Vergognosa trasmissione stasera su RaiTre di Massimo Gramellini che ironizza sulla elezione di Fico e Casellati alla presidenza di Camera e Senato, cercando di mettere in luce il fatto che il voto elettorale sarebbe stato tradito dalla nomina della più berlusconiana di tutti al Senato, insinuando che il M5S abbia rinnegato la sua idiosincrasia nei confronti di Berlusconi.
Poi fa vedere che l'unica cosa che avrebbe fatto la giunta Raggi oggi a Roma è di occultare il murales che rappresenta un surreale bacio tra Di Maio e Salvini, fotografato dai quotidiani della partitocrazia.
Questo non è servizio pubblico è pubblica gogna organizzata da giornalisti di area piddina.
Ah, dimenticavo: chi è l'ospite chiamato a commentare le nomine di oggi? Ma naturalmente, una persona veramente super partes, il direttore di Repubblica Mario Calabresi, quello della fake news sulla chat whatsapp tagliata tra Di Maio e Raggi, di cui non ha mai chiesto scusa.
Bisognerà il prima possibile mettere mano alla Rai, oggi occupata manu militari dal PD.
Su Byoblu, l'intervento dell'economista Marco Saba:
Al di là del merito della proposta, che comunque sembra molto valida,
l'intervento di Marco Saba riesce con poche battute finalmente a
smontare la tesi principale degli euristi secondo la quale, a questo
punto, a prescindere dal giudizio che si possa dare sulla decisione di
aderire alla moneta europea a suo tempo presa dalla nostra classe
dirigente, ormai sarebbe materialmente impossibile o tecnicamente
improponibile (perché troppo difficoltoso) tornare indietro.
Se ne trae invece il fermo convincimento che i grandi media, accampando
difficoltà tecniche (che o non esistono o comunque sono facilmente
superabili!), stanno al gioco di chi, piuttosto, difende l'euro sulla
base di motivazioni squisitamente politiche, ma che non ha il coraggio
di ammettere.
In altri termini: chi ci dice che è impossibile uscirne lo fa soltanto
perché politicamente non riesce a trovare ragioni sufficienti a sostegno
della moneta unica e si rifugia truffaldinamente nel tecnicismo per
eludere le vere ragioni, inconfessabilmente politiche, della propria
sudditanza al feticcio dell'euro.
A questo punto sussistono tutti i dubbi per ritenere che l'asservimento
dell'economia italiana ai diktat europei non sia stato un mezzo ma il
fine ultimo dell'adesione all'euro: una cessione della sovranità
nazionale fatta surrettiziamente in palese violazione della carta
costituzionale, senza mai interpellare i cittadini.
Sorge un sospetto, atroce: va a finire che c'è del dolo, non
semplicemente colpa, nell'aver voluto rinunciare alla sovranità
monetaria? E che possa pendere sul capo di qualcuno l'accusa di
collaborazionismo?
Chissà se sapremo mai la verità sulla strage di via Fani e
sull'uccisione di Aldo Moro: da questa preziosa testimonianza se ne
deduce che chi possiede le carte e le bobine delle parole di Moro in
quei 55 giorni detenga un potere tanto inconfessabile quanto decisivo
nel condizionare ancora oggi pesantemente la nostra vita
politico-istituzionale, con ripercussioni internazionali tutte ancora
assolutamente da definire.
La verità di comodo che è stata proposta agli Italiani in questi anni,
affinché di quella stagione non si parli più, presenta così tante crepe e
contraddizioni che la sola cosa di cui ancora oggi si può essere certi è
che essa sia stata studiata a tavolino per nasconderne una molto più
atroce ma obiettiva e solida, che tuttavia resta impronunciabile perché
ritenuta dalla nostra classe dirigente moralmente, politicamente e
socialmente insopportabile.
Tuttavia, questo Paese resterà in una condizione di inferiorità
psicologica e di sudditanza internazionale finché non sarà stata fatta
una buona volta giustizia di tutto il cumulo di menzogne che ci è stato
propinato in tutto questo tempo grazie alla connivenza, se non ad una
vera e propria complicità, dei media e dei tanti operatori
dell'informazione che, nonostante le numerose acquisizioni probatorie
già raggiunte, fingono spudoratamente di non saperne nulla.
Il vento nuovo che sale dirompente dalle coscienze degli Italiani, come
testimonia il voto del 4 marzo, deve trovare una risposta anche
attraverso una ricostruzione finalmente attendibile di quei foschi
eventi e dei suoi reali inquietanti protagonisti. Non solo a livello
giudiziario, ancora estremamente lacunoso al limite dell'aneddotico, ma
storico-politico.
Un senso di grande riconoscenza per l'alto valore civile del loro
impegno, va tributato a quanti, come Gero Grassi, spendono le loro
energie per afferrare, frammento dopo frammento, mettendo a repentaglio
la propria stessa incolumità fisica, una verità che chi ha criminalmente
concepito e realizzato ha voluto poi distruggere con pari disumanità e
lo stesso furore eversivo.
Un ringraziamento particolare, calorosissimo, va a Claudio Messora ed
alla squadra di Byoblu per aver squarciato con un lampo la notte
nucleare in cui un potere occulto ci ha condannato da decenni a restare,
finché non troveremo il coraggio e l'indignazione giusta per riportare
noi stessi e la vita delle nostre Istituzioni alla luce del sole.
Solo così saremo liberi e potremo guardare al futuro della nostra
comunità con maggiore fiducia, anche nel segno della lezione che Aldo
Moro ci ha lasciati.
Purtroppo Mattarella ha promulgato la nuova vergognosa legge
elettorale: lo scrive Repubblica, anche se i giornali fanno a gara
nell'occultare la notizia. [Errata corrige delle ore 13,00 del 1°/11/2017: forse a causa di un misunderstanding, ma Mattarella sembra che non abbia firmato ancora. Ce ne scusiamo con i lettori]
Eppure sono evidenti i profili di
incostituzionalità del doppio voto: ad es., l'elettore vota solo un
candidato all'uninominale, ritenendo che nessuna lista ad esso collegata
meriti il suo appoggio, ma quel voto viene per magia duplicato nella
quota proporzionale, per giunta secondo il peso che ogni singola lista avrà sulla base dei voti effettivamente espressi. Insomma, è come se il suo voto maggioritario raddoppiasse per poi frammentarsi in più liste nella quota proporzionale.
Come non vedere che questo sistema travisa completamente la volontà
dell'elettore è questione che solo un maxiesperto come Cesare Pinelli potrebbe
spiegarci: non è un caso che egli venga intervistato da Repubblica, alla
spasmodica ricerca di qualcuno che difenda la legittimità di una legge
folle! E' vero, è la politica a decidere come governare il voto in
uscita: purché lo faccia con buonsenso. Il voto a frammentazione non lo
è!
Grillo, ancora una volta, ha colto nel segno.
Che cosa voleva dire Renzi quando, riferito a suo padre, si è così espresso dalla Gruber: "Se colpevole, pena doppia per lui!"?
Tutti, ma proprio tutti, hanno capito che mentre difendeva a spada tratta il fido scudiero Lotti, non altrettanto si sentiva in animo di fare per il proprio genitore.
Giustissima osservazione di Grillo che in quel frangente Renzi avesse rottamato il padre: è quello che ha fatto credere a tutti, giornalisti di area amica compresi, ritenendo in totale buona fede che da parte sua ci fosse una presa di distanze da papà Tiziano.
Invece, per rintuzzare l'osservazione perspicace di Grillo, ha dovuto ammettere che la sua era solo una provocazione: ovvero, sotto i riflettori del talk show, ci stava semplicemente prendendo in giro!
Ennesima conferma che dice quello che non pensa e pensa quello che non dice: Italiani, state sereni!