martedì 2 ottobre 2007

Se il Partito Democratico fa flop

Siamo a due settimane dalle primarie che sanciranno la nascita del Partito Democratico e la sensazione è che le oligarchie dei due partiti che ne costituiscono la spina dorsale, DS e Margherita, siano di fronte ad un passaggio politico che forse ne decreterà una solenne bocciatura.
Lo spirito di partecipazione che animava gli elettori dell'Unione soltanto due anni fa si è spento e c'è il rischio che il risultato ottenuto da Prodi in quelle stravaganti primarie non troverà adesso la stessa consacrazione sul nome di Veltroni.
Stiamo arrivando alla nascita di un nuovo partito in un'atmosfera cupa e malinconica: sembra piuttosto una classica operazione di Palazzo, più vicina alla nomenclatura che ad intercettare gli umori della gente.
Già il modo di comporre le liste nazionali e regionali certo non ha appassionato chi pure si ostina a sfogliare i giornali nelle pagine di politica interna: il metodo sembra in fotocopia lo stesso delle liste bloccate che ha caratterizzato le scorse elezioni politiche.
Lì si dava la colpa alla legge elettorale di Calderoli, ripromettendosi al più presto di modificarla; qui invece sono state le consorterie dei due partiti a trovare un punto di equilibrio sui nomi che, però, è quanto di più lontano possibile dal modo di approcciare la politica di chi credeva che il nuovo partito avrebbe portato una ventata di aria fresca nel Paese e, con le prossime elezioni legislative, nelle aule parlamentari.
A questo punto sfugge il senso di questa operazione che lascia ai posti di comando esattamente i personaggi di sempre dopo, però, un estenuante braccio di ferro tra rutelliani, prodiani, veltroniani, dalemiani, bindiani, ecc. senza alcun vero dibattito politico.
Davvero uno spettacolo deprimente!
Sicuramente il 14 ottobre nei seggi sfileranno gli apparati dei due partiti, mobilitati a dovere, ma l'anima popolare che ne dovrebbe costituire la linfa vitale se ne terrà a debita distanza: non è un mistero che in giro, a pochi giorni da questo battesimo, di questo nuovo partito nessuno voglia sentir parlare.

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