giovedì 2 febbraio 2012

Il senatore a vita Mario Monti: "Il posto fisso è monotono"

Il Presidente del Consiglio Mario Monti, senatore a vita dal novembre scorso, dichiara alle telecamere di Matrix: «I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E' bello cambiare e accettare delle sfide».
E' bello sentirlo parlare così, una predica così sobria di fronte a milioni di precari, di cassintegrati, di gente che ha perso insieme al posto di lavoro qualsiasi speranza per il futuro.
Per fortuna per lui, prima di nominarlo premier il Presidente della Repubblica ha pensato bene, per non fargli lasciare al buio il rettorato alla Bocconi e fargli sopportare lo stress della precarietà alla non più acerba età di 68 anni, di nominarlo senatore a vita.
Da quale pulpito arriva la predica, viene d'istinto commentare.
E il professorone ce l'ha pure con l'articolo 18! Sempre in quell'occasione ha affermato: «Non si può sintetizzare la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociale in si cambia l'articolo 18 o no. L'articolo 18 non è un tabù ma può essere pernicioso per lo sviluppo dell'Italia e per il lavoro dei giovani in alcuni contesti, può essere più accettabile in altri contesti».
Ci piacerebbe tanto sapere da colui che ha da poco fatto la clamorosa sparata che con le sue liberalizzazioni-semplificazioni il Pil italiano aumenterà del 10%, in quali situazioni il reintegro sul posto di lavoro dei lavoratori licenziati senza giusta causa né giustificato motivo sarebbe pernicioso.
Più che un professore, Mr. Mario Monti ci sembra un medico, o meglio un santone, con le sue pozioni magiche e i suoi atti di fede.
Il problema è che nessuno gli ha chiesto di deciderlo sopra la testa di milioni di italiani, lasciati senza voce, in base ad un suo personalissimo e religiosissimo punto di vista.
Naturalmente rispettiamo le sue opinioni ma un minimo di coerenza vorrebbe che se l'articolo 18 per lui non è un tabù, faccia il beau geste: rinunci al mandato a vita come senatore della repubblica.
La cosa, dati i suoi mille incarichi e conseguenti corrispettivi, avrebbe chiaramente soltanto un valore simbolico e conseguenze per lui economicamente risibili ma, in quanto tale, sarebbe il modo migliore per convincere gli Italiani della giustezza di quanto va predicando.

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