sabato 27 dicembre 2008

Attenti al colpo di coda della casta!

La vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il comune di Pescara sta diventando una ghiotta occasione per la classe politica al gran completo per sferrare forse il colpo definitivo contro la magistratura, ennesimo sintomo di una democrazia malata.
Sentire parlare Walter Veltroni, leader del Pd, come un qualsiasi esponente del Pdl prendendo a pretesto l’ordine di scarcerazione del sindaco Luciano D’Alfonso firmato dal gip, conferma le peggiori aspettative su questo ceto politico che ha per protagonisti personaggi che sarebbe opportuno tornassero ai loro impegni privati, data l’assoluta incapacità e la scarsa competenza finora dimostrate nella gestione della cosa pubblica.
Il fatto che il giudice delle indagini preliminari abbia rigettato le accuse del pubblico ministero dimostra, al contrario di ciò che va cianciando la casta, che la magistratura conserva buone capacità di autoemendarsi e che il giudice delle indagini preliminari è terzo rispetto al pubblico ministero; nell’ordinanza, poi, si parla pur sempre di possibile finanziamento illecito ai partiti!
Questi partiti, adesso, un qualche esame di coscienza se lo dovrebbero pure fare.
Che la questione morale dovrebbe essere da tempo al centro della riflessione se non del Pdl (impresa piuttosto improbabile) almeno del Partito democratico è cosa assolutamente scontata vista la scarsa qualità dei suoi rappresentanti, soprattutto al Sud, ma non solo.
Eppure così non è.
Adesso vediamo Veltroni, Violante parlare proprio come farebbero gli esponenti del Pdl, in una ritrovata sintonia proprio sull’unico tema, la giustizia, in cui i cittadini chiedono ai politici diversità di posizioni.
Mentre pretendono dai loro amministratori limpidezza di comportamenti ed un’azione di governo al di sopra di ogni sospetto.
Basta aver assistitito ad una sola puntata di Report, il bellissimo programma di Milena Gabanelli, per poter dichiarare ai quattro venti che gli Italiani non si meritano dei politici che, eccellendo di rado per moralità e abnegazione, sono comunque quasi indistintamente dei pessimi manager.
Se la nostra spesa pubblica è fuori controllo a fronte di servizi scadenti, la ragione va ricercata proprio in quel legame perverso e finora indissolubile tra politica ed economia che fa lievitare a dismisura i costi della macchina pubblica.
Basta osservare, trascurando gli incredibili tempi di realizzazione, quanto costa al contribuente italiano un chilometro di linea ferroviaria ad alta velocità rispetto all’onere sostenuto dal proprio vicino francese, spagnolo o tedesco: siamo al 200-300-500 % in più!
In un momento difficile come questo, una classe politica responsabile si interrogherebbe seriamente sul senso della sua missione, sugli errori compiuti, sulla pessima reputazione che ha ormai tra la gente.
Il Partito democratico si dovrebbe chiedere, ad esempio, come sia stato possibile fare naufragare così ingloriosamente la bella esperienza di Renato Soru a governatore della Sardegna invece di rumoreggiare seguendo inopinatamente il Pdl su una china pericolosissima di delegittimazione della magistratura e di completo isolamento dalla società civile.
Perché per un possibile errore (ancora tutto da verificare) compiuto dal pm di Pescara quanti giganteschi errori sono stati compiuti da una politica che ci ha ridotto nello stato miserevole in cui ci troviamo?
Possibile che la vicenda De Magistris non abbia insegnato proprio niente in casa democratica? Quale crollo di consensi ne è derivato?
E non è stato forse più riprovevole il pizzino fatto passare da La Torre a Bocchino in diretta televisiva?
E’ in quella circostanza, piuttosto che in occasione della vicenda pescarese, che Veltroni avrebbe dovuto dichiarare:
“Quello che è avvenuto è gravissimo. La vicenda ha dentro di sé gravi implicazioni che meritano una riflessione più compiuta che ci riserviamo di fare fin dalle prossime ore.”
Siamo alla fine dell’anno, ma la casta continua imperterrita a preoccuparsi solo di se stessa.

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