Ieri sera alla trasmissione del Tg3 Primo Piano, invitato a commentare la deposizione del vicequestore Fournier sui fatti sanguinosi nella scuola media Diaz durante il G8 di Genova del 2001, il deputato di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa ha iniziato ad inveire contro il conduttore della trasmissione, l’equilibratissimo Giuliano Giubilei, e contro tutta la testata giornalistica colpevole, a suo dire, di voler alzare un polverone su una questione lontana nel tempo e di scarso interesse per l’opinione pubblica, per usarla contro la polizia; quindi, ha concluso platealmente il suo intervento minimizzando le responsabilità di chi non impedì che l’azione della polizia in quei luoghi fosse violenta, brutalmente sanguinosa più nello stile della polizia cilena di Pinochet che di una forza armata di uno stato democratico.Un personaggio del genere, che si permette simili uscite verbali su una rete televisiva pubblica, con un fare intimidatorio tanto evidente da sembrare preordinato, vorrebbe farsi passare come difensore della polizia; nella sostanza, difende solo quei poliziotti infedeli che, in disprezzo della propria divisa, perpretarono criminali aggressioni contro cittadini indifesi per uno spirito di vendetta alimentato in quei giorni da chissà chi.Difende cioè la violenza cieca di Stato al servizio dei poteri forti, non certo la polizia democratica al servizio del cittadino, implicitamente sostenendo che tra le forze dell’ordine siano i violenti a dover avere maggiore voce in capitolo, non coloro che svolgono quotidianamente il loro compito di tutori dell’ordine con rispetto delle istituzioni e dei cittadini di cui, è necessario ripetere, sono esclusivamente al servizio.Una posizione probabilmente eversiva che mette a rischio proprio il lavoro di quanti tra poliziotti, carabinieri, guardia di finanza (e sono i più!) lavorano con passione e scrupolo per la sicurezza di tutti noi; posizione che, come tale, andrebbe autorevolmente censurata dai vertici delle istituzioni poiché prefigura un sorta di connivenza o peggio di complicità verso chi si è macchiato di nefandezze gratuite, tradendo la matrice democratica delle nostre forze dell’ordine.Una difesa quella del deputato di AN così pericolosa e sospetta che andrebbe ugualmente stigmatizzata da tutte le forze politiche del centrosinistra (e non solo!) perché non così isolata nelle fila della destra antiparlamentare di Fini e Berlusconi, specialmente in un momento così delicato per il nostro Paese.Ed invece tutto tace: con D’Alema che attacca i giudici di Milano per la vicenda delle intercettazioni telefoniche e che addirittura incassa la solidarietà scomoda ed ingombrante proprio di Fini e Berlusconi!Davvero quanto di peggio si possa vedere, in questi giorni, nella politica italiana!
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