I giornali praticamente rimuovono la notizia ma i dati certificati da Eurostat sono impietosi: la cura Monti, con il beneplacito di Napolitano, ha portato il rapporto Debito pubblico/Prodotto interno lordo in Italia alla quota straordinaria del 126,1%, come risulta nel rapporto pubblicato ieri.
La sciagurata serie di ripetute manovre lacrime e sangue, s'intende per lavoratori e pensionati, che il governo dei bocconiani testardamente insiste a proseguire, ha portato paradossalmente l'Italia sull'orlo della catastrofe economica e finanziaria.
L'ultima perla, il disegno di legge di Stabilità (la Finanziaria di una volta!) è così demenzialmente iniquo, spostando il carico fiscale dall'imposizione diretta a quella indiretta proprio nel corso di una recessione pesantissima, con l'effetto inevitabile di danneggiare ancora una volta le fasce più deboli della popolazione, che viene da pensare che questi tecnici oltre che seguire pedissequamente i diktat tedeschi abbiano inforcato i paraocchi ideologici del liberismo più becero e, con la scusa della crisi, vogliano portare a compimento, per conto dell'élite tenocratica, una loro personalissima lotta di classe.
Del resto, la tanto decantata fiducia che Mario Monti avrebbe fatto riconquistare all'Italia sulla scena europea, grazie alla sua 'serietà' e a quel suo personalissimo aplomb cibernetico significa nella sostanza adottare brutalmente le ricette economiche dei tedeschi e dei paesi nordici che impongono ai paesi mediterranei enormi quanto inutili sacrifici. E' stato lo stesso premier ad ammetterlo: «Per evitare la catastrofe, abbiamo dovuto compiere un’operazione brutale».
La sua grande reponsabilità però è stata di rivolgere tanta brutalità non a 360 gradi ma di puntare ad alzo zero soltanto sui ceti popolari.
Inoltre, da un leader di statura europea ci si sarebbe aspettati una maggiore capacità di interdizione nei confronti dell'egoismo miope e veteronazionalista dei paesi del Nord Europa e soprattutto una maggiore capacità di proposta.
Di più, di fare fronte comune con gli altri paesi mediterranei, che continuano a pagare il conto più alto per gli errori madornali commessi da Angela Merkel, ossessionata da antiche paure inflazionistiche e divenuta sacerdotessa del sacro rigore economico quasi lo considerasse una moderna forma di penitenza da imporre agli incorreggibili e gaudenti popoli latini.
Invece, niente di tutto questo: la cessione di sovranità nazionale che in questi mesi si è andata consumando ai danni dell'Italia, a partire dall'approvazione del Fiscal Compact e dell'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio, dimostra inequivocabilmente che la serietà montiana in campo europeo si traduce inevitabilmente nella supina sottomissione italiana agli interessi dei paesi forti dell'UE.
L'illusione del governo di Monti, Fornero e Passera (a proposito, l'immobilismo del Ministro dello Sviluppo Economico è là a certificare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la totale inadeguatezza dei tecnici al compito che Napolitano gli aveva affidato) sta quindi desolatamente svanendo, lasciandoci nell'emergenza ma ormai pure tra le macerie!
Ha ragione Beppe Grillo quando sferza i siciliani alla vigilia delle Regionali: meglio un sogno perduto che un suicidio assistito!
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