Era ampiamente previsto e si è puntualmente verificato; ma ha ugualmente sorpreso per rapidità.
Quello che resta del Partito democratico ha sbattuto la porta in faccia a Beppe Grillo.
Un pronunciamento tanto repentino da essere imbarazzante per chi lo ha emesso.
Pensate un po’, i Democratici del comitato di garanzia si sono riuniti in fretta e furia in una caldissimo pomeriggio di luglio per bloccare la strada a Beppe Grillo, reo di essere ostile al PD. Pare incredibile, ma la nota dell’Ansa delle ore 20 e 37 di martedì 14 recita testualmente:
"La commissione nazionale di garanzia del Pd conferma unanime, dopo una riunione appena conclusa, che Beppe Grillo non puo' iscriversi al Pd.'Non e' possibile la registrazione di Beppe Grillo nell'anagrafe del Pd - si legge in uno stringato comunicato - poiche' egli ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al Pd'. Le ragioni della delibera verra' resa nota nei prossimi giorni."
I membri del sinedrio democratico sanciscono così la definitiva rottura della nomenklatura dalla società civile. Oramai, peggio dei farisei, ammettono di essere totalmente incapaci di confrontarsi con le idee, con la Politica con la p maisucola, preoccupati solo di non perdere il trespolo parlamentare che garantisce loro sine die una vita dorata.
Un partito del genere, ormai dovrebbe essere chiaro anche al più ostinato dei fan, non è altro che l’altra faccia della medaglia rappresentata dal governo di Silvio Berlusconi.
Dispiace per i tanti che si dannano l’anima per organizzare le feste dell’Unità, ora Democratiche, e che ancora confidano in un riscatto ma con questi dirigenti, così attaccati alla poltrona da rinnegare persino la loro stessa storia, non ci sono speranze.
E’ forse un caso che l’ipersconfitto Walter Veltroni, già dirigente per trent’anni di Pci, Pds, Ds e da poco ex segretario Pd, sia riuscito, imperturbabile, in occasione della presentazione di un libro sul Psi di Bettino Craxi alla presenza della figlia Stefania, a rinnegare la figura di Enrico Berlinguer, al cui fulgido esempio tutta la politica italiana a 360 gradi, persino gli ex fascisti, in questi 25 anni dalla sua scomparsa, ha testimoniato riconoscenza ed esaltato il ruolo di padre della patria.
Per operare quest’ultimo gravissimo strappo Walter Se po’ ffà ha dimenticato persino Tangentopoli che vide proprio in Bettino Craxi il principale ideologo, come le sentenze della magistratura hanno permesso di mettere inoppugnabilmente nero su bianco.
Come riporta il Corriere.it "Craxi nel ritratto tutte luci e niente ombre che ne fa Veltroni, disegna un partito diverso, rispetto ai modelli del Novecento, Pci e Forza Italia, «un partito fluido, moderno, capace di raccogliere anche ciò che non è omogeneo a sé, ma che si unisce attorno a determinate idee». E sembra che rievochi il suo Pd."
Un pronunciamento tanto repentino da essere imbarazzante per chi lo ha emesso.
Pensate un po’, i Democratici del comitato di garanzia si sono riuniti in fretta e furia in una caldissimo pomeriggio di luglio per bloccare la strada a Beppe Grillo, reo di essere ostile al PD. Pare incredibile, ma la nota dell’Ansa delle ore 20 e 37 di martedì 14 recita testualmente:
"La commissione nazionale di garanzia del Pd conferma unanime, dopo una riunione appena conclusa, che Beppe Grillo non puo' iscriversi al Pd.'Non e' possibile la registrazione di Beppe Grillo nell'anagrafe del Pd - si legge in uno stringato comunicato - poiche' egli ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al Pd'. Le ragioni della delibera verra' resa nota nei prossimi giorni."
I membri del sinedrio democratico sanciscono così la definitiva rottura della nomenklatura dalla società civile. Oramai, peggio dei farisei, ammettono di essere totalmente incapaci di confrontarsi con le idee, con la Politica con la p maisucola, preoccupati solo di non perdere il trespolo parlamentare che garantisce loro sine die una vita dorata.
Un partito del genere, ormai dovrebbe essere chiaro anche al più ostinato dei fan, non è altro che l’altra faccia della medaglia rappresentata dal governo di Silvio Berlusconi.
Dispiace per i tanti che si dannano l’anima per organizzare le feste dell’Unità, ora Democratiche, e che ancora confidano in un riscatto ma con questi dirigenti, così attaccati alla poltrona da rinnegare persino la loro stessa storia, non ci sono speranze.
E’ forse un caso che l’ipersconfitto Walter Veltroni, già dirigente per trent’anni di Pci, Pds, Ds e da poco ex segretario Pd, sia riuscito, imperturbabile, in occasione della presentazione di un libro sul Psi di Bettino Craxi alla presenza della figlia Stefania, a rinnegare la figura di Enrico Berlinguer, al cui fulgido esempio tutta la politica italiana a 360 gradi, persino gli ex fascisti, in questi 25 anni dalla sua scomparsa, ha testimoniato riconoscenza ed esaltato il ruolo di padre della patria.
Per operare quest’ultimo gravissimo strappo Walter Se po’ ffà ha dimenticato persino Tangentopoli che vide proprio in Bettino Craxi il principale ideologo, come le sentenze della magistratura hanno permesso di mettere inoppugnabilmente nero su bianco.
Come riporta il Corriere.it "Craxi nel ritratto tutte luci e niente ombre che ne fa Veltroni, disegna un partito diverso, rispetto ai modelli del Novecento, Pci e Forza Italia, «un partito fluido, moderno, capace di raccogliere anche ciò che non è omogeneo a sé, ma che si unisce attorno a determinate idee». E sembra che rievochi il suo Pd."
Giustamente, per Walter Veltroni il sistema delle tangenti è più innovativo della questione morale, così cara a Enrico Berlinguer.
Se il Pd, nelle intenzioni del suo primo segretario, doveva essere la prosecuzione del Psi di Bettino Craxi, Gianni De Michelis, Giulio Di Donato, Paolo Pillitteri, ecc., ecco di colpo spiegato il suo tracollo elettorale.
Ma se il Pd fosse effettivamente un partito politico e non l’armata Brancaleone al servizio esclusivo della sua nomenklatura, uno come Se po’ ffà andrebbe espulso a stretto giro di posta.
Invece non solo ciò non succede ma la sua abiura non fa più neppure scandalo e viene giudicata dai suoi una cosa normale…
Nell’abisso in cui sono precipitati non c’è più spazio neppure per la vergogna.
Se il Pd, nelle intenzioni del suo primo segretario, doveva essere la prosecuzione del Psi di Bettino Craxi, Gianni De Michelis, Giulio Di Donato, Paolo Pillitteri, ecc., ecco di colpo spiegato il suo tracollo elettorale.
Ma se il Pd fosse effettivamente un partito politico e non l’armata Brancaleone al servizio esclusivo della sua nomenklatura, uno come Se po’ ffà andrebbe espulso a stretto giro di posta.
Invece non solo ciò non succede ma la sua abiura non fa più neppure scandalo e viene giudicata dai suoi una cosa normale…
Nell’abisso in cui sono precipitati non c’è più spazio neppure per la vergogna.
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