lunedì 16 aprile 2012

Si profila un diluvio elettorale per spazzare via l'ABC della vecchia politica

Ormai la Casta ha perso completamente la testa.
Immobile da mesi a sostenere il governo dei banchieri guidato da Mr. Monti, in preda a scandali che ne hanno azzerato qualsiasi credibilità (ormai una maggioranza che defineremmo iperbulgara, oltre il 90 % degli Italiani, non si fida più degli attuali partiti!), incapace di una qualsiasi iniziativa di autoriforma (i famosi tagli della politica restano ancora nel libro dei sogni), sa che il suo destino è segnato, è solo questione di mesi, forse di settimane.
L'inguardabile ammucchiata Alfano-Bersani-Casini, ovvero l'ABC della mediocrità, dell'arroganza e dell'incompetenza all'ennesima potenza, è pure alla spasmodica ricerca di soldi pubblici, essendo oberata di debiti malgrado abbia ricevuto  dai contribuenti italiani, per giunta contro l'esito referendario del 1993, una montagna di soldi: 503 milioni di euro solo per le politiche del 2008. Tradotto in vecchie lire: 1.000 miliardi!
Il Partito Democratico che ha incassato 200 milioni di euro dal 2008 presenta un buco di 43 milioni, come ha rivelato a Il Fatto Quotidiano il suo tesoriere, Antonio Misiani e aspetta con la bava alla bocca la rata di luglio per poter respirare. Stesso dramma per il Pdl, a dimostrazione che la partitocrazia è soltanto una spaventosa macchina mangiasoldi.
E di qualsiasi questione si accinga ad occuparsi, c'è più di un sospetto che lo faccia eslusivamente per bassissimi interessi di bottega.
A questo punto, quale fiducia si possa avere nei confronti di questi figuri quando intasano le serate televisive per difendere a spada tratta le scelte più imbarazzanti del famigerato governo dei tecnici, dalla costruzione della inutile TAV al sistematico smantellamento dello stato sociale, è presto detto: zero spaccato.
Se la politica è quella portata avanti da personaggi come Alfano (alias Berlusconi), Bersani e Casini, che hanno chiuso gli occhi di fronte alle mille ruberie perpretate negli ultimi vent'anni dalle loro consorterie e che ci consegnano un paese alla bancarotta, senza farsi neppure un esame di coscienza e chiedere scusa pubblicamente prima di ritirarsi definitivamente a vita privata,  allora ben venga mille volte, un milione di volte, la tanto esorcizzata antipolitica.
Poiché il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è dato in queste settimane in forte ascesa da tutti i sondaggi, con un dato nazionale ben sopra il 7%, il panico si è impossessato della nomenklatura, fino al punto da renderla protagonista di esternazioni come queste:
"Abbiamo in giro molti apprendisti stregoni che sollevano un vento cattivo" oppure "Beppe Grillo è un fenomeno di populismo che non ha le caratteristiche per offrire una prospettiva al nostro paese. Considero il populismo un nemico. Quando sono crollati la democrazia e i partiti negli anni '30, il populismo ha fatto nascere un'avventura drammatica. I regimi reazionari sono stati alimentati dalle culture populistiche. Il nostro problema è ricostruire la democrazia, la credibilità delle forme organizzate per fare politica".
Chi delira così? Facile, è Pierluigi Bersani, segretario Pd,che non si sogna neppure un momento di pensare che forse la democrazia in Italia è già crollata, altrimenti l'ammucchiata ABC non potrebbe stare lì da 5 mesi a girarsi a guardare da un'altra parte mentre il suo governo tecnico fa macelleria sociale su larga scala e sparge sale sull'economia italiana, condannandola a diventare nel breve volgere di qualche anno il far west  delle multinazionali.
Ma ha bene in mente che il ciclone Grillo spazzerà via le termiti che hanno divorato, insieme alle Istituzioni, il futuro di milioni di Italiani:  "Se c'è qualcuno che pensa di stare al riparo dall'antipolitica si sbaglia alla grande. Se non la contrastiamo, spazza via tutti".
Una volta tanto anche lui ha ragione: sono in tanti a sperare in un diluvio elettorale che spazzi via la vecchia politica e i suoi ormai non più tollerabili privilegi, fatti pagare pure dal governo dei professori sempre alle solite categorie sociali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi pensa che Grillo possa salvare l'Italia o è pazzo o non ha capito niente. Ve lo immaginate voi a Grillo al cospetto dei "grandi" del mondo?...... Se con Berlusconi ridevano, con Grillo....... Insomma, cerchiamo di essere una volta tanto seri.....

Anonimo ha detto...

E' a furia di dare retta ai benpensanti che il nostro Paese è alla deriva... Grillo denuncia da anni, con l'informazione del suo blog sempre puntuale e a prova di smentita, le nefandezze della partitocrazia... dai tempi del caso Parmalat o della madre di tutte le privatizzazioni, l'affaire Telecom.
Può piacere o no con il suo modo guascone di fare ma l'Italia migliore, anche se non se ne vuole rendere conto, gli deve molto. Il bel libro di Rizzo e Stella 'la Casta' non sarebbe neppure stato concepibile senza quel movimento delle coscienze scaturito dall'indignazione generale ma anche dalle denunce circostanziate di Beppe Grillo... al di là delle simpatie o insofferenze personali, che affidiamo al senso critico individuale, questo è un dato di fatto!
Oggi Beppe Grillo incarna la speranza dei tanti che vogliono una volta per tutte mandare a casa una classe dirigente, di destra e di sinistra, che ha ridotto in pochi anni uno degli stati economicamente più forti del mondo letteralmente sul lastrico, con un livello di corruzione senza eguali, un'evasione fiscale inimmaginabile negli altri paesi, una criminalità al vertice mondiale.
Ecco, il movimento di Beppe Grillo oggi ha l'occasione storica di fare da apripista per una nuova Italia... dove i Bersani, i Fassino, i Veltroni, i Calearo, i Rutelli, gli Alfano, i Cicchitto, i Casini, i Fini, i Bocchino, i Formigoni, i Bossi e tutta l'allegra brigata di Montecitorio e dintorni, vadano finalmente a lavorare, finendo di fare la bella vita a spese dei soliti tartassati!
Qui non si tratta di far ridere, ma di avere la sensibilità civica di non far piangere come stanno facendo questi nullafacenti, fra l'altro a carissimo prezzo!