martedì 6 gennaio 2009

Piombo fuso, la befana dei bambini di Gaza

Si chiama Piombo fuso, è la calza della befana che il governo di Tel Aviv ha confezionato per i bambini di Gaza, in nome della lotta al terrorismo.
Centinaia di morti, continui bombardamenti dall’alto con missili che devastano una striscia di terra con un densità demografica spaventosa.
Terrore sparso dal cielo che colpisce indiscriminatamente guerriglieri e popolazione civile senza alcuna distinzione.
Che differenza ci sia con il terrore che i miliziani arabi provocano con il lancio dei missili Qassam sulla linea di confine israeliana non è dato sapere.
Una cosa è certa: la soverchiante superiorità del volume di fuoco israeliano provoca enormi perdite nella popolazione palestinese e immani distruzioni che i notiziari tv riportano in uno scempio di immagini raccapriccianti la cui visione è diventata insopportabile.
Ci si chiede come la comunità internazionale possa rimanere impassibile ed immobile di fronte a tanta carneficina: sparare dall’alto con caccia ed elicotteri da combattimento su quartieri densamente popolati è un crimine contro l’umanità che va sempre impedito e i cui i responsabili dovrebbero essere chiamati a rispondere nelle sedi deputate dall'Onu.
Né può avere un senso addossare la responsabilità di tutto ciò ai fondamentalisti che userebbero la popolazione come scudo umano: se anche fosse, ciò non legittimerebbe nessuno a fare finta di nulla colpendo indiscriminatamente la popolazione inerme.
Eppure così sta succedendo, senza che si intervenga per un perentorio, immediato cessate il fuoco.
Ancora, non è pensabile che siano terroristi solo i guerriglieri di Hamas, giustificando indirettamente la sanguinosa operazione condotta dal governo israeliano: il terrore non si combatte usando un terrore cento volte più dirompente e la comunità internazionale non può diventare complice dell'ennesima atrocità.
Che il neo presidente Barack Obama sia rimasto in silenzio lasciando all’amministrazione Bush la copertura politica dell’operazione militare è stato un duro colpo per chi riteneva possibile, ancor prima del suo insediamento ufficiale, una possibile svolta alla Casa Bianca.
Pessima anche la posizione tenuta dal governo italiano che ha di fatto legittimato l’intervento israeliano pur mantenendo un ruolo di ambiguità che non fa di certo onore alla nostra politica estera.
Quanto rimpiangiamo la diversa caratura diplomatica di ben altri ministri degli esteri della tanto disprezzata prima repubblica!
L’opposizione ha giudicato inadeguato il ruolo svolto dal ministro Frattini in questa occasione ma, anche questa volta, la sua voce è apparsa tremula e tardiva con il ministro ombra Piero Fassino che certamente non ha brillato né per chiarezza di idee né per capacità di iniziativa.
Questa Epifania ci lascia soltanto gli sguardi attoniti e le guance rigate di pianto dei bambini sopravvissuti all’ecatombe in corso, mentre il mondo resta a guardare.
E’ un inquietante monito per tutti: se si accetta la logica del bombardamento di città, scuole, moschee, interi quartieri nel più totale disprezzo della vita umana da parte di uno stato membro dell’Onu, dovunque ciò avvenga, qualunque ne sia la motivazione, vuol dire proprio che non c’è più speranza per il genere umano.

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