Nella trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro, giovedì sera si parlava delle proteste in corso contro l'allargamento dei cantieri per la TAV Torino - Lione, insieme all'economista Irene Tinagli, al costituzionalista Michele Ainis, al segretario Fiom Maurizio Landini e a Pierluigi Bersani, segretario del Partito Democratico.
Pierluigi Bersani era chiamato ad un compito tutto sommato semplice: spiegare perché il suo partito si sia incaponito a difendere la realizzazione di questa opera gigantesca, concepita negli anni Settanta sulla base di previsioni di traffico che si sono rivelate del tutto campate in aria.
Infatti gli studi iniziali prevedevano che ci sarebbe stato in 10 anni un flusso annuo di viaggiatori superiore ai 7,7 milioni di utenti a fronte di un traffico dell'epoca di circa 2 milioni di passeggeri.
Attualmente sulla linea ferroviaria internazionale viaggiano solo 700mila persone, cioè un decimo del traffico previsto per giustificare l'opera. Tant'è che si è deciso a suo tempo di cambiare, destinando così la nuova ferrovia al traffico merci.
Attualmente sulla linea ferroviaria internazionale viaggiano solo 700mila persone, cioè un decimo del traffico previsto per giustificare l'opera. Tant'è che si è deciso a suo tempo di cambiare, destinando così la nuova ferrovia al traffico merci.
E' chiaro che proprio a causa dei ritardi nella progettazione, oggigiorno, in piena crisi finanziaria ed economica ed alla luce dei nuovi dati di traffico emersi, andrebbe riconsiderata l'opportunità dell'intero progetto.
E' semplicemente una questione di buon senso, se non altro per evitare un incredibile ulteriore sperpero di denaro pubblico, tenuto conto che la linea ferroviaria attuale è stata rimodernata da poco con un investimento che supera i 500 milioni di euro e viene utilizzata al 30%.
Basterebbe seguire lo splendido intervento "Alta Voracità" di Marco Travaglio, che da par suo non lesina cifre e informazioni di dettaglio, per rendersi conto dell'assoluta follia di procedere senza se e senza ma alla realizzazione di un'opera ideata quarant'anni fa, in un'altra era geologica.
E' semplicemente una questione di buon senso, se non altro per evitare un incredibile ulteriore sperpero di denaro pubblico, tenuto conto che la linea ferroviaria attuale è stata rimodernata da poco con un investimento che supera i 500 milioni di euro e viene utilizzata al 30%.
Basterebbe seguire lo splendido intervento "Alta Voracità" di Marco Travaglio, che da par suo non lesina cifre e informazioni di dettaglio, per rendersi conto dell'assoluta follia di procedere senza se e senza ma alla realizzazione di un'opera ideata quarant'anni fa, in un'altra era geologica.
Nel corso della serata il leader di quella che dovrebbe in teoria essere una forza di centrosinistra, illividito e tiratissimo, con lo sguardo che evitava le telecamere, è riuscito ad abbozzare solo queste considerazioni:
1. dietro il movimento NO TAV, si sta coagulando un malessere sociale in cui si potrebbe infilare il terrorismo, come è accaduto negli anni Settanta con le Brigate Rosse: le scritte sui muri di Torino contro il magistrato Caselli lo stanno a dimostrare;
2. se 'sto movimento qua prendesse le distanze da coloro che rimestano nel torbido e che cercano l'occasione storica per i loro disegni eversivi, lui sarebbe disponibile ad aprire un tavolo di trattativa. Ma non sulla fattibilità dell'opera, che va assolutamente cantierata e ultimata; semplicemente sulle compensazioni economiche da corrispondere ai comuni ed alle altre istituzioni della valle a risarcimento dei danni causati dai lavori;
3. la TAV va fatta perché ce lo chiede l'Europa e perché il processo decisionale è stato democratico.
Un leader politico progressista così a corto di argomenti non si era mai visto.
Invece di parlare di politica, di tentare dare una risposta ed una soluzione al disagio sociale magari chiedendosi il perché del distacco abissale tra i cittadini e le istituzioni, che decidono interventi giganteschi di dubbia utilità sociale senza porsi il problema di consultare le popolazioni locali, evoca lo spettro del terrorismo.
Insomma, per Bersani, la gente non deve protestare perché in tal modo alimenta il brodo di coltura della violenza estremista e eversiva.
E' incredibile che un leader politico che dovrebbe essere cresciuto con il mito della piazza cerchi di criminalizzare un movimento di protesta agitando i fantasmi del passato senza portare elementi concreti a sostegno del suo teorema.
Perché se ha motivo di ritenere che ci siano state o ci saranno infiltrazioni terroristiche, ebbene faccia nomi e cognomi e denunci il tutto alle autorità di pubblica sicurezza.
Altrimenti taccia e non generi allarmismo, soffiando sul fuoco della protesta sociale con un accostamento così arbitrario e infondato agli anni di piombo da spingere magari menti deboli e facilmente suggestionabili a gesti emulativi dalle conseguenze imprevedibili.
Atti che potrebbero innescare la risposta autoritaria degli apparati di sicurezza dello Stato, in una fase istituzionale estremamente delicata, caratterizzata de facto da una sospensione di responsabilità nella guida politica del nostro Paese.
Un pericoloso gioco al massacro a cui i leader politici hanno il dovere civico, prima ancora che morale, di non partecipare.
Perché la strategia della tensione deve restare confinata alla storia per molti versi ancora oscura di settori deviati del nostro Stato a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, originatasi in ambienti neofascisti.
E non può essere strumentalizzata oggi per bassi fini di bottega dai politici, meno che meno se di provenienza dalla sinistra italiana.
Da un politico ci si aspetta impegno e responsabilità nelle scelte adottate e che spieghi una buona volta le motivazioni delle sue decisioni.
Purtroppo Bersani per tutta la serata ha evitato sistematicamente qualsiasi confronto sull'opportunità economica dell'opera, letteralmente sbiancando quando Michele Ainis ha ventilato la possibilità di proporre una consultazione popolare sul tema.
Ma l'ineffabile Miguel Gotor sulla prima pagina di Repubblica così commenta la performance del segretario Pd:
"Sulla questione No Tav, ad esempio, nell´arena di Santoro, è stato assai efficace: solo contro tutti, le gambe larghe e la cravatta slacciata a rispondere colpo su colpo al moralismo di alcuni e alla demagogia di altri. La questione della Tav è stata tenuta al livello che merita, ossia una sfida democratica: ogni violenza deve essere bandita, non è vero che non si è dialogato con associazioni e comuni che hanno deliberato a maggioranza la loro decisione favorevole; discutere non può significare bloccare i lavori, ma piuttosto affrontare temi assai concreti come evitare le infiltrazioni mafiose nella gestione degli appalti, mantenere la massima sicurezza nei cantieri, dislocare risorse a vantaggio delle popolazioni danneggiate dai disagi. Ma la Tav va fatta perché risponde a un interesse italiano ed europeo e così è stato deliberato a ogni istanza rappresentativa: una democrazia che non realizza le sue decisioni non fa altro che aumentare il proprio discredito."
Una ricostruzione talmente di parte da perdere la benché minima obiettività. Provare per credere: questo è il link per rivedere la trasmissione.
Infine, anche semplicemente sul piano dell'immagine televisiva, Bersani è apparso in grave imbarazzo: pallido, la fronte imperlata di sudore e costantemente corrugata, il volto scosso da tic, continui movimenti verso l'alto delle spalle, irrequieto sulla sedia fino a restare sulla punta a gambe divaricate, frastornato, a volte con lo sguardo fisso e perso nel vuoto.
Davvero una serataccia per lui.
Invece di parlare di politica, di tentare dare una risposta ed una soluzione al disagio sociale magari chiedendosi il perché del distacco abissale tra i cittadini e le istituzioni, che decidono interventi giganteschi di dubbia utilità sociale senza porsi il problema di consultare le popolazioni locali, evoca lo spettro del terrorismo.
Insomma, per Bersani, la gente non deve protestare perché in tal modo alimenta il brodo di coltura della violenza estremista e eversiva.
E' incredibile che un leader politico che dovrebbe essere cresciuto con il mito della piazza cerchi di criminalizzare un movimento di protesta agitando i fantasmi del passato senza portare elementi concreti a sostegno del suo teorema.
Perché se ha motivo di ritenere che ci siano state o ci saranno infiltrazioni terroristiche, ebbene faccia nomi e cognomi e denunci il tutto alle autorità di pubblica sicurezza.
Altrimenti taccia e non generi allarmismo, soffiando sul fuoco della protesta sociale con un accostamento così arbitrario e infondato agli anni di piombo da spingere magari menti deboli e facilmente suggestionabili a gesti emulativi dalle conseguenze imprevedibili.
Atti che potrebbero innescare la risposta autoritaria degli apparati di sicurezza dello Stato, in una fase istituzionale estremamente delicata, caratterizzata de facto da una sospensione di responsabilità nella guida politica del nostro Paese.
Un pericoloso gioco al massacro a cui i leader politici hanno il dovere civico, prima ancora che morale, di non partecipare.
Perché la strategia della tensione deve restare confinata alla storia per molti versi ancora oscura di settori deviati del nostro Stato a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, originatasi in ambienti neofascisti.
E non può essere strumentalizzata oggi per bassi fini di bottega dai politici, meno che meno se di provenienza dalla sinistra italiana.
Da un politico ci si aspetta impegno e responsabilità nelle scelte adottate e che spieghi una buona volta le motivazioni delle sue decisioni.
Purtroppo Bersani per tutta la serata ha evitato sistematicamente qualsiasi confronto sull'opportunità economica dell'opera, letteralmente sbiancando quando Michele Ainis ha ventilato la possibilità di proporre una consultazione popolare sul tema.
Ma l'ineffabile Miguel Gotor sulla prima pagina di Repubblica così commenta la performance del segretario Pd:
"Sulla questione No Tav, ad esempio, nell´arena di Santoro, è stato assai efficace: solo contro tutti, le gambe larghe e la cravatta slacciata a rispondere colpo su colpo al moralismo di alcuni e alla demagogia di altri. La questione della Tav è stata tenuta al livello che merita, ossia una sfida democratica: ogni violenza deve essere bandita, non è vero che non si è dialogato con associazioni e comuni che hanno deliberato a maggioranza la loro decisione favorevole; discutere non può significare bloccare i lavori, ma piuttosto affrontare temi assai concreti come evitare le infiltrazioni mafiose nella gestione degli appalti, mantenere la massima sicurezza nei cantieri, dislocare risorse a vantaggio delle popolazioni danneggiate dai disagi. Ma la Tav va fatta perché risponde a un interesse italiano ed europeo e così è stato deliberato a ogni istanza rappresentativa: una democrazia che non realizza le sue decisioni non fa altro che aumentare il proprio discredito."
Una ricostruzione talmente di parte da perdere la benché minima obiettività. Provare per credere: questo è il link per rivedere la trasmissione.
Infine, anche semplicemente sul piano dell'immagine televisiva, Bersani è apparso in grave imbarazzo: pallido, la fronte imperlata di sudore e costantemente corrugata, il volto scosso da tic, continui movimenti verso l'alto delle spalle, irrequieto sulla sedia fino a restare sulla punta a gambe divaricate, frastornato, a volte con lo sguardo fisso e perso nel vuoto.
Davvero una serataccia per lui.
4 commenti:
Bersani è un uomo di governo che ha sottoscritto un patto con la Francia e la domanda è un'altra: cosa ha fatto il PD per il popolo? Nulla, anzi ha permesso che l'unica categoria a pagare questa crisi fossero i pensionati e per il resto nessuna lotta, ma tanta approvazione. Vogliamo mandarla a casa questa gente?
io l'altra sera,da elettrice del pd,sono rimasta esterefatta dalla pochezza di Bersani.Non ha saputo dire una frase che avesse un senso compiuto:si puo' essere a favore del TAV ,ma almeno mi devi convincere delle tue buone ragioni!invece,ha ragione Travaglio :solo supercazzole.Devo dire che una delle "perle" di Bersani che mi ha piu' indignato è sentirlo dire che con un buon risarcimento,tipo una scuola,un ospedale...tutto a posto.ma stiamo scherzando,lasciamo devastare una valle in cambio di un piatto di lenticchie?
Vorrei capire o che qualcuno mi spiegasse perché non si può ristrutturare e potenziare la linea ferroviaria che esiste, piuttosto che bucare la montagna.
In tempi di ristrettezze occorre spendere bene e meglio i soldi della comunità. Mi sembra logico.
Ma forse non è logico per la casta politica, perchè tanto non sono soldi loro.
VIGLIACCHI!!
il vero problema che l'ambiguità regna sovrana. la fusione fatta in modo assai discutibile,ha messo in evidenza solo un fatto acclamato gli interessi comuni. mi sembra di vivere la guerra dei guelfi e dei ghibellini. il mondo è cambiato e il pd non se ne è ancora reso conto. ci avete fatto vivere in un sogno per troppo tempo ci avete narcotizzati tutti e avete fatto i vostri sporchi interessi. ci avete illuso con lo slogan vogliamo cambiare il paese per poi non cambiare niente e avete consegnato il paese ad una destra peggiore di quella del ventennio.con quale coraggio nominate i MORO;I BERLINGUER ,i padri fondatori della costituzione,gente che ha dato la vita per questo paese.avete concorso a spezzare la spina dorsale di questa nazione facendo sparire categorie lavorative che hanno fatto grande l'ITALIA.e mi riferisco alla piccola e media impresa.siete stati silenti e quando avete avuto il comando del governo avete affondato la lama avallando leggi porcheria che ci hanno portato a questa situazione .non avete credibilità quando verete a chiederci il consenso.vi siete nascosti dietro ai professori come la destra perchè sapevate e sapete che non siete credibili. la gente il popolo ha preso coscienza e come fece dopo tangentopoli spazzerà via anche voi tutti destra e sinistra .non beateficatevi dei sondaggi , perchè quando si trattera di affondare la lama questa volta il popolo non sarà masochista.un ex votante di sinistra giuseppe
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