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martedì 20 marzo 2018

Uscire dall'Euro? La cosa più facile del mondo...


 Su Byoblu, l'intervento dell'economista Marco Saba:


Al di là del merito della proposta, che comunque sembra molto valida, l'intervento di Marco Saba riesce con poche battute finalmente a smontare la tesi principale degli euristi secondo la quale, a questo punto, a prescindere dal giudizio che si possa dare sulla decisione di aderire alla moneta europea a suo tempo presa dalla nostra classe dirigente, ormai sarebbe materialmente impossibile o tecnicamente improponibile (perché troppo difficoltoso) tornare indietro.
Se ne trae invece il fermo convincimento che i grandi media, accampando difficoltà tecniche (che o non esistono o comunque sono facilmente superabili!), stanno al gioco di chi, piuttosto, difende l'euro sulla base di motivazioni squisitamente politiche, ma che non ha il coraggio di ammettere.
In altri termini: chi ci dice che è impossibile uscirne lo fa soltanto perché politicamente non riesce a trovare ragioni sufficienti a sostegno della moneta unica e si rifugia truffaldinamente nel tecnicismo per eludere le vere ragioni, inconfessabilmente politiche, della propria sudditanza al feticcio dell'euro. A questo punto sussistono tutti i dubbi per ritenere che l'asservimento dell'economia italiana ai diktat europei non sia stato un mezzo ma il fine ultimo dell'adesione all'euro: una cessione della sovranità nazionale fatta surrettiziamente in palese violazione della carta costituzionale, senza mai interpellare i cittadini.
Sorge un sospetto, atroce: va a finire che c'è del dolo, non semplicemente colpa, nell'aver voluto rinunciare alla sovranità monetaria? E che possa pendere sul capo di qualcuno l'accusa di collaborazionismo?

sabato 3 settembre 2016

Per fare l'inchino alla Merkel, il governo di Capitan Fracassa e del comandante Schettino manda l'Italia sugli scogli

Joseph Mallord William Turner “Il naufragio” (1805 – olio su tela – Londra, Tate Gallery)
L'Istat ha confermato ieri che il II trimestre 2016 si è chiuso con un tasso di crescita del Pil pari a zero: ma l'impareggiabile Pier Carlo Padoan, interpellato a Cernobbio all'annuale appuntamento dello Studio Ambrosetti, dichiara imperturbabile che il Pil è in crescita. Punto.
Un ministro dell'Economia che chiude gli occhi di fronte all'evidenza dei dati non è uno spettacolo edificante: semmai è uno spettacolo rottamante... 
A questo punto abbiamo la dimostrazione matematica che di Renzi e della sua squadra, a maggior ragione del plenipotenziario all'Economia, non ci si può fidare: in nessun senso possibile.
Se l'intento era quello di rassicurare, beh, decisamente l'effetto è di segno diametralmente opposto: genera inquietudine sapere che chi tiene la barra del timone naviga a vista e non bada più non solo ai mugugni dei viaggiatori, che si accorgono allarmati che la barca è  in secca, ma addirittura alle indicazioni della strumentazione di bordo! 

Per i passeggeri della nave "Italia" varrebbe la pena di gettarsi in acqua e urlare: "Si salvi chi può!".
Pessimo segnale anche per i mercati: non bastavano le spacconate di capitan Fracassa,  alias Matteo Renzi, adesso ci si mette Padoan a vestire i panni del comandante Schettino... 
Mandare sugli scogli il Belpaese giusto per fare l'inchino alla Merkel e farle sapere che tutto va bene madama la marchesa!
Sì, perché il senso del suo commento è proprio questo: più che agli italiani, che snobba stizzito davanti alle telecamere, il nostro ministro dell'Economia si rivolge ai tedeschi: per rassicurarli che la pacchia per loro non finisce qui. 
In sostanza con il suo ottimismo di facciata invia loro il seguente messaggio: continuate pure, grazie all'euro, a restare con un enorme surplus commerciale, a danno degli altri partners europei ed in patente violazione dei trattati europei, perché qualcosa riusciamo ancora a raccontare agli italiani per tenerli buoni nonostante la crescita zero.
E il naufragar m'è dolce in questo mare....