mercoledì 19 dicembre 2007

Il CSM prende tempo su De Magistris: è davvero un nulla di fatto?

Ma la richiesta urgente di trasferimento d’ufficio avanzata dal Ministro della giustizia Clemente Mastella nei confronti del pm di Catanzaro non doveva essere definita, una volta per tutte, entro il 17 dicembre?
Siamo al 19 e gran parte dei media glissano sul fatto che il CSM ha preso tempo ed a questo punto si riserva di decidere addirittura dopo la Befana, l’11 gennaio 2008.
Come molti osservatori hanno già rilevato, tutta questa urgenza dunque non era giustificata.
La linea Mastella all’interno dell’organo di autotutela dei magistrati non ha prevalso: per il momento la I commissione del CSM ha deciso di non decidere.
Dal punto di vista politico, la scelta dilatoria del CSM suona come una bocciatura dell’iniziativa del politico di Ceppaloni.
Questo perché, a questo punto, non si sarebbe dovuta iniziare un’azione disciplinare contro un pm che stava indagando sul ministro stesso e su altri uomini politici di primo piano senza avere in mano una carta vincente: la dimostrazione al di là di ogni ragionevole dubbio delle gravi violazioni deontologiche del magistrato calabrese.
Il fatto che ciò non sia avvenuto e che il CSM abbia voluto prendersi altro tempo per ulteriori approfondimenti rappresenta politicamente una sconfessione, sia pure provvisoria, di quel provvedimento.
Insomma, è ormai chiaro, la pistola fumante non è stata trovata.
Ciò che maggiormente sorprende è la cappa di silenzio scesa d’improvviso sulla vicenda: i media sembrano non essersene accorti, come se tutte le discussioni di queste settimane siano all’improvviso diventate inutili o imbarazzanti.
L’unica cosa certa è che l’inchiesta condotta fino a due mesi fa da De Magistris gli è stata tolta senza tante spiegazioni.
A gennaio se ne riparlerà ma a quel punto, quale che sia la decisione che verrà assunta, nessuno potrà più fare molto contro l'opinione che serpeggia tra i cittadini secondo cui per essere additati dai politici come cattivi magistrati basta, codice alla mano, semplicemente ficcare il naso nei loro affari.
E' ancora una volta la conferma che, in barba alla tanta invocata trasparenza, la politica resta vittima di se stessa.

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