Il TG3 delle 19 ha annunciato il rientro del militare ferito gravemente in Afghanistan ed ora ricoverato all'ospedale militare del Celio a Roma.
Il servizio trasmesso ne mette in luce le grandi doti di abnegazione, di attaccamento all'uniforme, di estrema riservatezza, di grande professionalità: un doveroso riconoscimento a chi ha messo a repentaglio la propria vita per obbedire agli ordini dei superiori.
Ma l'informazione fornitaci è assai incompleta e molto parziale. Negli stessi momenti in un'intervista a Sky il padre Mario, profondamente turbato, dichiara: "Non vado a Roma, mi arrestano, le dico tutte a Prodi e Berlusconi. I suoi generali mandano un ragazzo a morire, come si fa a mandarlo lì, a fare un'incursione, per capire come funzionava il traffico delle armi, per far contento Bush, che le commercia". (Fonte: www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/afghanistan-3/nome-agente-sismi/nome-agente-sismi.html ).
Certo, è lo sfogo di un padre a cui poche ore prima hanno comunicato la gravità delle condizioni del proprio figlio e per il quale non si può che esprimere la piena solidarietà ed il dolore partecipato di tutti gli Italiani.
Ognuno, in piena coscienza, può farsi una propria opinione del tragico episodio di guerra e, perchè no?, interrogarsi sul senso di questa missione militare italiana e se valga il sacrificio anche soltanto di uno dei nostri giovani.
I nostri politici sono lì per assumersene la piena responsabilità.
Quello che suona strano è che gli Italiani non dovessero tempestivamente essere messi al corrente dal TG3 Rai (perlomeno, il TG1 delle 20,00 ha ripreso, sia pure tagliando le parti più scomode, tale intervista) del risentimento dei familiari su quanto accaduto al loro congiunto così come sono stati ampiamente informati sulla piena condivisione da parte di autorevoli membri del governo (D'Alema, Parisi, ecc.) e dell'opposizione (Fini, ecc.) della decisione di intervenire con un violento blitz per liberare i nostri militari rapiti.
Nessun commento:
Posta un commento