Questa volta bisogna scriverlo in grassetto, perché i fiumi d’inchiostro che i principali organi di informazione hanno vomitato per mesi contro il giudice Forleo, colpevole di aver definito nella famosa ordinanza dell’estate 2007 alcuni esponenti politici, sebbene non indagati ,“complici di un disegno criminoso”, si sono rivelati solo fiumi di fango.
Il gip Clementina Forleo è stata assolta.
Infatti il CSM venerdì scorso ha sancito che non c’è stato alcun illecito disciplinare da parte del magistrato diventato, suo malgrado, il gip più famoso d’Italia per aver emesso l’ordinanza in cui chiedeva al Parlamento l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche nell’indagine sulla doppia illecita scalata bancaria Bnl-Unipol e Antonveneta-Bpl, in cui comparivano le conversazioni di alcuni parlamentari tra cui uomini di primo piano dei due principali partiti di allora, DS e Forza Italia.
Riferiva l’ordinanza di conversazioni tra soggetti “parallelamente impegnati in ordine a parallele e intrecciate attività illecite di analoga natura […]” le quali "[…] vedevano coinvolti alcuni esponenti anche di spicco del mondo politico in un’evidente logica di lottizzazione del sistema bancario e finanziario nazionale”.
Ma le critiche feroci della casta si concentravano soprattutto sulla sua parte conclusiva: “A parere di questa A.G. sarà proprio il placet del Parlamento a rendere possibile la procedibilità penale nei confronti di suoi membri - inquietanti interlocutori di numerose di dette conversazioni […] - i quali all’evidenza appaiono non passivi ricettori di informazioni pur penalmente rilevanti né personaggi animati da sana tifoseria per opposte forze in campo, ma consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata che si stava consumando proprio ai danni dei piccoli e medi risparmiatori, in una logica di lottizzazione e di manipolazione del sistema bancario e finanziario nazionale.”
Di grande valore civile le parole pronunciate dal magistrato subito dopo la sentenza assolutoria del CSM, con un pensiero rivolto al collega di Catanzaro che, proprio in virtù di analoga straordinaria professionalità, ha patito in questi mesi le stesse amarezze: “Prima o poi la giustizia trionfa, avere fiducia ripaga. E siccome il tempo è galantuomo, spero che anche il collega De Magistris abbia giustizia”.
Per una volta la nomenklatura non commenta, preferendo defilarsi con la coda tra le gambe.
Il gip Clementina Forleo è stata assolta.
Infatti il CSM venerdì scorso ha sancito che non c’è stato alcun illecito disciplinare da parte del magistrato diventato, suo malgrado, il gip più famoso d’Italia per aver emesso l’ordinanza in cui chiedeva al Parlamento l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche nell’indagine sulla doppia illecita scalata bancaria Bnl-Unipol e Antonveneta-Bpl, in cui comparivano le conversazioni di alcuni parlamentari tra cui uomini di primo piano dei due principali partiti di allora, DS e Forza Italia.
Riferiva l’ordinanza di conversazioni tra soggetti “parallelamente impegnati in ordine a parallele e intrecciate attività illecite di analoga natura […]” le quali "[…] vedevano coinvolti alcuni esponenti anche di spicco del mondo politico in un’evidente logica di lottizzazione del sistema bancario e finanziario nazionale”.
Ma le critiche feroci della casta si concentravano soprattutto sulla sua parte conclusiva: “A parere di questa A.G. sarà proprio il placet del Parlamento a rendere possibile la procedibilità penale nei confronti di suoi membri - inquietanti interlocutori di numerose di dette conversazioni […] - i quali all’evidenza appaiono non passivi ricettori di informazioni pur penalmente rilevanti né personaggi animati da sana tifoseria per opposte forze in campo, ma consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata che si stava consumando proprio ai danni dei piccoli e medi risparmiatori, in una logica di lottizzazione e di manipolazione del sistema bancario e finanziario nazionale.”
Di grande valore civile le parole pronunciate dal magistrato subito dopo la sentenza assolutoria del CSM, con un pensiero rivolto al collega di Catanzaro che, proprio in virtù di analoga straordinaria professionalità, ha patito in questi mesi le stesse amarezze: “Prima o poi la giustizia trionfa, avere fiducia ripaga. E siccome il tempo è galantuomo, spero che anche il collega De Magistris abbia giustizia”.
Per una volta la nomenklatura non commenta, preferendo defilarsi con la coda tra le gambe.
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