E' rimbalzata sulla rete la notizia proveniente dal Palazzo secondo la quale il governo darebbe il parere favorevole ad una proposta di legge allo studio della Commissione Affari sociali della Camera per l'istituzione di una tariffa per i proprietari di cani e gatti per finanziare iniziative contro il randagismo: insomma l'ennesimo tributo.
A questo proposito, il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo si è detto in linea di principio favorevole. E ti pareva!
Le chiamano tasse di scopo ma si tratta di un modo elegante per raccattare soldi da tutte le parti facendo finta di istituire un nuovo servizio come potrebbe essere, in questo caso, l'anagrafe per gli animali d'affezione ed altre analoghe iniziative con cui i Comuni contrasterebbero il randagismo.
La concezione mercatistica dello Stato di questi signori tecnici è che ormai tutto si paga, nessun diritto viene più riconosciuto senza prima tirare fuori i soldi dal portafoglio.
Vuoi curarti? Paga! Vuoi che il tuo quartiere sia più sicuro? Paga per avere più pattuglie di polizia.
Conclusione: chi non paga, non ha diritti.
Senza entrare nel merito di questa tassa sui cani e gatti che, annunciata come misura per combattere il randagismo, finirebbe evidentemente per favorirlo, ormai questi incanutiti ministri non sanno più che pesci prendere: stanno fallendo su tutta la linea!
Il sottosegretario ha fatto appena in tempo a smentire tutto, facendo una precipitosa quanto goffa ritirata. Ma la figuraccia è sotto gli occhi di tutti.
Ormai i professoroni fanno quasi tenerezza: in pubblico tengono la testa bassa, nel generale discredito, ma quando sentono la parola tassa, come per un riflesso pavloviano, subito si ringalluzziscono.
Che fine ingloriosa!