La settimana della sonora bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale si è conclusa nel peggiore dei modi.
Dopo gli attacchi contro tutto e tutti di Silvio Berlusconi, che ancora non riesce a smaltire la rabbia per aver perso l’immunità processuale, si profila una stagione politica gravida di pericoli.
Ormai il premier, abbassata la maschera che finora ne celava agli ingenui le reali intenzioni, è pronto a regolare una serie di conti che teneva evidentemente in sospeso.
Quirinale, Corte Costituzionale, Magistratura, Parlamento, stampa nazionale ed estera: nessuno dei poteri di una moderna democrazia viene risparmiato dalle sue ire.
Al Presidente Napolitano, a dispetto della sua eccessiva arrendevolezza al momento della promulgazione lampo della legge sull’immunità delle Alte cariche, Berlusconi, per il tramite del fido Vittorio Feltri dalle colonne de Il Giornale, gli rinfaccia di non aver saputo interagire con i giudici della Consulta, benché, è questa una indiscrezione dirompente, il testo di legge fosse stato scritto a quattro mani con i consulenti giuridici del Colle.
Se ciò venisse confermato, si dimostrerebbe come, nel tentativo di assecondare il soverchiante attivismo istituzionale del premier, Napolitano avrebbe travalicato il suo ruolo, finendo per uscire dal solco tracciato dalla nostra Costituzione.
E’ per questo che il Quirinale si è affrettato oggi a smentire seccamente tale ricostruzione che getta una luce inquietante sull’operato del Capo dello Stato, mettendone a rischio il suo ruolo super partes: una vera bomba mediatica, quella fatta deflagrare dal giornale della famiglia Berlusconi!
Inoltre, contro il potere giudiziario, sono già sulla rampa di lancio due siluri: la separazione delle carriere dei magistrati e il ripristino dell’immunità parlamentare.
A dimostrazione che il Cavaliere, nonostante i sondaggi sfavorevoli, messo alle strette se ne infischia ampiamente della pubblica opinione, già stressata per le sue intemperanze pubbliche e private.
Ormai il profluvio di invettive contro il singolo funzionario pubblico che incroci la sua strada, fosse solo per puro e semplice dovere d’ufficio, è tale che nessuna istituzione è in grado di sopportarne il peso.
Perché sono le istituzioni stesse ad essere sotto tiro.
E’ così che il Presidente della Repubblica, nonostante abbia mostrato sin troppo zelo nell’evitare ogni attrito con Berlusconi, viene comunque da questi accusato di slealtà.
Ma perché prendersela tanto per la bocciatura del lodo?
Dopo gli attacchi contro tutto e tutti di Silvio Berlusconi, che ancora non riesce a smaltire la rabbia per aver perso l’immunità processuale, si profila una stagione politica gravida di pericoli.
Ormai il premier, abbassata la maschera che finora ne celava agli ingenui le reali intenzioni, è pronto a regolare una serie di conti che teneva evidentemente in sospeso.
Quirinale, Corte Costituzionale, Magistratura, Parlamento, stampa nazionale ed estera: nessuno dei poteri di una moderna democrazia viene risparmiato dalle sue ire.
Al Presidente Napolitano, a dispetto della sua eccessiva arrendevolezza al momento della promulgazione lampo della legge sull’immunità delle Alte cariche, Berlusconi, per il tramite del fido Vittorio Feltri dalle colonne de Il Giornale, gli rinfaccia di non aver saputo interagire con i giudici della Consulta, benché, è questa una indiscrezione dirompente, il testo di legge fosse stato scritto a quattro mani con i consulenti giuridici del Colle.
Se ciò venisse confermato, si dimostrerebbe come, nel tentativo di assecondare il soverchiante attivismo istituzionale del premier, Napolitano avrebbe travalicato il suo ruolo, finendo per uscire dal solco tracciato dalla nostra Costituzione.
E’ per questo che il Quirinale si è affrettato oggi a smentire seccamente tale ricostruzione che getta una luce inquietante sull’operato del Capo dello Stato, mettendone a rischio il suo ruolo super partes: una vera bomba mediatica, quella fatta deflagrare dal giornale della famiglia Berlusconi!
Inoltre, contro il potere giudiziario, sono già sulla rampa di lancio due siluri: la separazione delle carriere dei magistrati e il ripristino dell’immunità parlamentare.
A dimostrazione che il Cavaliere, nonostante i sondaggi sfavorevoli, messo alle strette se ne infischia ampiamente della pubblica opinione, già stressata per le sue intemperanze pubbliche e private.
Ormai il profluvio di invettive contro il singolo funzionario pubblico che incroci la sua strada, fosse solo per puro e semplice dovere d’ufficio, è tale che nessuna istituzione è in grado di sopportarne il peso.
Perché sono le istituzioni stesse ad essere sotto tiro.
E’ così che il Presidente della Repubblica, nonostante abbia mostrato sin troppo zelo nell’evitare ogni attrito con Berlusconi, viene comunque da questi accusato di slealtà.
Ma perché prendersela tanto per la bocciatura del lodo?
Allora avevano ragione quanti sostenevano che era l’ennesima legge ad personam per il Cavaliere!
Con la sua incontenibile ira, Berlusconi ha finito di nuovo per smentire se stesso.
Con la sua incontenibile ira, Berlusconi ha finito di nuovo per smentire se stesso.
Nessuna sorpresa nel constatare, però, che malgrado la bocciatura delle Corte, egli non ha la minima intenzione di dimettersi.
Irrita, piuttosto, che in queste ore la scalcinata opposizione del PD non abbia saputo dire altro, oltre esprimere una solidarietà rituale a Napolitano, che esortare Berlusconi ad andare avanti.
Dopo il poderoso aiuto sullo scudo fiscale, ecco nuovamente il PD pronto a tendergli la mano.
E la nomenklatura democratica ha pure la faccia tosta di chiedere alla sua base di andare a votare per le primarie!
Ma come, voi del PD non vi presentate in Parlamento a sfiduciare Berlusconi, adesso asserite pure che non deve dimettersi, e chiedete a noi cittadini di votarvi?
Possibile che non vi rendiate conto della distanza siderale che ormai vi separa dai vostri stessi elettori?
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