In queste ore scorrono sulle televisioni occidentali le crude e disumane immagini del tirannicidio di Gheddafi. Lo sceriffo yankee ha ancora una volta affermato l'unica legge che conosce, che è quella del Far West. La comunità internazionale la ha avallata, propinandoci in questi mesi l'ennesima fiction sulla guerra umanitaria, mentre si trattava dell'ultima famelica zampata colonialista del gigante americano, gravemente ammalato, che ha cercato anche in questo modo di riesumare la potenza di un tempo.
L'Europa ha svolto la sua consueta sporca parte di fiancheggiamento politico militare della spedizione a stelle e strisce, cercando di lucrarne, in ordine sparso, qualche vantaggio economico.
E nell'ennesima guerra del petrolio i morti non si contano più e, soprattutto, non contano niente.
L'Italia di Berlusconi ha tenuto a confermare la sua proverbiale fama di paese vile e inaffidabile, una torbida macchietta in un contesto globale dove la barbarie la fa da padrona.
Le leggi del diritto internazionale sono state fatte carta straccia, né più né meno della nostra Costituzione, con buona pace di chi, in questa drammatica ma non seria stagione, guarda al Quirinale con fiducia.
Ricordarsi adesso che il presidente USA Barack Obama ha ricevuto solo un paio d'anni fa il premio Nobel per la pace fa venire l'orticaria. Come pure pensare alle accuse pervenuteci nei mesi scorsi dall'America sulla giustizia medievale italiana per la vicenda giudiziaria scaturita dal delitto di Meredith Kercher. Mentre lì il boia lavora a ritmi infernali, dentro e fuori gli States.
Conclusione: nell'anno del Signore 2011, la comunità internazionale non è stata in grado di assicurare ad uno straccio di tribunale sotto l'egida dell'Onu il tiranno per chiedergli conto di tutti i crimini e le nefandezze compiute. Che adesso spariscono insieme a lui ed ai suoi mille inconfessati segreti.
Mentre l'occidente è scosso da turbolenze planetarie di inaudita portata e dagli esiti incontrollabili.