sabato 7 gennaio 2006

Il leasing e l'etica pubblica

Così dal polverone sollevato dalla vicenda Fiorani-Fazio-Antonveneta-BPI e Unipol-BNL a seguito di una delle vicende finanziarie più inquietanti nella vita pubblica italiana, si apprende, guarda un po’, che anche esponenti politici di primo piano hanno una vita privata fatta di famiglia, appartamenti, mutui da stipulare e così via.E’ chiaro che una cosa sono fenomeni corruttivi che sfociano in reati da codice penale: dall’aggiotaggio all’insider trading, dall’associazione a delinquere al falso in bilancio (benché quest’ultimo in buona parte depenalizzato dal governo Berlusconi) e a quant’altro questa vicenda ha portato in luce; altra cosa sono i comportamenti privati, di per sé leciti e irreprensibili, di persone il cui mandato politico impone una condotta pubblica e privata al di sopra di ogni maldicenza e malevolenza.In altri termini, i nostri politici dovrebbero (devono!) comportarsi con una correttezza e coerenza di comportamenti così specchiata da essere davvero al di sopra di ogni sospetto. Per i fatti criminosi il compito di giudicare è della magistratura, ma per tutto il resto il libero convincimento sui fatti deve essere lasciato agli elettori e alla pubblica opinione senza che nessuno possa gridare né allo scandalo ma neanche al complotto.E’ questo, purtroppo, il caso di Massimo D’Alema e del suo veliero.Che egli possa fare dei suoi soldi quello che vuole è scontato; che possa aprire conti correnti con la banca che reputa più conveniente per il suo profilo di risparmiatore-investitore, che possa organizzare la propria vita privata a suo piacimento… tutto ciò è così vero che doverlo puntualizzare è veramente fastidioso!Se non fosse che egli è un esponente politico di primo livello, per giunta uomo di punta di un’opposizione che si appresta a chiedere ai propri elettori una delega in bianco per 5 anni di governo del nostro Paese.E’ a questo punto che il discorso si fa maledettamente più complicato.Può una persona servire le ragioni dell’opposizione, del variegato mondo del lavoro, delle problematiche sociali di persone che, in larga misura, sbarcano a stento il lunario, a cavallo di 1000 euro al mese? Le può rappresentare in modo sereno, appassionato, viscerale, al top delle sue energie psicofisiche, mettendoci l’anima e anche di più, per farle valere nelle sedi istituzionali, in cui è acconcio muoversi come a casa propria, se paga mensilmente una rata di leasing da oltre 8.000 euro per la propria barca (anche se insieme ad altri amici)? Io penso, con tutta sincerità e con la massima immedesimazione e comprensione possibili, di no! E non per fare del facile moralismo o per il richiamo della foresta di una parte della sinistra che oggi viene definita, non senza una punta di disprezzo, pauperista.E’ una questione di coerenza, cioè una semplice ma sostanziale questione di decoro. In altre parole non si può incarnare un ruolo e una funzione se non se ne condividono fino in fondo le istanze politiche che la determinano.In termini forse più attuali, è una questione di opportunità. E’opportuno che un partito di sinistra come i DS (o forse non sono più un partito di sinistra?) sia diretto da persone che per censo o livello sociale, per stile o abitudini di vita, distano anni luce da quei comuni mortali, lavoratori dipendenti a reddito fisso e precario, da quei disoccupati, da quei pensionati sociali, da quei co.co.co? Siamo sicuri che lor signori sapranno davvero dare voce a quel mondo così variegato che vive sulla soglia del baratro economico?Ancora, è giusto che un leader come D’Alema debba ricevere, suo malgrado, la difesa interessata di esponenti politici dello schieramento avversario?Un aneddoto finale: un docente di scuola superiore confidava tempo fa ad un proprio amico di esitare a cambiare la propria automobile, ormai al limite della rottamazione, con una nuova, non tanto per le rate che avrebbe dovuto accollarsi (chè stringendo la cinghia ce l’avrebbe fatta!), quanto per non inviare involontariamente un messaggio fuorviante ai propri alunni: aveva speso tanto tempo in classe a parlare di valori come la dedizione al proprio impegno quotidiano, la sobrietà dei costumi contro gli eccessi consumistici, la temperanza comportamentale contro la smodatezza del linguaggio e degli stili di vita, il gusto per la lettura piuttosto che il piacere facile di un videogioco, che gli sembrava di tradire la loro fiducia o di indurli al fraintendimento se lo avessero poi sorpreso fuori scuola a bordo di una fiammante macchina di media cilindrata…Che dire? Che se un docente ragiona così non sarà mai un politico di successo… anche se il suo lavoro quotidiano è molto più utile di tanto acume politico.

Nessun commento: