mercoledì 12 novembre 2014

Fuggire dall'Euro! L'unica chance dopo le parole agghiaccianti di Draghi

Parole agghiaccianti quelle pronunciate oggi da Mario Draghi, governatore della BCE, intervenuto  all'Università Roma Tre ad un convegno su Federico Caffé, a 100 anni dalla sua nascita. 
Mentre all'esterno della facoltà di Economia un corteo di studenti veniva "contenuto" dalle solite manganellate dalla polizia di Renzi.
Insomma, dopo gli operai  (della Thyssen Krupp), a subire la scure della finanza è ora la volta degli studenti.
"Non si tratta di perdere la sovranità", quella l'hanno persa i Paesi troppo indebitati, "ma di acquistarla condividendola con altri Paesi dell'Eurozona"
Parole che delineano, senza mezze misure, l'incubo kafkiano in cui è piombata l'Italia da quando ha aderito alla moneta unica.
Il re è nudo. Ormai non siamo più padroni di nulla: neppure della povertà, quella di cui erano così orgogliosi i nostri genitori e i nostri nonni, che pure combattevano instancabilmente, giorno dopo giorno, per assicurarci un futuro migliore.
Siamo purtroppo in balìa di un gruppo di banchieri che, numeri alla mano, dopo averci depredato di ogni ricchezza per coprire i loro tragici errori di gestione, adesso hanno rialzato la testa e, irriconoscenti, vogliono pure cacciarci fuori dalla nostra terra e dalle nostre case. 
In nome del dio Euro, senza che nessuno in tutto questo tempo ci abbia mai avvisato, nè interpellato prima  di spingerci giù nel precipizio.
Come tutto ciò sia compatibile con la nostra democrazia resta un mistero. 
Ma qualcuno, la nostra classe dirigente, i politici, dovranno pure rendere conto di fronte al Paese di aver permesso la sua occupazione silenziosa e inesorabile: quella portata avanti, anonimamente, sui monitor azzurrognoli dei borsini, a colpi di spread, del prosciugamento progressivo della liquidità, di una disoccupazione generalizzata, della cessione ormai già consumata della nostra sovranità.
Ma chi sono costoro che possono venire a comandare a casa nostra? 
Dove sta il Presidente della Repubblica, il Parlamento, il Governo, la nomenklatura di destra e di sinistra dell'ultimo ventennio che hanno permesso, per il proprio vantaggio personale e familiare, la perpetrazione di un simile disegno eversivo?
Perché qui i reati di alto tradimento, di attentato al funzionamento degli organi costituzionali, di eversione, ci sono tutti. E qualcuno dovrà pur pagare per tale ecatombe morale prima ancora che finanziaria ed economica!
Ancora una volta Beppe Grillo aveva visto giusto: tutti a casa (e molti in galera!).
Ed uscire dall'Euro diventa ora un imperativo categorico e non procrastinabile per ogni Italiano che abbia a cuore la propria terra, voglia tutelare le proprie radici, prima che i lanzichenecchi la saccheggino per l'ultima volta riportandola, come sentenziava cinicamente il cancelliere austriaco Metternich, ad un'espressione geografica.
Ma se questo è lo scenario, il premier Matteo Renzi, che non può non conoscerlo, ci sta soltanto spudoratamente prendendo in giro.
Tutto è perduto, fuorché l'onore: ma per riprendercelo, dobbiamo fare in fretta. 
Fuori dall'Euro, il prima possibile!



Nessun commento: