sabato 27 ottobre 2018

Quando Travaglio scantona...

Travaglio ogni tanto per segnare una equidistanza da tutti, anche dal M5S, si avventura in questioni che sono mille miglia lontane dalle sue competenze e pensa di poter parlare di economia con la stessa sicumera con cui affronta le problematiche della giustizia e della lotta alla criminalità organizzata. Ma, purtroppo per lui e per noi, non è così.
Nell’editoriale odierno ha preso un'enorme cantonata: attaccare Di Maio quando il capo 5Stelle ha ragioni da vendere contro Draghi, non solo è ingeneroso ma è platealmente sbagliato.
Non si è mai visto un banchiere centrale parlare di continuo come fa Draghi, per giunta a mercati aperti, prendendo posizioni di indirizzo politico che evidentemente non gli appartengono.
Se lo spread è a 300 è perché la BCE, di cui lui è governatore, non sta facendo il suo dovere di banca centrale, che istituzionalmente deve gestire il rischio dell’instabilità monetaria, lavorando in silenzio dietro le quinte, senza lanciare intimidazioni a mezzo stampa come ha fatto lui qualche giorno fa contro l’Italia. Se poi vuole dare un onesto e disinteressato consiglio al governo italiano, alza il telefono e chiede che gli passino Palazzo Chigi: non fa sparate in conferenza stampa, annunciando che chiuderà i rubinetti.
E’ così evidente che Mario Draghi è una parte importante del problema e non la soluzione che sentire Travaglio incensarlo, lascia attoniti e stizziti.
E finiamola di pensare che Draghi ha salvato l’Italia con il QE!! Eventualmente egli ha salvato (momentaneamente!) l’euro, perché la crisi innescata dal Fondo Salvastati, il Fiscal compact e tutte le folli iniziative che l’Europa ha varato per far recuperare i crediti che Germania e Francia vantavano con la Grecia, dopo la bufera americana del 2008 e l’enorme esposizione debitoria delle banche tedesche in derivati e altri titoli tossici, ha bloccato l’Eurosistema. E il QE non ha aiutato l’Italia ma ha cercato di rianimare un sistema monetario che resta senza futuro.
Travaglio dovrebbe studiare invece di alzare il ditino anche in temi su cui la sua ignoranza si taglia, purtroppo per il malcapitato lettore, a fette.

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