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mercoledì 25 giugno 2008

Aspettando, di nuovo, il lodo Schifani

Ennesimo, violentissimo attacco sferrato stamane dal premier Silvio Berlusconi alla magistratura. Occasione, questa volta, l’assemblea della Confesercenti a Roma.
Ha detto: “I giudici e i pm ideologizzati sono una metastasi della nostra democrazia".
Naturalmente i magistrati ideologizzati sono tutti quelli che hanno indagato o indagano ancora su di lui.
Perché il premier ritiene di essere sopra la legge per investitura popolare; la controfigura del Re Sole non per diritto dinastico ma per diritto televisivo, autenticato in cabina elettorale dagli Italiani.
Spettacolo costituzionale veramente osceno: tra frizzi, lazzi e ingiurie sempre più gravi, la nostra repubblica parlamentare sta scivolando verso una forma assoluta di monarchia televisiva.
Come al solito fiacca e minimalista la replica di Walter Veltroni, presente allo show del Cavaliere, che lo ha definito, in sostanza, “un imbarazzante comizio”.
Berlusconi parla di democrazia sotto libertà vigilata da parte dei giudici che, secondo lui, tenendolo sotto giudizio, attenterebbero al verdetto popolare.
A noi sembra, al contrario, che il limite della democrazia sia stato varcato da tempo e non per opera dei giudici, semmai per inerzia di alcuni di loro.
In una democrazia normale, che un Presidente del Consiglio in carica, in un’assise pubblica (non a spasso per Porto Rotondo!) pronunci, senza responsabilità, parole così pesanti contro un altro potere dello Stato, non dovrebbe restare senza conseguenze.
Possibile che solo il Capo dello Stato faccia sentire la sua voce?
O forse è già entrato in vigore il probabile neo lodo Schifani?