Sembra che le elezioni politiche in Italia si siano celebrate mille anni fa… tanto è lo spazio emotivo che ci separa dal 13 aprile. Eppure sono trascorsi solo dieci giorni.
Il clamoroso risultato delle urne ha scintillato a malapena per una settimana; dopo, nei mass media è calato il tono dimesso della Restaurazione.
Vincitori e vinti si sono defilati in attesa dell’apertura delle Camere e del varo del Berlusconi ter. E tutt’attorno all’uomo di Arcore, non è che ci sia dati alla pazza gioia.
In parte, i toni smorzati sono dovuti al clima da par condicio in vista dei ballottaggi di domenica prossima.
Fatto sta che la politica è sparita dalle prime pagine dei giornali.
Repubblica ormai da giorni apre solo sulla vicenda Alitalia.
Il tam tam mediatico, prendendo spunto dalle difficili acque in cui è ammarata la nostra compagnia di bandiera, ha orchestrato una sorta di tormentone senza né capo né coda: si annunciano nuove nubi all’orizzonte ma nessuno che si prenda la briga di alzare un dito per salvare il salvabile.
Dalla classe dirigente di uno degli otto paesi più sviluppati al mondo ci si attenderebbe un maggiore spirito di iniziativa.
Il clamoroso risultato delle urne ha scintillato a malapena per una settimana; dopo, nei mass media è calato il tono dimesso della Restaurazione.
Vincitori e vinti si sono defilati in attesa dell’apertura delle Camere e del varo del Berlusconi ter. E tutt’attorno all’uomo di Arcore, non è che ci sia dati alla pazza gioia.
In parte, i toni smorzati sono dovuti al clima da par condicio in vista dei ballottaggi di domenica prossima.
Fatto sta che la politica è sparita dalle prime pagine dei giornali.
Repubblica ormai da giorni apre solo sulla vicenda Alitalia.
Il tam tam mediatico, prendendo spunto dalle difficili acque in cui è ammarata la nostra compagnia di bandiera, ha orchestrato una sorta di tormentone senza né capo né coda: si annunciano nuove nubi all’orizzonte ma nessuno che si prenda la briga di alzare un dito per salvare il salvabile.
Dalla classe dirigente di uno degli otto paesi più sviluppati al mondo ci si attenderebbe un maggiore spirito di iniziativa.
Purtroppo, come diceva Ennio Flaiano, in Italia la situazione è tragica ma non è seria.
E’ così profondo il sonno della nostra stampa, che solo la cronaca nera può ridarle smalto vomitando fiumi d’inchiostro sul problema della sicurezza nelle nostre città. E le occasioni, purtroppo, non mancano.
Di buste paga, di pensioni, di emergenza rifiuti nessuno parla più; di sicurezza sui luoghi di lavoro men che meno, nonostante la strage si faccia di giorno in giorno più drammatica.
Neppure le morti bianche commuovono più le nostre corazzate editoriali: si preferisce indugiare sull’indifferenza della gente che vede un corpo senza vita in mezzo al marciapiede e non muove un dito, anzi protesta perché ingombra il passaggio.
E’ così profondo il sonno della nostra stampa, che solo la cronaca nera può ridarle smalto vomitando fiumi d’inchiostro sul problema della sicurezza nelle nostre città. E le occasioni, purtroppo, non mancano.
Di buste paga, di pensioni, di emergenza rifiuti nessuno parla più; di sicurezza sui luoghi di lavoro men che meno, nonostante la strage si faccia di giorno in giorno più drammatica.
Neppure le morti bianche commuovono più le nostre corazzate editoriali: si preferisce indugiare sull’indifferenza della gente che vede un corpo senza vita in mezzo al marciapiede e non muove un dito, anzi protesta perché ingombra il passaggio.
E l’episodio viene raccontato in modo asettico, quasi per morbosa curiosità: crescete e anestetizzatevi!
Intanto, il duello tra Rutelli e Alemanno va avanti secondo un rituale ormai logoro: i due ci fanno rimpiangere perfino la già spenta sfida tra Veltroni e Berlusconi, un’impresa non da poco!
L’altra sera il salotto di Ballarò sembrava la Corrida: uno spettacolo surreale, in cui si primeggiava per mediocrità delle argomentazioni.
Mai l’informazione televisiva era scesa tanto in basso come in questo dopo voto: con le sole brillanti eccezioni di Michele Santoro e di Milena Gabanelli, siamo veramente all’afasia più completa.
Solo Beppe Grillo, con il suo secondo V-day di oggi, è in grado di accendere una luce nel buio fitto in cui siamo precipitati.
Del resto, l'asse Veltrusconi, a dispetto della vittoria del Cavaliere, procede spedito.
Sentite quant’è moscia la reazione di Veltroni alle parole del premier in pectore che afferma che se a Roma dovesse vincere Rutelli sarebbe molto difficile per lui collaborare con il sindaco della Capitale: "Berlusconi minaccia di non collaborare con Rutelli. E' un atteggiamento istituzionalmente inaccettabile. Le istituzioni non hanno colore, esse devono servire i cittadini. La verità è che la coalizione di Berlusconi vuole un sindaco 'dipendente' e non chi, come Rutelli, può tutelare con autonomia e indipendenza una città come Roma".
Intanto, il duello tra Rutelli e Alemanno va avanti secondo un rituale ormai logoro: i due ci fanno rimpiangere perfino la già spenta sfida tra Veltroni e Berlusconi, un’impresa non da poco!
L’altra sera il salotto di Ballarò sembrava la Corrida: uno spettacolo surreale, in cui si primeggiava per mediocrità delle argomentazioni.
Mai l’informazione televisiva era scesa tanto in basso come in questo dopo voto: con le sole brillanti eccezioni di Michele Santoro e di Milena Gabanelli, siamo veramente all’afasia più completa.
Solo Beppe Grillo, con il suo secondo V-day di oggi, è in grado di accendere una luce nel buio fitto in cui siamo precipitati.
Del resto, l'asse Veltrusconi, a dispetto della vittoria del Cavaliere, procede spedito.
Sentite quant’è moscia la reazione di Veltroni alle parole del premier in pectore che afferma che se a Roma dovesse vincere Rutelli sarebbe molto difficile per lui collaborare con il sindaco della Capitale: "Berlusconi minaccia di non collaborare con Rutelli. E' un atteggiamento istituzionalmente inaccettabile. Le istituzioni non hanno colore, esse devono servire i cittadini. La verità è che la coalizione di Berlusconi vuole un sindaco 'dipendente' e non chi, come Rutelli, può tutelare con autonomia e indipendenza una città come Roma".
Che strano: Bulldozer Veltroni, uno degli artefici della demolizione della sinistra parlamentare, quando parla del Cavaliere sembra Alice nel paese delle meraviglie… Beato lui!