Iniziamo il dopo Ferragosto in modo leggero.
Questa volta non parliamo di politica in senso stretto ma vogliamo dimostrare come i media facciano politica in forme spesso più pervasive e subdole dei vari Berlusconi, Franceschini e compagnia perdente...
Leggiamo dal Corriere della Sera.it, un articolo sulla salute che, ad un primo approccio, sembrerebbe politicamente innocuo.
Viene lanciato un grido d’allarme su una nuova patologia che si starebbe diffondendo a macchia d’olio soprattutto tra la popolazione adulta e di buon livello culturale: l’ortoressia.
Un neologismo, minacciosamente coniato in prossimità di quello di anoressia, per definire il presunto disordine alimentare di chi rifiuta cibi contaminati da pesticidi per acquistare solo quelli naturali, come ad esempio i prodotti biologici.
A questo punto, qualcuno rileggerà le ultime parole per accertarsi se ha capito male o se, magari, un qualche refuso abbia accidentalmente invertito il senso della frase appena letta.
Ma si tranquillizzi, ha letto e capito benissimo.
Questa tremenda malattia, recente invenzione dei media, consisterebbe proprio nel rifiutare il cibo poco genuino per prediligere quello più naturale, condannandosi in questo modo, dato l’inquinamento ambientale ormai dilagante, a mangiare di meno (fra l'altro, il cibo naturale costa di più) e, udite udite, in solitudine, poiché la maggioranza delle persone è costretta a mangiare quello che passa il convento, cioè cibo non di rado sofisticato e adulterato.
Gravissima patologia, con effetti potenzialmente mortali, assicurano gli esperti citati dal quotidiano.
Ma torniamo indietro.
Già il titolo è tutto un programma: "Di cibo sano si può morire".
Vi citiamo alcune perle dell’articolo, in primis il ritratto dell’ortoressico, cioè di colui che sarebbe affetto da tale patologia:
"È difficile fare un censimento della popolazione ortoressica, anche perché contrariamente agli anoressici o ai bulimici le persone che soffrono di questo disturbo possono essere assolutamente normali fisicamente."
Il giornale non vuole dirlo, ma sotto sotto fa capire che questi gravi malati sono apparentemente in buona salute.
Ma il massimo della comicità arriva quando la curatrice del pezzo, Emanuela Di Pasqua, cerca di mettere a fuoco i sintomi della malattia:
Leggiamo dal Corriere della Sera.it, un articolo sulla salute che, ad un primo approccio, sembrerebbe politicamente innocuo.
Viene lanciato un grido d’allarme su una nuova patologia che si starebbe diffondendo a macchia d’olio soprattutto tra la popolazione adulta e di buon livello culturale: l’ortoressia.
Un neologismo, minacciosamente coniato in prossimità di quello di anoressia, per definire il presunto disordine alimentare di chi rifiuta cibi contaminati da pesticidi per acquistare solo quelli naturali, come ad esempio i prodotti biologici.
A questo punto, qualcuno rileggerà le ultime parole per accertarsi se ha capito male o se, magari, un qualche refuso abbia accidentalmente invertito il senso della frase appena letta.
Ma si tranquillizzi, ha letto e capito benissimo.
Questa tremenda malattia, recente invenzione dei media, consisterebbe proprio nel rifiutare il cibo poco genuino per prediligere quello più naturale, condannandosi in questo modo, dato l’inquinamento ambientale ormai dilagante, a mangiare di meno (fra l'altro, il cibo naturale costa di più) e, udite udite, in solitudine, poiché la maggioranza delle persone è costretta a mangiare quello che passa il convento, cioè cibo non di rado sofisticato e adulterato.
Gravissima patologia, con effetti potenzialmente mortali, assicurano gli esperti citati dal quotidiano.
Ma torniamo indietro.
Già il titolo è tutto un programma: "Di cibo sano si può morire".
Vi citiamo alcune perle dell’articolo, in primis il ritratto dell’ortoressico, cioè di colui che sarebbe affetto da tale patologia:
"È difficile fare un censimento della popolazione ortoressica, anche perché contrariamente agli anoressici o ai bulimici le persone che soffrono di questo disturbo possono essere assolutamente normali fisicamente."
Il giornale non vuole dirlo, ma sotto sotto fa capire che questi gravi malati sono apparentemente in buona salute.
Ma il massimo della comicità arriva quando la curatrice del pezzo, Emanuela Di Pasqua, cerca di mettere a fuoco i sintomi della malattia:
"Si inizia con l'escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i criteri di ammissibilità di un alimento diventano sempre più restrittivi. Alla fine l'ortoressico consuma il proprio pasto in solitudine (caratteristica comune anche all'anoressia e alla bulimia), si isola socialmente e arriva ad avere una dieta talmente povera da poter riportare gravi danni sul piano nutrizionale. Qualcuno è già morto di questa ossessione, tanto più pericolosa quanto più è difficile da identificare e diagnosticare."
Voi capirete, su quale terreno accidentato ci si è spinti, a parte il fatto che prima di lanciare un segnale così inquietante sulla stampa, i media dovrebbero dimostrare che i pesticidi fanno bene alla salute (non soltanto a quella dell’industria farmaceutica) o che, almeno, facciano meno vittime di quante ne provocherebbe questa nuova pericolosissima malattia.
Ma il messaggio subliminale è chiarissimo: se voi, sudditi, vi opponete ai prodotti dell’agroindustria trattati con pesticidi, fitofarmaci e, perché no, basati sugli OGM, non solo non state conducendo una legittima battaglia di idee ma non difendete neppure la vostra salute.
Anzi, il vostro aperto dissenso dimostra che molto probabilmente già siete stati colpiti da questa sindrome letale e che, quindi, dovete essere curati al più presto.
Ma il messaggio subliminale è chiarissimo: se voi, sudditi, vi opponete ai prodotti dell’agroindustria trattati con pesticidi, fitofarmaci e, perché no, basati sugli OGM, non solo non state conducendo una legittima battaglia di idee ma non difendete neppure la vostra salute.
Anzi, il vostro aperto dissenso dimostra che molto probabilmente già siete stati colpiti da questa sindrome letale e che, quindi, dovete essere curati al più presto.
Senza saperlo siamo diventati all’improvviso tutti gravemente malati e socialmente pericolosi...
Caro Beppe Grillo, ci dispiace disturbarti, ma c'è altro lavoro per te.
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