La missione impossibile del M5S, nel sogno di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, ha raggiunto un obiettivo di grandissimo rilievo: le due capitali d'Italia, Roma e Torino, hanno un'amministrazione a 5 Stelle guidata da due giovani e intraprendenti donne. Per la prima volta, davanti alle telecamere, si sono sentite parole nuove, che mai nessun sindaco prima di loro aveva pronunciato: "hanno vinto i cittadini", la "porta del comune sarà sempre aperta", "i cittadini ci aiuteranno nel difficile compito" perché "hanno vinto loro".
Non è solo retorica: per la prima volta gli elettori hanno sentito ieri sera di essere rappresentati da una di loro che ha parlato con semplicità e schiettezza, con il cuore in mano.
Chiamarla rivoluzione, anche nei modi della comunicazione politica, non sembra azzardato.
Non più politici che danno lezione ai cittadini; piuttosto cittadini che hanno deciso che la cosa pubblica è questione troppo importante, da affrontare direttamente, senza delegarla più a professionisti della politica come quelli del PD, partito uscito dal test amministrativo con le ossa rotte.
La vittoria di misura a Milano nasconde parzialmente la Stalingrado piddina che, tuttavia, è impietosa nelle cifre. La cosa drammatica è che non si tratta di una semplice battuta d'arresto ma di un complessivo arretramento dalla società civile che il PD di Renzi e gli ex comunisti non sono più in grado di interpretare prima ancora che rappresentare: tanti voti in libera uscita che non torneranno più perché è venuto meno il collante ideologico che li teneva insieme. E la colpa è tutta dei dirigenti del PD degli ultimi vent'anni, da quando si chiamava PDS o DS.
Rinchiusi nel Palazzo ed intenti soltanto a difendere i propri sontuosi privilegi hanno dimenticato la propria base elettorale a cui hanno riservato troppo spesso indifferenza e disprezzo, infischiandosene ampiamente delle sue istanze, usandola strumentalmente per restare a galla. La base piddina ha atteso per anni un cambio di passo; alla fine ha presentato il conto, senza fare sconti.
In fondo abbiamo assistito con queste Amministrative al trionfo della politica, intesa nel senso più alto del termine: non più un esercito di mercenari che agisce per conto terzi dietro lauti appannaggi ma una pattuglia di cittadini che è entrata nelle Istituzioni dalla porta principale, rispettando fino all'ultima regola, decisa a cambiare per il bene comune.
Perché esiste ancora un bene comune, al di là degli steccati ideologici entro i quali si è asserragliata la vecchia politica. Che non ha più nulla da dire.
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