I martellanti bombardamenti NATO in Afganistan con le ripetute stragi di civili stanno creando una forte ondata di protesta nell’opinione pubblica internazionale.L’intervento militare in Afganistan è lontano più che mai dall’avere una conclusione: gli USA, dopo quella in IRAQ, stanno perdendo la loro ennesima guerra sul piano della credibilità internazionale e della capacità di gestire, nel ruolo di superpotenza, la stabilità geopolitica di popoli e potenze regionali che si affacciano sul golfo Persico.E’ evidente che la lotta al terrorismo contro i Talebani fa il paio con le armi di distruzione di massa mai trovate in Iraq (da qualche giorno, è ufficiale, non si fa più finta neanche di cercarle!): scuse ignobili dietro le quali si è tentato di mascherare una politica aggressiva ed unilaterale.Il risultato è che gli americani appaiono sul piano politico militare in grave difficoltà . Per di più, poiché oggi le guerre di fronte all’opinione pubblica si vincono o perdono in televisione, le notizie delle stragi irakene e afgane, sia pure filtrate ed edulcorate dai nostri massa media, alimentano tra gli occidentali il convincimento sempre più diffuso che l’attuale governo del mondo è nelle mani di persone incompetenti prima ancora che prive di scrupoli.Sentire il segretario generale della NATO dire che “Noi non spariamo ai civili intenzionalmente, noi non li usiamo come scudi umani come fanno i Taliban”, all’indomani dell’ennesima strage di donne e bambini, fa accapponare la pelle non soltanto per l’insensatezza dell'affermazione quanto perché rievoca certe crudeli dichiarazioni di alcuni sciagurati protagonisti del secondo conflitto mondiale.E’ evidente che dietro ai lutti ed alle distruzioni non si costruisce niente, neanche la parvenza di una democrazia fantoccio.L’idea di combattere il terrorismo con una pioggia di bombe che tutto distrugge ed uccide deve essere purtroppo stata concepita da qualche mente malata: è come se, all’indomani delle stragi di Capaci o di via D’Amelio, lo stato italiano avesse raso al suolo mezza Sicilia per colpire i mafiosi, essendo chiaro che essi si muovono e vivono in mezzo alla gente (si fanno scudo dei civili, suggerirebbero disinvoltamente al quartier generale NATO per giustificare l'eventuale lancio di missili sulla popolazione inerme): parole, in qualunque contesto, farneticanti!Usare la violenza degli Stati ufficialmente per combattere la violenza dei disperati è un approccio totalmente sbagliato ed alla lunga controproducente: come sostengono molti uomini di buona volontà, guerra e terrorismo sono le facce di una stessa medaglia che finiscono soltanto per autoalimentarsi. Se è esecrabile l’atto terroristico con l’auto-bomba, lo è altrettanto il bombardamento indiscriminato operato da una potenza militare: entrambi non portano politicamente da nessuna parte.L’ennesima conferma di ciò è giunta in questi giorni da Londra, dove la polizia ha disinnescato, nel bagagliaio di una Mercedes, un ordigno costruito con benzina e chiodi pronto ad esplodere di fronte ad un’affollata discoteca.Ma come? Sono anni che bombardiamo a tappeto Afganistan e Iraq per combattere la cosiddetta guerra asimmetrica contro i terroristi di Al Qaeda e poi basta una semplice tanica di benzina e qualche chilo di chiodi acquistati in ferramenta per mettere in ginocchio la strategia occidentale sulla sicurezza di Bush e Blair che, in sei anni, ha già mietuto centinaia di migliaia di vittime in Medio Oriente!Si scopre così che forse in Europa già sono presenti i kamikaze fai-da-te e che qualcuno di loro possiede pure una laurea in medicina: addirittura lavora come medico in qualche ospedale inglese…Per la nostra sicurezza e la gioia dei pazienti inglesi, la Repubblica di oggi, con formidabile tempismo, riporta una tabella con le cifre dei medici extracomunitari che lavorano nel sistema sanitario britannico, suddivisi per Paese di origine: altra benzina, stavolta virtuale, ad uso di chi, cavalcando anche una possibile caccia all’untore, soffia sul fuoco del conflitto di civiltà!Con i risultati che tutti conosciamo.
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