lunedì 3 marzo 2008

PD - PDL, l'alleanza impossibile dei due partiti "transgenici"

Nell’ultimo Bestiario, la rubrica che tiene da anni su L’Espresso, il giornalista Giampaolo Pansa scrive: “La verità a me sembra una sola. Chiunque vinca le elezioni, sarà obbligato a proporre alla parte sconfitta di fare un governo insieme, per non essere travolti tutti dal disastro.” E conclude: “In altre parole, tanto il Popolo della Libertà che il Partito Democratico non dovranno temere di veder nascere un Berlusvalter o un Walteroni, affidato ad un premier fuori dalla mischia. E vada al diavolo chi strillerà al super-inciucio!”
A parte il fatto che il nome più indicato per un esecutivo del genere dovrebbe essere Veltrusconi, siamo veramente al paradosso: mancano circa quaranta giorni alle elezioni politiche ed un’altra firma di rilievo del giornalismo italiano si unisce al coro di chi, sotto la cenere della campagna elettorale, soffia sul fuoco di un governissimo tra PD e PDL.
Come a dire: Italiani, per due mesi la Casta giocherà a “Chi è il più bello del reame?” ma, una volta scrutinate le schede elettorali, tornerà compatta nell’addossare per intero sulle spalle dei cittadini la grave crisi economica.
Sì, perché a conforto dell’ipotesi di un governo di larghe intese Pansa ed altri osservatori adducono la grave situazione in cui è precipitata la nostra economia.
Insomma, con le prossime elezioni si sperperano centinaia di milioni di euro soltanto per testare l’appeal dei due neopartiti, ma già adesso si ritiene che, per dare avvio il prima possibile ad un’altra stagione di politica economica lacrime e sangue (ma quand’è finita la precedente?), l’esito del voto sarà ininfluente nel decidere la nuova compagine di governo.

Come a dire: finora noi politici abbiamo scherzato spendendo alla faccia di Voi cittadini ingenti risorse economiche per questa finta competizione elettorale ma, da adesso in poi, ci impegniamo a trovare un accordo trasversale per farvi tirare la cinghia ancora di più.
E’ un ragionamento aberrante che si fonda sull’idea che la nostra è una democrazia virtuale, dove la Casta gioca a wrestling simulando lo scontro tra i due "partiti frankenstein", PD e PDL.
Scontro soltanto fittizio, perché alla fine dello spettacolo, i due colossi politici il cui codice genetico è stato manipolato dai rispettivi leader per gonfiarne l'elettorato a dismisura, torneranno d’amore e d’accordo salutando con un inchino il pubblico pagante.
Bravo Pansa! Invocando un governo di salvezza nazionale per gestire la crisi economica, ci sta dicendo brutalmente che la sovranità non risiede più nel popolo ma nei partiti; cioè, la nostra Costituzione è carta straccia e vale molto meno della legge porcata di Calderoli.
Di più, per meglio confezionare il pacco agli Italiani, Giampaolo Pansa suggerisce che a presiedere il nuovo governo non debba essere né Berlusconi né Veltroni: probabilmente teme che qualche cittadino finisca per arrabbiarsi di brutto di fronte a questo ennesima costosa presa in giro.
Meglio un premier fuori dalla mischia, purchè garante dell’ammucchiata prossima ventura.
Conclusione sconfortante: non basta il premio di maggioranza, non basta la spinta transgenica del bipartitismo, non bastano le liste bloccate di pugno dai segretari di partito; per governare l’Italia in crisi economica ci vuole il partito unico!
E’ un po’ come affermare che in Italia un governo politico, espressione di una maggioranza elettorale, ci possa essere solo quando non ci sia granché da fare, magari per l’ordinaria amministrazione; ma nei momenti importanti, devono essere i poteri forti a prendere in mano le redini della situazione, meglio se sotto le mentite spoglie del governo di salvezza nazionale.
Purtroppo non è bastato a ridare smalto alla politica italiana la nascita dei due nuovi partiti con tecniche simili a quelle usate in ingegneria genetica.
Addirittura Pansa ed altri opinionisti à la page ritengono che sia adesso scoccata l’ora dell’inseminazione artificiale tra PD e PDL per far nascere il primo governo ogm della storia d'Italia!

Ma i progressi tecnologici della politica non possono nascondere un’amara verità: in un sistema elettorale a vocazione maggioritaria (cioè, dove è previsto un premio di maggioranza), il governo di PD e PDL sarebbe il governo dei poteri forti e il suo varo rappresenterebbe una grave violazione della sovranità popolare sancita dall’art. 1 della Costituzione.
Ciò in considerazione del fatto che il premio di maggioranza viene attribuito proprio per dare maggior peso parlamentare ed autonomia di governo al partito vincente, non certo per consentirgli una più comoda spartizione di poltrone con il partito sfidante che, a ben vedere, risulterebbe così solo per finta perdente.
Diversamente, il sistema maggioritario sarebbe incostituzionale perché discriminerebbe in modo grave le formazioni politiche minori le cui capacità di rappresentanza elettorale e di influenza politica verrebbero di fatto azzerate.

Auspicare una soluzione del genere è quindi voce dal sen sfuggita; comunque, l’ennesima conferma del legame di ferro che unisce politica di palazzo, carta stampata e circuito radiotelevisivo: mondi solo all’apparenza separati.
Si dà il caso che, fuori dalla campana di vetro in cui essi si sono comodamente sistemati, la gente comune è costretta, per restare a galla, a compiere sforzi non più a lungo sopportabili.
Perciò un eventuale governo transgenico PD-PDL non solo violerebbe la sovranità popolare ma, essendo sprovvisto per peccato originale di un chiaro e condiviso modello culturale di riferimento, non sarebbe minimamente in grado di affrontare e risolvere con il consenso sociale necessario gli intricati problemi di un’economia in declino.

A meno che esso non si occupi soltanto di approvare con la massima rapidità possibile una nuova legge elettorale e ci traghetti di nuovo alle urne, da celebrarsi immediatamente dopo con le nuove regole.
Ma il rischio che poi la situazione sfugga di mano e che l'Italia precipiti in un nuovo otto settembre è così alto da non prendere minimamente in considerazione un simile scenario.

5 commenti:

Saimas ha detto...

Ciao e Complimenti per quest'ultimo post, soprattutto quando tratti dell' "argomento Pansa", che mai come in questi ultimi anni s'è così politicamente abbassato da chiedere LUI ora un governo da "inciucio"... volevo dirti, se non ti spiace, che vorrei mettere il tuo blog nei miei link; se la cosa non ti aggrada, provvederò a toglierlo immediatamente.

http://alvoto.blogspot.com

Saimas ha detto...

Dopo il mio post precedente mi è venuta una domanda da fare, magari banale però è un cruccio che mi devo togliere... ma tu riesci ancora a leggere un articolo intero di Gianpaolo Pansa? io sinceramente è da quando che è scaduto nella retorica populista che non riesco nemmeno più a leggerne una frase, e son passati almeno due-tre anni da quando ho lasciato perdere la sua rubrica "finto-caustica"...

Pausilypon ha detto...

Concordo con te, la lettura di un suo pezzo richiede più di un pizzico sulla pancia. Tuttavia è assai istruttiva di un certo modo di intendere il mestiere di giornalista: purtroppo di voci veramente fuori dal coro ne sono rimaste poche.
Le opinioni scomode non hanno ormai da tempo diritto di cittadinanza sui giornali e nelle televisioni: quando pure vengono rappresentate lo sono in modo episodico e caricaturale.
Si lascia carta bianca solo a chi non disturba il manovratore...

Saimas ha detto...

Il problema è che fino a qualche anno fà consideravo Pansa una voce fuori dal coro, difficilmente omologabile nella massa dei giornalisti "qualunque", però in questi ultimi tempi non riesco a capire se era una mia opinione sbagliata o se sia Pansa stesso ad essere cambiato; certo dal passare ad accusatore di inciucci ad essere ora il difensore della grande coalizione, credo che sia proprio il giornalista a soffrire di "revisionismo senile"...

Saimas "alvoto.blogspot.com"

Pausilypon ha detto...

Difficile dare una risposta ai tuoi dubbi; certo è che la sua posizione attuale è inconciliabile con quanto sosteneva in precedenza.
Una folgorazione sulla via di Damasco o una scelta di convenienza? Dubito della prima ipotesi, preferisco restare con i piedi per terra.