Quello trasmesso da Canale 5 ieri mattina non è un servizio giornalistico, magari rosa, di gossip o trash, è un’intimidazione bella e buona contro il giudice Raimondo Mesiano, autore della sentenza che ha condannato la Finivest a pagare un maxirisarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti.
Le telecamere che occupano l’etere pubblico, cioè che appartiene a noi tutti, riprendono momenti di vita privata del giudice, a passeggio, dal barbiere, seduto ai giardini pubblici, con l’aggiunta di un commento fuori campo, infarcito di giudizi ironici sul suo modo di vestire e sulle sue abitudini di privato cittadino.
Un linciaggio mediatico che, dal minaccioso "ne vedrete delle belle" pronunciato da Silvio Berlusconi contro il magistrato, arriva adesso ad organizzare un vero e proprio pedinamento ai suoi danni nell’intento ignobile e disperato di denigrarne in qualche modo la figura, umana prima ancora che professionale.
Qui, come è chiaro a chiunque, non è in gioco la privacy di un cittadino, che del suo tempo libero può fare chiaramente quello che vuole senza dover rendere conto a nessuno, ma l’attacco sferrato sul piano personale contro colui che ha pronunciato una sentenza non gradita a Silvio Berlusconi, proprietario della Fininvest.
Un fatto gravissimo, una vera porcheria: in tanti anni di scadente tv commerciale mai si era vista una cosa del genere.
A questo punto, chiamato in causa non è il Garante della Privacy, è la Procura di Roma che deve aprire immediatamente un’inchiesta; così come è l’Ordine dei giornalisti che deve agire contro il conduttore del programma nel corso del quale è stato proposto simile obbrobrio, il giornalista Claudio Brachino; il quale, a secco di qualsiasi codice deontologico, riesce solo a dire: "Non c'era alcuna malizia ma solo il senso televisivo di dare un volto a un personaggio che la gente non conosceva di persona".
Se a questo si aggiunge il furioso attacco portato dal premier Berlusconi, ancora una volta, alla trasmissione di Michele Santoro e la sua ultima uscita minacciosa: "Penso che ci saranno brutte sorprese per il bilancio della Rai. Faccio una previsione: il 50% degli italiani non pagherà più il canone", si delinea un quadro politico-istituzionale da vera emergenza nazionale.
Che la Casta dei politici ancora non si voglia rendere conto della drammatica accelerazione che stanno prendendo gli eventi, con possibili sviluppi incontrollabili, è l’ennesimo schiaffo, forse il più micidiale, alla nostra democrazia malata.
Le telecamere che occupano l’etere pubblico, cioè che appartiene a noi tutti, riprendono momenti di vita privata del giudice, a passeggio, dal barbiere, seduto ai giardini pubblici, con l’aggiunta di un commento fuori campo, infarcito di giudizi ironici sul suo modo di vestire e sulle sue abitudini di privato cittadino.
Un linciaggio mediatico che, dal minaccioso "ne vedrete delle belle" pronunciato da Silvio Berlusconi contro il magistrato, arriva adesso ad organizzare un vero e proprio pedinamento ai suoi danni nell’intento ignobile e disperato di denigrarne in qualche modo la figura, umana prima ancora che professionale.
Qui, come è chiaro a chiunque, non è in gioco la privacy di un cittadino, che del suo tempo libero può fare chiaramente quello che vuole senza dover rendere conto a nessuno, ma l’attacco sferrato sul piano personale contro colui che ha pronunciato una sentenza non gradita a Silvio Berlusconi, proprietario della Fininvest.
Un fatto gravissimo, una vera porcheria: in tanti anni di scadente tv commerciale mai si era vista una cosa del genere.
A questo punto, chiamato in causa non è il Garante della Privacy, è la Procura di Roma che deve aprire immediatamente un’inchiesta; così come è l’Ordine dei giornalisti che deve agire contro il conduttore del programma nel corso del quale è stato proposto simile obbrobrio, il giornalista Claudio Brachino; il quale, a secco di qualsiasi codice deontologico, riesce solo a dire: "Non c'era alcuna malizia ma solo il senso televisivo di dare un volto a un personaggio che la gente non conosceva di persona".
Se a questo si aggiunge il furioso attacco portato dal premier Berlusconi, ancora una volta, alla trasmissione di Michele Santoro e la sua ultima uscita minacciosa: "Penso che ci saranno brutte sorprese per il bilancio della Rai. Faccio una previsione: il 50% degli italiani non pagherà più il canone", si delinea un quadro politico-istituzionale da vera emergenza nazionale.
Che la Casta dei politici ancora non si voglia rendere conto della drammatica accelerazione che stanno prendendo gli eventi, con possibili sviluppi incontrollabili, è l’ennesimo schiaffo, forse il più micidiale, alla nostra democrazia malata.