Cos'abbia voluto esprimere Gennaro Genna nel suo intervento odierno su l'Espresso non è chiaro: la sua pare un'allucinazione suscitata dallo smacco subito il 4 marzo.
Un viaggio psicanalitico dentro lo shock di quella notte, da cui evidentemente non si è più ripreso.
L'odierno dramma dei piddini: vivono in una dimensione che non è più la loro, rifiutano il mondo attorno, covano un risentimento nei confronti del prossimo, colpevole di aver infranto i loro sogni nutriti fin dalla più tenera età: la cosa pubblica che è tale solo perché la gestiscono loro, la democrazia che è tale se il popolo vota per loro, altrimenti l’Italia si trasfigura in "territorio melodioso di odii sotterranei, che esplodono in ascessi giganteschi e subitanei"
Riecheggiano bolse le pagine di Musil nella Vienna che si risveglia senza qualità alla caduta dell'impero asburgico.
Ha da passà 'a nuttata: ma stavolta la notte piddina rischia di non passare.
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