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lunedì 25 luglio 2011

L'attentato di Oslo: quando le armi di 'distrazione' di massa non reggono più

Il sanguinoso attentato di Oslo, ideato, organizzato e portato a termine dal 32enne Breivik, norvegese doc, biondo e dagli occhi azzurri, che si autodefinisce cristiano fondamentalista, ha finito per rovinare i piani di quanti nelle redazioni dei media di tutto il mondo si stavano accingendo ad imbastire l'ennesima crociata anti Islam, che avrebbe preparato l'opinione pubblica a chissà quale altro conflitto militare.
Nel nostro piccolo cortile di casa, praticamente da subito le corazzate della destra berlusconiana  hanno vomitato parole di fuoco contro il mondo arabo.
Il Giornale sabato titolava 'Sono sempre loro - CI ATTACCANO'; il Tempo 'LA GUERRA CONTINUA'; Libero già dava fuoco alle polveri: 'Con l'Islam il buonismo non paga'.
Insomma una colletiva dichiarazione di guerra già fatta recapitare a chiunque abbia, in questo mondo psicolabile, la pelle leggermente ambrata e l'inflessione mediorientale: un profluvio di parole cariche di odio e di violenza, in grado di avallare qualsiasi futura azione militare contro chicchessia. 
In attesa di rispolverare il peggio di Oriana Fallaci, ci pensava Fiamma Nirestein  a spargere veleno sentenziando sicura sulla  'guerra dell'islamismo contro la nostra civiltà'.
Insomma, se il giovane Breivik è un criminale solitario che appicca il fuoco dello scontro di civiltà con un atto terroristico di inaudità ferocia, non si contano i pennivendoli che, prendendo le classiche lucciole per lanterne, vi hanno soffiato sopra.
E non parliamo solo dei giornali cari al Cavaliere, questa volta è un po' tutta l'informazione di regime ad aver capitolato affibbiando l'etichetta di Al Quaeda alla strage norvegese ancor prima che se ne capisse qualcosa.
A dimostrazione del fatto che, nel democraticissimo Belpaese, con una buona copertura mediatica si può fare di tutto, pure la guerra, senza neppure doversi spendere in tanti giri di parole: bastano le armi di distrazione di massa a quietarci all'istante.
Fuori dall'ipocrisia di Palazzo, non è forse così che noi Italiani stiamo bombardando Afghanistan e Libia, nonostante la Costituzione ce lo impedisca categoricamente?