La notizia è, comunque la si voglia mettere, da prima pagina.
Beppe Grillo è riuscito nell'impresa di attraversare a nuoto lo Stretto di Messina per dare così avvio, con un coup de théâtre, alla campagna elettorale del MoVimento 5 Stelle in Sicilia, terra tradizionalmente poco prodiga di soddisfazioni per chi ha tentato in passato di imprimere un cambiamento effettivo agli assetti socio-economici e istituzionali dell'isola, da sempre dominata da una borghesia burocratico-affaristica con storici ed organici legami con la mafia.
Il 61 a 0, cioè la totalità dei collegi uninominali aggiudicati al PDL nelle elezioni del 2001, descrive molto di più di tanti trattati sociologici e dibattiti culturali le caratteristiche inveterate della società siciliana, con la sua struttura di potere omertosa e feudale.
Il bel gesto sportivo di Beppe Grillo, come sempre irridente e anticonformista ma anche incredibilmente significativo (unire ecologicamente a bracciate due parti d'Italia, che prima Berlusconi e ora il governo Monti vogliono agganciare con un'opera faraonica di enorme impatto ambientale e di gigantesco impegno di risorse pubbliche), è mediaticamente molto forte, ed esprime meglio di tante parole la passione che lui e il suo movimento stanno mettendo in quella che fino a poco tempo fa sembrava una missione impossibile e che ad oggi è una storia assolutamente senza precedenti di straordinario successo politico: far rinascere il concetto di democrazia, partendo dai cittadini e non dai partiti, dall'impegno individuale e non dall'apparato.
Un esperimento di democrazia dal basso, grazie solo alla rete, dove finalmente la politica recupera il valore alto di servizio alla cittadinanza, dove contano le idee, la passione civile, gli obiettivi da raggiungere, e non i capibastone, le clientele, le cordate, gli affari, con tutto ciò che consegue.
E' una visione del mondo diametralmente opposta a quella di chi cerca di raggiungere il potere con ogni mezzo, sia legale, magari accettando alla luce del sole finanziamenti da imprenditori per la propria campagna elettorale (come i quasi 100.000 euro donati al segretario PD Bersani alcuni anni fa dai proprietari dell'Ilva di Taranto), sia illegale, ad esempio facendo carte false (i famigerati esempi lombardi delle firme false per la presentazione delle liste elettorali a favore di Roberto Formigoni), o addirittura comprando dalla malavita organizzata pacchetti di voti (è il caso odierno dell'assessore lombardo Domenico Zambetti, del PDL, accusato di aver acquistato (!) per le Regionali del 2010 4.000 voti, pagandoli 50 euro l'uno, dalla ’ndrangheta).
Grillo non si presenta personalmente alle elezioni ma manda avanti i suoi ragazzi, senza un quattrino e con tanta buona volontà, così diventando soltanto l'autorevole testimonial di un movimento che fa della lotta al malaffare e allo sperpero del denaro pubblico, così come del primato dei cittadini sulla politica, una bandiera.
La campagna elettorale in una terra difficile come la Sicilia sarà un test fondamentale per capire dove potrà arrivare il MoVimento 5 Stelle non solo in Sicilia ma a livello nazionale.
Se i siciliani sapranno cogliere l'occasione più unica che rara che questa volta si presenta loro, sarà la storia politica non solo della Sicilia ma dell'Italia intera a subire una svolta epocale.
Ancora una volta, la Sicilia rappresenta il grande laboratorio politico dove si sperimenta in una micro-macro dimensione quello che poi potrebbe avere applicazione su larga scala, con la consacrazione finale del movimento di Grillo nelle ormai vicine Politiche del 2013.
E' una sfida importante, malgrado le mille difficoltà e le tante incognite, ma ormai brancolando nel buio pesto del tunnel in cui la partitocrazia e il governo dei tecnici ci hanno relegato, condannandoci ad agonizzare chissà ancora per quanti anni, rappresenta l'unica tremula luce che ancora possiamo accendere.
Nessun commento:
Posta un commento