giovedì 16 aprile 2009

"Normalizzare" Anno Zero: un boomerang per la casta

L’attacco frontale alla trasmissione di Michele Santoro Anno Zero è la conferma, sbattuta in faccia anche ai più scettici e distratti, che l’Italia non è più uno stato di diritto ma si sta avviando a rivivere esperienze politiche simili a quelle dei paesi sudamericani degli anni settanta.
Parlare di regime è ormai inutile; perché dentro il regime ci siamo già.
Abbiamo i vertici delle istituzioni che, grazie al lodo Alfano, non sono più sottoposti alla legge; abbiamo un sistema radiotelevisivo saldamente nelle mani di un solo uomo, Silvio Berlusconi, il quale non solo comanda una corazzata mediatica praticamente in monopolio ma, da quando è diventato presidente del Consiglio (nonostante l’evidente incompatibilità per essere titolare di concessioni pubbliche) ha sguinzagliato i suoi uomini alla Rai per avere il controllo totale anche della televisione e radio pubblica.
Tutto ciò in disprezzo delle normative europee, delle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia europea.
Abbiamo un’opposizione rappresentata da un Partito Democratico, imploso su se stesso, il cui tratto distintivo è stato sin dalla nascita, chissà perché, quello di separare politica da legalità.
Cosicché per la gente di sinistra non c’è più riparo alcuno se non tentare la strada dell’Italia dei Valori, il partito dell’ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro, che ha avuto perlomeno il merito di tenere fermo il timone, nonostante la tempesta in atto, sull’idea ormai clandestina che la legge deve essere uguale per tutti.
Perché, per la classe dirigente del Pd, ciò non è più vero e più dei principi contano i comitati d’affari.
La censura a Santoro e a Vauro svelano adesso il vero volto del regime berlusconiano: che a chiacchiere, snobba il ruolo determinante dei media nella formazione dell’opinione pubblica e nell’orientamento elettorale ma, nei fatti, lo considera così essenziale per la propria sopravvivenza politica da usare il pugno di ferro contro chiunque manifesti pubblicamente un minimo di senso critico, mettendo a fuoco, come ha fatto la trasmissione di Santoro, anche quello che non è andato per il verso giusto nella fase di emergenza della tragedia abruzzese.
Sono così consapevoli, gli uomini del Pdl, del loro malgoverno che si preoccupano solo di non farlo sapere in giro; gravissima ingenuità, perché tranne i due poli, tutti ne sono consapevoli.
E con l’informazione al tappeto, la casta è nuda.
Abbiamo una classe politica ormai del tutto screditata che non riesce neppure a difendere i principi costituzionali della libertà di pensiero e di opinione: così, Dario Franceschini, nuovo leader del Pd, che pronunciò nel febbraio scorso il discorso d’investitura a Ferrara proprio sulla Costituzione, nell’occasione fa una difesa così debole di quei principi che è un po' come se li rinnegasse.
Uno spettacolo indecoroso! Tutti a casa, è l’unico invito che umilmente ci sentiamo di rivolgere alla casta, di fronte a questo ennesimo, imbarazzante spettacolo.
Solidarietà al team di Anno Zero!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un buon esempio di quale sia il livello della "normalizzazione" televisiva è dato dall'incredibile prova di servilismo di Lorena Bianchetti a Domenica In:

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=15639

Parlare di "prostituzione" in un caso del genere significa offendere le operatrici del sesso a pagamento.