E’ finalmente cominciato ieri in seduta pubblica il procedimento disciplinare contro Luigi De Magistris, il pm di Catanzaro, titolare fino a qualche mese fa di importanti inchieste giudiziarie come Why not e Toghe lucane.
Ma c’è stato subito un colpo di scena: il pm De Magistris ha presentato una doppia denuncia.
Una alla procura di Salerno per la fuga di notizie durante i lavori della I commissione del CSM investita del suo caso; l’altra contro il consigliere laico Letizia Vacca, in quota Pdci, per averlo diffamato a seguito delle note dichiarazioni su di lui ed il gip di Milano Clementina Forleo: “Sono cattivi magistrati” sbottò davanti ai giornalisti.
La Vacca ha così commentato l’iniziativa di De Magistris (1): “Cado dalle nuvole: non ho anticipato alcun giudizio. Le mie erano valutazioni su un profilo, quello mediatico, che non è oggetto delle decisioni in commissione. Peraltro ragionavo di un fatto indubbio sul quale, di recente, anche il capo dello Stato e la stessa Anm hanno preso posizione bocciando le eccessive esternazioni delle toghe”.
Risposta inconsistente e imbarazzatissima quella del consigliere laico, se non altro perché chiama in causa il Presidente della Repubblica in modo del tutto inappropriato; infatti, il Capo dello Stato in più occasioni ha richiamato la necessità di garantire pienamente il rispetto e l’autonomia della magistratura.
Soltanto un mese fa da New York, dove si trovava, il presidente Napolitano così tuonava: “Bisogna ben pesare le parole che si dicono sulla magistratura, sulle tendenze di una parte di essa, su singoli magistrati o singole procure. Occorre evitare di dare giudizi che appaiano una delegittimazione della magistratura” pur riconoscendo che anche i magistrati “devono avere il senso del limite e rispettare le regole che servono innanzitutto a garantire la loro autorevolezza”.
Ma nelle parole irrituali pronunciate dalla vicepresidente Vacca a sua giustificazione, non c’è solo un chiaro sgarbo istituzionale; c’è molto di più: la conferma, come da più parti è stato osservato, di un suo palese pregiudizio nei confronti dei due magistrati; per giunta, muovendo loro proprio quell’accusa che, nella circostanza, le si può facilmente contestare: eccessive esternazioni.
Con una differenza capitale: mentre i due “cattivi magistrati” non si sono mai azzardati a parlare delle inchieste in corso anticipando giudizi su fatti e persone, la professoressa Vacca è incorsa proprio in questo gravissimo ed imperdonabile infortunio.
Ci si domanda, a questo punto, data la condizione deplorevole in cui si è ficcata da sola, come possa continuare a lavorare su procedimenti disciplinari tanto delicati come quelli attualmente all’attenzione del Csm e che riguardano i due “cattivi magistrati”.
Ma c’è stato subito un colpo di scena: il pm De Magistris ha presentato una doppia denuncia.
Una alla procura di Salerno per la fuga di notizie durante i lavori della I commissione del CSM investita del suo caso; l’altra contro il consigliere laico Letizia Vacca, in quota Pdci, per averlo diffamato a seguito delle note dichiarazioni su di lui ed il gip di Milano Clementina Forleo: “Sono cattivi magistrati” sbottò davanti ai giornalisti.
La Vacca ha così commentato l’iniziativa di De Magistris (1): “Cado dalle nuvole: non ho anticipato alcun giudizio. Le mie erano valutazioni su un profilo, quello mediatico, che non è oggetto delle decisioni in commissione. Peraltro ragionavo di un fatto indubbio sul quale, di recente, anche il capo dello Stato e la stessa Anm hanno preso posizione bocciando le eccessive esternazioni delle toghe”.
Risposta inconsistente e imbarazzatissima quella del consigliere laico, se non altro perché chiama in causa il Presidente della Repubblica in modo del tutto inappropriato; infatti, il Capo dello Stato in più occasioni ha richiamato la necessità di garantire pienamente il rispetto e l’autonomia della magistratura.
Soltanto un mese fa da New York, dove si trovava, il presidente Napolitano così tuonava: “Bisogna ben pesare le parole che si dicono sulla magistratura, sulle tendenze di una parte di essa, su singoli magistrati o singole procure. Occorre evitare di dare giudizi che appaiano una delegittimazione della magistratura” pur riconoscendo che anche i magistrati “devono avere il senso del limite e rispettare le regole che servono innanzitutto a garantire la loro autorevolezza”.
Ma nelle parole irrituali pronunciate dalla vicepresidente Vacca a sua giustificazione, non c’è solo un chiaro sgarbo istituzionale; c’è molto di più: la conferma, come da più parti è stato osservato, di un suo palese pregiudizio nei confronti dei due magistrati; per giunta, muovendo loro proprio quell’accusa che, nella circostanza, le si può facilmente contestare: eccessive esternazioni.
Con una differenza capitale: mentre i due “cattivi magistrati” non si sono mai azzardati a parlare delle inchieste in corso anticipando giudizi su fatti e persone, la professoressa Vacca è incorsa proprio in questo gravissimo ed imperdonabile infortunio.
Ci si domanda, a questo punto, data la condizione deplorevole in cui si è ficcata da sola, come possa continuare a lavorare su procedimenti disciplinari tanto delicati come quelli attualmente all’attenzione del Csm e che riguardano i due “cattivi magistrati”.
(1): la Repubblica dell'11/01/2008
Nessun commento:
Posta un commento