All’indomani della trasmissione Anno Zero in cui sono stati riproposti alcuni stralci del comizio tenuto a Torino per il 25 aprile da Beppe Grillo, si è scatenato il solito vespaio di feroci polemiche.
Sotto accusa, guarda caso, di nuovo Michele Santoro, colpevole di aver dato rilievo mediatico alle salaci invettive del comico genovese.
Il presidente della Rai Claudio Petruccioli si straccia le vesti accusando duramente il giornalista e minacciando di prendere seri provvedimenti perché, a suo dire, “a nessuno, neppure a Santoro, è consentito appaltare la tv pubblica a terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente.”
E’ incredibile: Petruccioli invece di prendersela con Sgarbi per la sequela di pesanti insulti che ha rivolto agli ospiti della trasmissione , attacca inopinatamente Santoro per aver dato spazio alle parole sicuramente sferzanti di Beppe Grillo dal palco di Piazza San Carlo.
La scure della censura da parte della nomenklatura rischia di abbattersi così su uno dei pochi giornalisti che ancora dimostra autonomia intellettuale e amore per la propria professione.
Ed ancora una volta un importante esponente del Partito Democratico va in rotta di collisione con il comune buon senso ed il proprio elettorato.
Perché sono tanti tra gli elettori del PD in queste ore a domandarsi come mai le trasmissioni Rai possano dilungarsi folcloristicamente sui fucili padani ma debbano mettere la sordina sulle battaglie civili condotte in prima persona da Beppe Grillo, oggi senza dubbio il migliore politico in circolazione.
Purtroppo la nomenklatura, rinchiusa nel Palazzo d’Inverno, ha un’idea della libera informazione che fa a pugni non solo con la nostra bella Costituzione ma addirittura con i principi basilari di una democrazia, arrogandosi il diritto di censurare le poche voci scomode.
Mentre nei confronti di chi in prima serata in uno studio televisivo (non in una piazza gremita di gente di ogni età!), rivolge ossessivamente ed in modo chiaramente intimidatorio pesantissimi insulti ai propri interlocutori il presidente Petruccioli non ha proprio nulla da eccepire.
Questo sì è un insulto all’intelligenza dei cittadini: se qualcuno ce lo avesse preannunciato, non gli avremmo creduto!
Anche il Corriere.it, riconoscendo la svista di ieri, ha cambiato titolo al video Rai su Anno Zero, addivenendo ad un più realistico “Sgarbi attacca Travaglio”.
Per fortuna nel PD non sono tutti come Petruccioli ma c’è ancora chi, come Giuseppe Giulietti, pur prendendo le distanze da Grillo, resta con i piedi per terra e l’indice puntato a segnalare la rotta di un partito in stato confusionale.
Ecco come egli giudica l’uscita del presidente Rai:
"Il gruppo dirigente della Rai ha parlato di uso arbitrario e indecente della tv pubblica a proposito della trasmissione Anno Zero in cui sono stati trasmessi brani dell'intervento del comico Beppe Grillo al secondo V-day.
Per quanto ci riguarda i toni e i modi di Grillo non sono i nostri e sono assai distanti dalla sensibilità di Articolo21. Tuttavia condividiamo ancora meno che si faccia finta di non sapere che quelle parole e quelle espressioni sono condivise da non pochi italiani, che giornali e tv di tutto il mondo hanno riportato le opinioni di Grillo e che nessuno può pensare di oscurare. Anzi ci saremmo aspettati dal gruppo dirigente di Viale Mazzini che rivendicasse il fatto che, in quanto servizio pubblico la Rai è il luogo dove le espressioni anche più critiche si possono esprimere.
Per quali ragioni la Rai può ospitare a reti unificate aggressioni contro i giudici o appelli per i fucili padani e manifestare indignazione in altri casi?
Ci saremmo infine aspettati che il gruppo dirigente Rai, oltre a indignarsi per alcune delle espressioni di Grillo avesse manifestato pari indignazione nei confronti dell'aggressione condotta da Sgarbi nei confronti della memoria di Enzo Biagi, una persona che non può neanche più difendersi e replicare, e che è stato tanta parte della memoria della Rai e del nostro Paese”.
Sotto accusa, guarda caso, di nuovo Michele Santoro, colpevole di aver dato rilievo mediatico alle salaci invettive del comico genovese.
Il presidente della Rai Claudio Petruccioli si straccia le vesti accusando duramente il giornalista e minacciando di prendere seri provvedimenti perché, a suo dire, “a nessuno, neppure a Santoro, è consentito appaltare la tv pubblica a terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente.”
E’ incredibile: Petruccioli invece di prendersela con Sgarbi per la sequela di pesanti insulti che ha rivolto agli ospiti della trasmissione , attacca inopinatamente Santoro per aver dato spazio alle parole sicuramente sferzanti di Beppe Grillo dal palco di Piazza San Carlo.
La scure della censura da parte della nomenklatura rischia di abbattersi così su uno dei pochi giornalisti che ancora dimostra autonomia intellettuale e amore per la propria professione.
Ed ancora una volta un importante esponente del Partito Democratico va in rotta di collisione con il comune buon senso ed il proprio elettorato.
Perché sono tanti tra gli elettori del PD in queste ore a domandarsi come mai le trasmissioni Rai possano dilungarsi folcloristicamente sui fucili padani ma debbano mettere la sordina sulle battaglie civili condotte in prima persona da Beppe Grillo, oggi senza dubbio il migliore politico in circolazione.
Purtroppo la nomenklatura, rinchiusa nel Palazzo d’Inverno, ha un’idea della libera informazione che fa a pugni non solo con la nostra bella Costituzione ma addirittura con i principi basilari di una democrazia, arrogandosi il diritto di censurare le poche voci scomode.
Mentre nei confronti di chi in prima serata in uno studio televisivo (non in una piazza gremita di gente di ogni età!), rivolge ossessivamente ed in modo chiaramente intimidatorio pesantissimi insulti ai propri interlocutori il presidente Petruccioli non ha proprio nulla da eccepire.
Questo sì è un insulto all’intelligenza dei cittadini: se qualcuno ce lo avesse preannunciato, non gli avremmo creduto!
Anche il Corriere.it, riconoscendo la svista di ieri, ha cambiato titolo al video Rai su Anno Zero, addivenendo ad un più realistico “Sgarbi attacca Travaglio”.
Per fortuna nel PD non sono tutti come Petruccioli ma c’è ancora chi, come Giuseppe Giulietti, pur prendendo le distanze da Grillo, resta con i piedi per terra e l’indice puntato a segnalare la rotta di un partito in stato confusionale.
Ecco come egli giudica l’uscita del presidente Rai:
"Il gruppo dirigente della Rai ha parlato di uso arbitrario e indecente della tv pubblica a proposito della trasmissione Anno Zero in cui sono stati trasmessi brani dell'intervento del comico Beppe Grillo al secondo V-day.
Per quanto ci riguarda i toni e i modi di Grillo non sono i nostri e sono assai distanti dalla sensibilità di Articolo21. Tuttavia condividiamo ancora meno che si faccia finta di non sapere che quelle parole e quelle espressioni sono condivise da non pochi italiani, che giornali e tv di tutto il mondo hanno riportato le opinioni di Grillo e che nessuno può pensare di oscurare. Anzi ci saremmo aspettati dal gruppo dirigente di Viale Mazzini che rivendicasse il fatto che, in quanto servizio pubblico la Rai è il luogo dove le espressioni anche più critiche si possono esprimere.
Per quali ragioni la Rai può ospitare a reti unificate aggressioni contro i giudici o appelli per i fucili padani e manifestare indignazione in altri casi?
Ci saremmo infine aspettati che il gruppo dirigente Rai, oltre a indignarsi per alcune delle espressioni di Grillo avesse manifestato pari indignazione nei confronti dell'aggressione condotta da Sgarbi nei confronti della memoria di Enzo Biagi, una persona che non può neanche più difendersi e replicare, e che è stato tanta parte della memoria della Rai e del nostro Paese”.