Canzone di Mina meno nota di altre, inspiegabilmente, ma come tanti suoi successi ugualmente bellissima: la musica e l'arrangiamento del maestro Bruno Canfora sono da brividi, l'interpretazione dell'artista è superba.
Per afferrare in pochi attimi, già come semplice percezione sensoriale, cosa sia stato il boom economico italiano a metà degli anni Sessanta sono sufficienti le note e le immagini dello spot Barilla girato nel 1966 dal regista Piero Gherardi sul tetto delle aviorimesse Alitalia a Fiumicino, progettate dall'ingegnere Riccardo Morandi.
Eravamo troppo bravi per non attirarci l'invidia del mondo: il nostro cinema dominava la scena mondiale; l'Italia diventava un riferimento per l'architettura e il design internazionali, con opere e realizzazioni che suscitavano la curiosità e l'interesse di musei e collezionisti di ogni dove; ad Ivrea si progettava l'antesignano del personal computer, il primo vero calcolatore elettronico da scrivania; il chimico Giulio Natta inventava il Moplen, la plastica coloratissima che avrebbe invaso gli ambienti domestici e di lavoro portando in pochi anni ad una autentica rivoluzione dei consumi, dei costumi, dei processi produttivi; la lira vinceva il prestigioso riconoscimento del Financial Times come moneta più stabile del mondo, autentico bene rifugio.
Bisognerebbe
recuperare quello spirito, riprenderci la sovranità monetaria,
uscire dall'UE e dalla Nato, scacciare quei politici che operano
indisturbati da troppo tempo per conto e sotto tutela di potenze
straniere con licenza di oltraggiare la nostra millenaria civiltà,
dilapidando ogni giorno di più, l'enorme patrimonio di cultura, stile,
inventiva, genialità, laboriosità, accumulato con immensi sacrifici e
tanta passione dai nostri nonni e padri.
Basterebbe (solo) questo per rivivere momenti magici.
Un nuovo miracolo economico all'insegna del genio italiano.