domenica 25 maggio 2008

Quando la politica vola troppo alto

Alcuni passaggi del discorso di Veltroni al forum dei circoli lombardi del Partito Democratico rivelano, più di quanto non sia stato letto e discusso in questi mesi, che il giovane Walter si trova a svolgere un ruolo, quello di capo partito, che gli comincia a stare stretto perché troppo al di sotto delle sue possibilità. Sì, avete letto bene, al di sotto.
A conferma di ciò basta sfilare alcune perle da lui pronunciate nell’incontro tenuto ieri a Milano.
"L'Unione è un'alleanza che non basta perchè può far vincere le elezioni ma il problema è che bisogna vincerle anche la volta dopo. Noi pensiamo solo ad un'alleanza dove al centro c'è il programma e per questo guardiamo a tutti, compresa una parte della sinistra Arcobaleno".
"Quando però alle manifestazioni sento slogan come '10-100-1000 Nassiriya' penso che siamo agli antipodi di ciò che bisogna fare"
.
"Noi volevamo cambiare le regole se avessimo vinto ma le vogliamo cambiare anche adesso che siamo all'opposizione. Tra cinque anni governeremo noi e dobbiamo avere un Paese che consenta un'azione riformista".
"Il governo Prodi ha fatto bene, ma la sua maggioranza ha fatto male e questo ha creato una situazione difficile".
Sono affermazioni veramente illuminanti; esaminiamole con attenzione.
Per quanto riguarda l’insufficiente tenuta politica dell’Unione, la preoccupazione di Veltroni sarebbe dovuta al fatto che egli non si accontenterebbe di un solo quinquennio di governo, dando già ora per certa la sconfitta alla successiva tornata elettorale (calendario alla mano, sta parlando del 2018!). Quindi, lascia intendere, meglio cominciare a perderle subito andando da soli anche alle Politiche del 2013 (quando cioè si dovrebbe tornare a votare dopo i 5 anni dell’attuale governo Berlusconi IV, il cui intero mandato, a questo punto, dà per scontato).
Un ragionamento esemplare: da adesso in poi appelleremo Walter Veltroni semplicemente The Genius!
Ma questo è solo un assaggio, perché per farci apprezzare fino in fondo le sue grandi capacità di fine politico arriva subito dopo una stoccata: sì ad aperture alla Sinistra Arcobaleno ma… sbattiamole subito la porta in faccia attribuendole l’indecente '10-100-1000 Nassiriya' .
Ricordate?
Era lo slogan a suo tempo evocato dal centrodestra per addossarne la paternità alla sinistra pacifista, grazie al quale molti esponenti di Alleanza Nazionale o di Forza Italia si sono sottratti per mesi nei talk show televisivi alle loro responsabilità sullo sciagurato intervento militare italiano nell’assurda guerra irachena.
Attribuire alla Sinistra Arcobaleno parole mai dette dai suoi esponenti politici, pronunciate in piazza da qualche scalmanato, per di più di dubbia appartenenza politica, è un ben misero e squallido espediente che denota la sua grande onestà intellettuale e l’enorme statura politica.
A corto di argomentazioni e non sapendo guardare al di là del proprio naso, Veltroni getta discredito sulla Sinistra mettendole in bocca cose che non stanno né in cielo né in terra, rispolverando metodi di lotta politica che si pensava fossero definitivamente seppelliti da tempo immemorabile anche in Russia.
La sua certezza di vincere tra cinque anni ci lascia poi di stucco: aveva commesso l’errore, sia pure solo psicologico, di non prevedere ad una manciata di giorni dal 13 aprile quale disastro elettorale lo attendesse ma ora, finalmente, sente la vittoria vicina. Tra cinque anni.
Che dire? The Genius è più bravo di Nostradamus!
E poi, quale migliore auspicio per Berlusconi apprendere dal leader dell’opposizione che il suo governo durerà per l’intera legislatura?
Non pago degli attestati di illimitata stima ricevuti dal centrodestra, l’impareggiabile Walter lascia alla riflessione domenicale dei circoli forse la sua più acuta intuizione: il governo Prodi ha fatto bene ma la sua maggioranza ha fatto male.
Se nel PD ci fosse qualcuno ancora restio a firmargli una cambiale in bianco, adesso dopo questa sua ultima folgorazione, ne siamo certi, si sarà definitivamente votato alla sua causa.
E’ la profondità di pensiero che sconvolge.
Perché The Genius introduce nel dibattito politico un livello di astrattezza tale da sembrare, per noi comuni mortali, aria fritta: un governo può far bene ma la sua coalizione, per le stesse ragioni, fa male.
E’ una riflessione così sottile e penetrante da farci venire il mal di testa.
Comprendiamo solo adesso pienamente quale rinuncia sia stato imposta al cinema italiano nel non poter più contare a tempo pieno, per i sopravvenuti impegni politici di vertice, sul puntuale pungolo delle sue sagaci recensioni.
Ma siamo fiduciosi che gli sia al più presto consentito, grazie all’avvicendamento con qualche collega di partito, purtroppo certamente meno dotato di lui, di tornare alle sue mai archiviate carte di critico cinematografico.

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