domenica 3 novembre 2013

Cinque domande ad Eugenio Scalfari

"[...] Si tratta di una campagna di destra, una destra xenofoba contro gli immigrati, qualunquista contro i partiti (tutti i partiti, nessuno escluso) e contro le istituzioni, dal capo dello Stato al presidente del Consiglio ai ministri (tutti i ministri) e contro la magistratura e la Corte costituzionale.
[...] Da qualche settimana l’Europa così come è fatta oggi e l’euro che la Banca europea stampa sono diventati i nemici principali e rappresentano i bersagli sui quali sparare per primi. La stessa strategia è quella usata dal Fronte nazionale francese della Le Pen, dal movimento anti-europeo di Germania (dove però non hanno neppure superato la soglia per entrare in Parlamento), in Grecia, in Danimarca, in Olanda.
Grillo ha anche in mente una sua politica economica. Non è mai andato a scuola di economia e conosce per sentito dire le scuole di Cambridge, di Vienna e del Mit degli Usa; ma sa interpretare e semplificare quello che molta gente pensa: ridurre le tasse, combattere evasione e corruzione, infischiarsene del debito pubblico, spendere per creare posti di lavoro senza preoccuparsi delle coperture, rispondere a pernacchie alle direttive europee e mandare per aria l’euro. Chi se ne frega dell’euro. Meglio una moneta nazionale stampata in Italia in quantità capaci a fare star meglio la gente, i giovani, gli anziani, tutti.
[...]Questo pensa Grillo, lo dice e lo diffonde. Ormai è un Verbo, naturalmente incarnato. Ma non è il solo poiché anche a destra c’è qualcuno che — in modi appena più sfumati nella forma ma identici nella sostanza — dice cose analoghe. Finora erano due populismi di segno contrario, adesso sono due nazionalismi entrambi di estrema destra, entrambi demagogici, entrambi irresponsabili ed entrambi visti con favore da alcuni milioni di elettori." (Eugenio Scalfari, editoriale di oggi su Repubblica)


Sono le intemperanze di un vecchio di novant'anni, un grande borghese, un conservatore  che è campato di rendita prendendo a prestito idee di sinistra  con lo sguardo rivolto a destra? 
Probabilmente sono le parole di un grande narciso, ambiziosissimo e spregiudicato, abituato ad una vita di privilegi che teme all'improvviso di restare fuori, a furor di popolo, dalla stanza dei bottoni, dai salotti che contano, dalle entrature eccellenti, dal colloquio riservato e costante con il capo dello stato, Giorgio Napolitano, di cui riesce persino, gliene diamo atto, a presagire i comportamenti. 
Il suo laicismo liberale è una sorta di specchietto per le allodole che lui agita da sempre con scaltrezza per vedersi aperte al suo passaggio tutte le porte, frequentando con intensità i salotti buoni, schivandone all'occorrenza gli schizzi di fango, ammiccando al terzo stato nell'attimo stesso in cui ne ignora, peggio, ne rinnega le istanze di cambiamento.
Contro Grillo la furia scalfariana è scomposta e viscerale, priva di lucidità. 
Lo accusa di tutto affibbiandogli in modo del tutto velleitario l'etichetta di estrema destra populista, senza prendersi la briga di motivarlo. 
L'unica accusa che riesce a formulargli con un minimo di senzo logico è la posizione critica del leader del M5S contro l'euro, ma si guarda bene dall'approfondire la questione, magari spiegando al malcapitato lettore perché difendere l'euro è ideologicamente di sinistra mentre criticarne gli attuali nefasti meccanismi sull'economia italiana e sulla vita di milioni di persone sarebbe, ipso facto, di estrema destra.
Eppure ormai il vicolo cieco in cui ci hanno ficcato vent'anni fa, beninteso da sinistra (il trio Amato, Prodi, Ciampi), costringendo l'Italia nella prigione dell'euro senza negoziarne minime condizioni di agibilità, è sotto gli occhi di tutti: con la distruzione del suo tessuto industriale, si sta affamando, letteralmente, la popolazione, provocando un declino economico che non ha precedenti nella storia moderna. In nome di un malinteso internazionalismo che punta esplicitamente alla spirale deflattiva e recessiva attraverso la cessione della sovranità monetaria e fiscale alle burocrazie europee, per costringere gli Italiani  a quelle riforme che soli, secondo Scalfari, non sarebbero in grado di compiere. 
Tutto ciò tanfeggia tanto di paternalismo populista, questo sì di destra reazionaria.
Rivendicare invece la propria dignità di popolo che si autodetermina, che decide il proprio destino senza necessità di ricevere la pagella né il tutoraggio della Troika, che ha una propria moneta, sì proprio  da coniare in quantità per far star meglio la gente, come irride il voltagabbana Scalfari, sarebbe, chissà perché, di destra, peggio di quella estrema nazionalista e xenofoba! 
Alla prossima puntata il riferimento magari a Hitler; quanto a Mussolini il fondatore di Repubblica, nella sua nota collezione di panzane, non se l'è lasciato sfuggire: e non ora, ben 5 anni fa.

Ma Scalfari, prima di bollare gli altri con i peggiori epiteti, farebbe ben a rispondere a queste semplici cinque domande:

1) E' vero che il debito pubblico nella stagione di Monti ed in quella  in corso delle larghe intese, nonostante gli enormi sacrifici fatti fare agli Italiani, non solo non è diminuito ma è sensibilmente aumentato?
2) E' vero che mai la disoccupazione in Italia, a partire dal 1977 (unico riferimento statisticamente valido), è stata così elevata? Ed in particolare quella giovanile?
3) E' vero che a partire dal marzo 2010, l'Italia ha versato ai vari fondi europei (ESM e EFSF) più di 51 miliardi di euro, addirittura aggravando sensibilmente il proprio debito pubblico?
4) E' vero che i soldi versati all'ESM (Meccanismo Europeo di Stabilità) nel solo 2013 sono stati pari a 11,4 miliardi (altri 14,3 nel 2014) e che il fondo li investe in titoli con rating almeno doppia A, dunque non in titoli italiani ma sicuramente anche in bund tedeschi, aggravando, se si può, il problema dello spread con i nostri BTP?
5)  E' vero che ormai sono moltissimi gli economisti, da Alberto Bagnai a Claudio Borghi Aquilini, a Paolo Savona, tanto per citarne alcuni tra i più autorevoli, che senza essere degli estremisti-nazionalisti-xenofobi ritengono che, al punto in cui siamo, si debba procedere ad uscire dall'euro il prima possibile?

Finché Scalfari non avrà risposto in modo secco (basta un Vero-Falso) al piccolo questionario che gli proponiamo, le sue valutazioni su Grillo saranno considerate, come d'altro canto lui farebbe al posto nostro senza esitazione, come intemperanze di un vegliardo livoroso che non si rassegna al proprio inesorabile declino.

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