Sull'Amaca odierna, Michele Serra fa finta di non sapere che Grillo non è un parlamentare, non
ricopre alcuna carica politica. Pertanto da cosa si dovrebbe dimettere
(come lui stesso ripete da qualche giorno)?
Sì, è vero, è il fondatore del M5S: e allora? Dovrebbe forse rinnegare la paternità del suo Movimento? Un po’ come se Eugenio Scalfari rinnegasse di essere il fondatore di Repubblica. E’ chiaro che assistiamo al delirio livoroso di un sinistroide in panni radical chic.
Per far contento Serra, Grillo dovrebbe forse chiudere il blog? Compagni, alla faccia della libertà di pensiero (e di stampa)!
E dove sta scritto che una forza politica che, comunque, ha preso il 21% dei voti, 2° partito italiano, dovrebbe disconoscere il suo padre fondatore, grande artefice, solo 15 mesi fa, di un vero e proprio miracolo del consenso?
Insomma, giusto per fare un favore a Serra, al soldo della corazzata di De Benedetti, il gruppo editoriale che da anni, con un accanimento inspiegabile, getta palate di fango su Grillo e il suo Movimento.
E poi se proprio dovessimo parlare di coerenza, com’è che Serra non ha avuto nulla da obiettare nei confronti di Renzi quando, tre mesi fa, il sindaco di Firenze si è insediato a Palazzo Chigi con la più classica delle congiure di palazzo, dopo aver spergiurato in lungo e largo che mai sarebbe diventato premier senza prima un passaggio elettorale?
E magari piuttosto che scandalizzarsi di un’alleanza di comodo in funzione anti-euro per costituire a Bruxelles un gruppo parlamentare con un “tizio inglese” (che, malgrado il minimalismo di Serra, ha scalzato in un colpo solo laburisti, conservatori e socialdemocratici, non a Topolinia, ma in Gran Bretagna), Serra com’è che non si straccia le vesti (sì, quelle radical chic!) per il fatto che il primo atto del suo “Uomo dei Sogni” è stato di siglare un patto segreto con il Pregiudicato, condannato per frode fiscale, per fare la riforma della Costituzione? Il quale forse non sogna, come nota ingenuamente Serra,“il ritorno delle donne ai fornelli” ma, per fugare preventivamente qualsiasi dubbio in proposito, fino a poco tempo fa organizzava vivaci festini notturni coordinando schiere di ragazze in abiti succinti mentre si industriavano quali procaci infermiere tuttofare… Eppure quest’uomo, solo qualche giorno prima del 25 maggio, ha messo in fila i voti necessari per non far cadere il governo Renzi!
Ma si sa: bisogna avere la vista acuta di Serra per rendersi conto che la pagliuzza nell’occhio di Grillo è molto, ma molto più gigantesca della trave nel proprio occhio.
Sì, è vero, è il fondatore del M5S: e allora? Dovrebbe forse rinnegare la paternità del suo Movimento? Un po’ come se Eugenio Scalfari rinnegasse di essere il fondatore di Repubblica. E’ chiaro che assistiamo al delirio livoroso di un sinistroide in panni radical chic.
Per far contento Serra, Grillo dovrebbe forse chiudere il blog? Compagni, alla faccia della libertà di pensiero (e di stampa)!
E dove sta scritto che una forza politica che, comunque, ha preso il 21% dei voti, 2° partito italiano, dovrebbe disconoscere il suo padre fondatore, grande artefice, solo 15 mesi fa, di un vero e proprio miracolo del consenso?
Insomma, giusto per fare un favore a Serra, al soldo della corazzata di De Benedetti, il gruppo editoriale che da anni, con un accanimento inspiegabile, getta palate di fango su Grillo e il suo Movimento.
E poi se proprio dovessimo parlare di coerenza, com’è che Serra non ha avuto nulla da obiettare nei confronti di Renzi quando, tre mesi fa, il sindaco di Firenze si è insediato a Palazzo Chigi con la più classica delle congiure di palazzo, dopo aver spergiurato in lungo e largo che mai sarebbe diventato premier senza prima un passaggio elettorale?
E magari piuttosto che scandalizzarsi di un’alleanza di comodo in funzione anti-euro per costituire a Bruxelles un gruppo parlamentare con un “tizio inglese” (che, malgrado il minimalismo di Serra, ha scalzato in un colpo solo laburisti, conservatori e socialdemocratici, non a Topolinia, ma in Gran Bretagna), Serra com’è che non si straccia le vesti (sì, quelle radical chic!) per il fatto che il primo atto del suo “Uomo dei Sogni” è stato di siglare un patto segreto con il Pregiudicato, condannato per frode fiscale, per fare la riforma della Costituzione? Il quale forse non sogna, come nota ingenuamente Serra,“il ritorno delle donne ai fornelli” ma, per fugare preventivamente qualsiasi dubbio in proposito, fino a poco tempo fa organizzava vivaci festini notturni coordinando schiere di ragazze in abiti succinti mentre si industriavano quali procaci infermiere tuttofare… Eppure quest’uomo, solo qualche giorno prima del 25 maggio, ha messo in fila i voti necessari per non far cadere il governo Renzi!
Ma si sa: bisogna avere la vista acuta di Serra per rendersi conto che la pagliuzza nell’occhio di Grillo è molto, ma molto più gigantesca della trave nel proprio occhio.
Nessun commento:
Posta un commento