatto è che continuiamo a considerare mari, boschi, paesaggi come accessori delle nostri estati o al massimo dei nostri fine settimana, mentre per il resto dell’anno essi semplicemente non esistono.Sembra che gli Italiani siano molto bravi a gestire le emergenze; non altrettanto a portare avanti progetti di lungo termine, come sono quelli legati alla tutela e alla conservazione del nostro patrimonio ambientale. Ma è ormai da lungo termine che esso subisce gli insulti di una politica e di una gestione del territorio vergognosamente carenti: ancor oggi si considera il demanio pubblico, in tutte le sue accezioni, come risorsa da sfruttare magari per turare l’ultima falla del bilancio statale (condoni edilizi, vendita delle spiagge e altre simili amenità), senza comprendere che la sua tutela è il vero e unico lasciapassare per il nostro futuro.

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