lunedì 23 luglio 2012

9 mesi dopo, lo spread è a 530: la cura Monti è stata letale


E' brutto doverne parlare proprio adesso che la grande malata Italia sta agonizzando.
Ma per carità di patria, qualcuno che siede a Palazzo Chigi da circa 9 mesi dovrebbe ammettere pubblicamente che ha completamente sbagliato la terapia.
E insieme a lui gli ineffabili ministri, i cosiddetti tecnici, che hanno condiviso le scelte nefaste fatte da Mario Monti, bocconiano di ferro ma economista di latta.
Se è vero come è vero che tutte le manovre lacrime e sangue di questi mesi hanno avuto il solo effetto di accelerare ancora di più la crisi ed avvicinarci a folle velocità alla bancarotta. 
Senza voler rinfacciare al grande economista del nostro Stivale l'aver spremuto come limoni i lavoratori e i pensionati italiani, la qualcosa sarebbe troppo penosa e lunga, basta prendere a simbolo di questo fallimento la lunga battaglia contro l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori portata avanti in tandem con la simpatica  professoressa Elsa Fornero.
Secondo questi cervelloni, sembrava che introdurre il licenziamento facile, magari proprio quello per rappresaglia da padrone del vapore, avrebbe reso d'improvviso l'economia italiana un paradiso.
Ci avevavo fatto capire che si sarebbe spalancata per noi tutti una nuova Età dell'Oro.
Non solo!
Se poi Monti avesse fatto approvare  la controriforma del mercato del lavoro prima del vertice di Bruxelles di fine giugno, per l'Italia sarebbe stata l'apoteosi. Vi ricordate i titoli a caratteri cubitali su SuperMario?
Oggi, da Mosca, che cosa ci fa sapere il nostro condottiero?
"La situazione è difficile, bisogna puntare sull'economia reale".
Eppure l'economia reale il nostro primo ministro l'ha proprio martoriata in questi mesi per puntare, come un qualsiasi ragioniere, ossessivamente al pareggio dei conti.
E i tre cavalieri dell'Apocalisse, Alfano - Bersani - Casini, che cosa hanno da dire a questo punto, oltre a scagliarsi contro i pm palermitani che indagano sulla trattativa Stato - mafia?
Visto che condividono con Re Giorgio la responsabilità di aver voluto il bocconiano a Palazzo Chigi!

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