lunedì 2 gennaio 2012

La Serracchiani strumentalizza le parole di Beppe Grillo

In un recente minipost sul suo blog, Beppe Grillo così scrive:
"Continuano gli attentati contro gli uffici di Equitalia, nelle ultime ore sono avvenuti a Foggia e Modena. Si può dire tranquillamente che stiano per sostituire i tradizionali botti di San Silvestro con la differenza però che durano tutto l'anno. Se Equitalia è diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze. Un avviso di pagamento di Equitalia è diventato il terrore di ogni italiano. Se non paga l'ingiunzione "entro e non oltre" non sa più cosa può succedergli. Non c'è umanità in tutto questo e neppure buon senso. Monti riveda immediatamente il funzionamento di Equitalia, se non ci riesce la chiuda. Nessuno ne sentirà la mancanza."
Le sue parole sono chiarissime insieme al caratteristico tono tra il serio e il paradossale. Non c'è nessuna giustificazione della violenza, nessuna bassa speculazione elettorale (con una classe politica come la nostra, dalla credibilità e reputazione pubblica e privata assolutamente disastrose, non ce ne sarebbe proprio bisogno!), nessuna apologia di un bel niente.
C'è semplicemente l'invito ad una riflessione collettiva, particolarmente importante in un periodo difficile come questo.
Se non che esponenti della Casta iperpagata che, normalmente di fronte ai drammi degli Italiani fanno finta di guardare (ed effettivamente guardano) dall'altra parte, si risvegliano all'improvviso dal loro letargo dorato  per intervenire sulla vicenda a gamba tesa, prendendo fischi per fiaschi pur di regalarsi un minuto di pubblicità, tentando maldestramente di  dipingere gli altri come mostri.
Quanto a presenza di farisei, il Pd sembra proprio non temere la concorenza di nessuno.
Così  l'europarlamentare Debora Serracchiani, di cui si erano praticamente perse le tracce (ad eccezione di qualche comparsata televisiva) all'indomani della sua elezione del 2009, fiuta l'osso e vi si avventa famelica:  «È estremamente pericoloso associare gli attentati alle sedi di Equitalia a un giudizio di disumanità nei confronti del sistema esattoriale». E continua: «c'è sicuramente più di una riflessione da fare su Equitalia, ad esempio sui tassi di interesse raggiunti dalle cartelle esattoriali, sulla messa all'asta delle prime case o sull'impossibilità per le imprese di compensare debiti e crediti con lo Stato. Ma da qui ad accreditare in modo strisciante il concetto che gli attentati dinamitardi sono un fenomeno da capire corre la stessa distanza che c'è tra la protesta civile e il lancio delle molotov».
Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Chiunque si renderà conto di quanta ipocrisia sia compendiata in queste frasi e  in quale grossolano equivoco si voglia trascinare la pubblica opinione, utilizzando espedienti  propagandistici più tipici di un regime autoritario che di una forza progressista. 
Così chi prende a cuore le battaglie civili, come quella di un fisco più equo, a cui evidentemente il Pd deve aver rinunciato, è da considerare se non alla stregua di un terrorista almeno un suo fiancheggiatore.
E chi si oppone alla Tav, componente di un movimento di popolo di migliaia di persone che abbraccia le maggiori culture politiche e diversi territori del nostro paese, non è un cittadino con le sue sacrosante ragioni ma un attentatore della sicurezza nazionale.
Quale involuzione culturale sia in atto ormai da tempo nel partito democratico è quindi sotto gli occhi di tutti.
Con tutta la solidarietà che si deve dimostrare alle vittime degli attentati ad Equitalia, la questione sollevata da Beppe Grillo è socialmente rilevante, come poche settimane fa una bella puntata di Presa Diretta  ha denunciato in modo cristallino.
Ignorarla o, peggio, criminalizzare chi se ne fa interprete è non soltanto miope e sleale, ma politicamente fallimentare.
D'altra parte prima del graffiante intervento di Beppe Grillo, nessuno nel Pd si era sentito in animo di far sentire la propria voce a difesa dei contribuenti onesti, magari semplicemente eccependo qualcosa sulle modalità disumane adottate da Equitalia per la riscossione dei tributi.
Dei tanti drammi di vita quotidiana, dalla disperazione dei lavoratori licenziati che si issano sulle torri al pensionato che ruba nel supermercato per sopravvivere, dall'imprenditore che si uccide perché non riesce più a pagare (assieme ai debiti) i suoi dipendenti, alle stesse vittime incolpevoli della guerriglia contro Equitalia,  dai contribuenti ridotti sul lastrico da procedure medievali e arcigne per mano di un fisco strabico, dagli innumerevoli caduti sul lavoro ai mille soprusi che stritolano il cittadino per la dilagante ingiustizia sociale... Sembra che di tutto ciò il Pd non si interessi più.
Prima impegnato a combattere Berlusconi sul piano personale (ma non la sua politica!), adesso preoccupato a tempo pieno a sostenere Monti per raggiungere l'agognato pareggio di bilancio.
Insomma, una forza politica conservatrice, elitaria e autoreferenziale, lontana anni luce dalla sua gente.

PS: un breve sguardo ai commenti in rete lascia pochi dubbi su quale sia l'opinione prevalente, tra coloro che condividono nella sostanza l'intervento di Grillo e chi invece ne prende le distanze, travisando le sue parole in senso, diciamo così, "criminogeno". Come fanno, del resto, i principali giornali, tutti schierati (sin dalla titolazione che danno alla querelle) a pensar male.
Ma, ben oltre il bagno di realtà che invita a fare Beppe, in giro c'è parecchia gente che ha posizioni veramente estreme e per certi versi inquietanti.
Ignorare tutto ciò, rinchiudendosi nel Palazzo d'Inverno come anche questa volta fa la Casta con la complicità dei  media di corte, è veramente da irresponsabili.

Nessun commento: