venerdì 11 novembre 2011

No, caro Bersani, prima dell'Italia vengono gli Italiani!

Il Partito Democratico, con la copertura mediatica del gruppo De Benedetti-Repubblica e di RCS-Corriere della Sera, si sta preparando a consumare l'ennesimo tradimento nei confronti di quello che è il suo elettorato di riferimento: lavoratori, pensionati, donne e giovani in cerca di prima occupazione, precari e disoccupati.
Prendendo spunto dalla tempesta finanziaria scatenata dall'estero con la partecipazione straordinaria di grosse banche d'affari americane e che mira ad annientare l'euro per riportare il derelitto dollaro di nuovo al centro della scena economica internazionale, sta siglando una patto indecente con Silvio Berlusconi per dare vita ad un nuovo esecutivo dove siederebbero insieme uomini del Pd e  del Pdl.
Così, forse, potrebbero ritrovarsi in consiglio dei ministri zio Gianni e il nipote Enrico Letta, che la malasorte per troppo tempo ha visto schierati inopinatamente su fronti avversi... e poi vivranno tutti felici e contenti!
In gioco non c'è la credibilità internazionale dell'Italia, come ci propinano le finte Cassandre di destra e di sinistra, già allo zero assoluto per la presenza da diciassette anni nella cabina di comando di un personaggio pittoresco come Silvio da Arcore, il buon samaritano che aiuta le ragazze in difficoltà pure di notte, ma ciò che resta dello stato sociale che questa inedita armata brancaleone si appresta a smantellare gridando al lupo al lupo!
A chiacchiere se ne sono date di santa ragione almeno da dieci anni a questa parte, con le maiuscole eccezioni dei due litiganti Massimo D'Alema e Walter Veltroni sempre pronti ad improvvise aperture di credito in bianco nei confronti di Berlusconi.
Ma adesso si ritroverebbero insieme appassionatamente a gestire la macelleria sociale.
Caro Silvio, posso? Ma certo, carissimo Pierluigi, il primo colpo di mannaia spetta a te!
Due visioni della politica opposte, due ricette economiche alternative, che adesso troverebbero una incredibile imprevista sintesi, griffata dall'ex commissario europeo Mario Monti, già consulente per Goldman Sachs e membro del Gruppo Bilderberg, senza dover dare spiegazioni a nessuno in nome di un millantato interesse nazionale.
E' la quadratura del cerchio, o meglio l'unipolarismo della Casta.
Il problema è che per pensare all'Italia (quale Italia, quella che mangia di lusso con pochi spiccioli in Parlamento o l'Italia delle banche e dei poteri forti?) si sacrificano gli Italiani, cioè quelli che, nella migliore delle ipotesi, si ammazzano tutto il giorno con stipendi da fame, o si godono generosissimi vitalizi dall'alto dei loro 500 euro mensili; a cui verranno inflitti nuovi pesantissimi tagli di spesa e di diritti.
Del resto, Ragasssi, siamo o no un popolo benestante? Non è vero che i ristoranti sono sempre pieni??
Ecco perché è questione di sopravvivenza per Bersani, per non essere colto in trappola e trovarsi isolato dilapidando in poche settimane il tesoretto elettorale che i sondaggi gli attribuiscono, cooptare nell'invincible armada quella testa calda di Antonio Di Pietro a cui non più tardi di stamattina ha rivolto l'ennesimo, struggente appello al concorso esterno in associazione a macellare: "Ripensaci, viene prima l'Italia".
L'invito che invece noi giriamo al Tonino nazionale è, giustamente, proprio quello a suo tempo pronunciato in altro frangente dal suo ex capo del pool di Milano Francesco Saverio Borelli:
"Resistere, Resistere, Resistere!"

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