Il sistema politico-mediatico resta in grossa difficoltà: a quasi due settimane dal clamoroso successo del V-day, non riesce ad abbozzare una risposta adeguata e coerente per affrontare la protesta che monta nel paese.
Teme molto Beppe Grillo perché egli ha dimostrato inoppugnabilmente di saper coagulare e rendere visibile all'opinione pubblica tale dilagante insofferenza senza l’aiuto né dei politici né dei mezzi di comunicazione di massa: i giornali, le TV parlano con poche eccezioni (una di queste è stata, fortunatamente per la Rai, la trasmissione Anno zero di Michele Santoro) in modo singolarmente fazioso e cieco contro di lui usando argomentazioni tanto inconsistenti da cadere nel vuoto nell’attimo stesso in cui vengono pronunciate.
E’ una sorta di alleanza trasversale che vede sullo stesso fronte la politica (sia di destra che di sinistra), i principali quotidiani, le televisioni dell’oligopolio, gli intellettuali di Palazzo; sull’altro fronte la società civile che, pur nelle sue diverse anime, è unita nel ripudiare la casta ed il suo linguaggio fatto di sterili slogan, vertici inutili, disinformazione sparsa a mani basse.
Dentro c’è l’establishment che fiuta l’aria minacciosa, che teme di smobilitare di punto in bianco, di subire l'italico otto settembre: questa volta, a differenza di quello del ’43, arrivato non per sfasciare lo Stato ma per rigenerarlo, restituendo ai cittadini la sovranità, da troppo tempo sospesa sotto il peso di apparati politici ipertrofici che famelicamente si contendono, in un gioco di veti incrociati e di compromessi inconfessabili, la pura gestione del potere senza disegnare nessun progetto di società futura.
La cosa che più li impensierisce è che Beppe Grillo diventi il paladino di una protesta dura ma pacifica: gradirebbero tanto dargli del terrorista; non a caso, nel frattempo la pseudosinistra tenta inutilmente di esorcizzarne la carica dirompente accusandolo addirittura di fascismo (!).
E’ una reazione assai scomposta che avvicina ancor di più la gente comune agli umori del popolo che è andato in piazza grazie al tam-tam telematico: dalla rete elettronica dei giovani navigatori e dei blogger, il clamore sta giorno dopo giorno salendo a strati sociali che per anagrafe e tradizione culturale sono lontani dai new media.
Cosa ci sarebbe di meglio per il Palazzo se il movimento organizzato da Grillo scivolasse, sia pure involontariamente, in qualche episodio di intolleranza (magari per mano di agenti provocatori) che ne potesse frantumare la fisionomia ecopacifista e non violenta?
Diciamola tutta: non aspettano altro, data l’impossibilità di rispondere alle molte emergenze del Paese attraverso l'azione di governo che si rivela di giorno in giorno sempre più incoerente e contraddittoria rispetto al mandato elettorale ricevuto nemmeno due anni fa.
E’ una sorta di alleanza trasversale che vede sullo stesso fronte la politica (sia di destra che di sinistra), i principali quotidiani, le televisioni dell’oligopolio, gli intellettuali di Palazzo; sull’altro fronte la società civile che, pur nelle sue diverse anime, è unita nel ripudiare la casta ed il suo linguaggio fatto di sterili slogan, vertici inutili, disinformazione sparsa a mani basse.
Dentro c’è l’establishment che fiuta l’aria minacciosa, che teme di smobilitare di punto in bianco, di subire l'italico otto settembre: questa volta, a differenza di quello del ’43, arrivato non per sfasciare lo Stato ma per rigenerarlo, restituendo ai cittadini la sovranità, da troppo tempo sospesa sotto il peso di apparati politici ipertrofici che famelicamente si contendono, in un gioco di veti incrociati e di compromessi inconfessabili, la pura gestione del potere senza disegnare nessun progetto di società futura.
La cosa che più li impensierisce è che Beppe Grillo diventi il paladino di una protesta dura ma pacifica: gradirebbero tanto dargli del terrorista; non a caso, nel frattempo la pseudosinistra tenta inutilmente di esorcizzarne la carica dirompente accusandolo addirittura di fascismo (!).
E’ una reazione assai scomposta che avvicina ancor di più la gente comune agli umori del popolo che è andato in piazza grazie al tam-tam telematico: dalla rete elettronica dei giovani navigatori e dei blogger, il clamore sta giorno dopo giorno salendo a strati sociali che per anagrafe e tradizione culturale sono lontani dai new media.
Cosa ci sarebbe di meglio per il Palazzo se il movimento organizzato da Grillo scivolasse, sia pure involontariamente, in qualche episodio di intolleranza (magari per mano di agenti provocatori) che ne potesse frantumare la fisionomia ecopacifista e non violenta?
Diciamola tutta: non aspettano altro, data l’impossibilità di rispondere alle molte emergenze del Paese attraverso l'azione di governo che si rivela di giorno in giorno sempre più incoerente e contraddittoria rispetto al mandato elettorale ricevuto nemmeno due anni fa.
Non a caso il direttore del TG2, Mauro Mazza, l’altro giorno entrando nelle case degli Italiani ad ora di pranzo, ha evocato questo rischio con un messaggio chiaramente intimidatorio, più o meno di questo tenore: è bene che non protestiate, altrimenti se succede qualcosa, siete voi i responsabili.
(www.youtube.com/watch?v=tGpyTg8AT8U&locale=en_US&persist_locale=1)
Eppure qualche giorno fa, quando il leader della Lega Nord Bossi aveva parlato di fucili da tirar fuori, non si è né preoccupato né scandalizzato!
Però, per la nostra informazione deviata fa più scandalo il turpiloquio del V-day: forse perchè nell’agenda politica dei nostri parlamentari, che pure in più di un'occasione si sono pesantemente insultati in aula senza farsi scrupoli per la presenza delle telecamere, le questioni sociali vengono sicuramente dopo le lezioni di galateo, magari tenute dal direttore del TG, novella Donna Letizia…
Eppure qualche giorno fa, quando il leader della Lega Nord Bossi aveva parlato di fucili da tirar fuori, non si è né preoccupato né scandalizzato!
Però, per la nostra informazione deviata fa più scandalo il turpiloquio del V-day: forse perchè nell’agenda politica dei nostri parlamentari, che pure in più di un'occasione si sono pesantemente insultati in aula senza farsi scrupoli per la presenza delle telecamere, le questioni sociali vengono sicuramente dopo le lezioni di galateo, magari tenute dal direttore del TG, novella Donna Letizia…
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