Il Financial Times, come abbiamo visto nella corrispondenza da Roma di sabato 22 marzo, ha ridicolizzato la campagna elettorale italiana.
In particolare ha preso di mira Walter Veltroni e Silvio Berlusconi che hanno cercato al momento della formazione delle liste (folcloristica, potrebbero dire gli inglesi), di modellare il prossimo Parlamento a propria immagine e somiglianza.
Che il prestigioso quotidiano economico dica qualcosa che è sulla bocca di tutti, qui in Italia, non ci meraviglia: non a caso Beppe Grillo ha preannunciato da giorni di poter dare un nome e cognome ai prossimi senatori e deputati molto prima che si aprano le urne per votare.
Ciò che stupisce è che mentre di solito il Financial Times viene citato dalla stampa di casa nostra ad ogni stormir di fronda con l’enfasi dell’Enciclopedia Britannica, in questo caso l’editoriale è passato del tutto inosservato.
Eppure questa volta sarebbe stato assai opportuno raccontare come dall’estero si guardi alla politica italiana in un momento così delicato.
Ma i media, bipolarizzati tra Partito Democratico e Popolo delle Libertà, hanno deciso di tacere, a dimostrazione di quanto abbiano a cuore i princìpi di trasparenza e di completezza dell’informazione e, quindi, in quale considerazione tengano i cittadini e la società civile.
Il giudizio caustico del Financial Times ha avuto, guarda caso, una qualche eco proprio su Il Messaggero di Roma, che fa capo al gruppo Caltagirone; e, come si sa, l’UDC di Pierferdinando Casini, marito di Azzurra Caltagirone, si è recentemente smarcato dall’asse Veltrusconi e gareggia per conto suo.
Sta di fatto che i due colossi dai piedi d’argilla, dopo aver mandato a picco una legislatura con tre anni di anticipo, stanno affondando anche questa campagna elettorale, riempiendola di vuoti slogan e di proposte per il dopo voto così estemporanee e insulse da rasentare il ridicolo: come quella di aumentare le pensioni minime di 400 euro all’anno per gli ultrasessantacinquenni.
Certo, meglio di niente, si è tentati di dire.
Ma tale aumento come verrebbe finanziato? Con il famigerato tesoretto o tagliando risorse da qualche altra parte? E perché non ci si è pensato prima, magari durante quella che doveva essere la fase due del governo Prodi? Infine, perché tale idea non è stata riportata nero su bianco e con tutti i riferimenti del caso nel programma elettorale del Partito Democratico?
Insomma, è una proposta che Veltroni ha buttato lì, tanto per fare clamore e smuovere le acque stagnanti di questa plumbea corsa al voto.
Il classico coniglio tirato fuori dal cilindro, secondo uno stile da televendita che, paradossalmente, ha reso celebre proprio il suo avversario di Arcore.
Se questo deve essere il livello del confronto tra i due partiti, suggeriamo a Veltroni di rendere più allettante la sua offerta promozionale aggiungendo per ogni pensionato magari un servizio di piatti da sei in fine porcellana ed un set di valigie da viaggio in similpelle con serratura di sicurezza.
Berlusconi, da par suo, per ottenere una maggioranza sicura al Senato, potrebbe rispondere promettendo ai suoi elettori di età superiore ai 25 anni un abbonamento gratuito per un anno al digitale terrestre con tutte le partite in diretta della squadra del cuore…
Ormai è chiaro: invece di rispondere al grido di Beppe Grillo Fuori tutti!, PD e PDL si danno al Fuori Tutto! cercando di accalappiare gli elettori con promesse elettorali sottocosto.
Che squallore!
In particolare ha preso di mira Walter Veltroni e Silvio Berlusconi che hanno cercato al momento della formazione delle liste (folcloristica, potrebbero dire gli inglesi), di modellare il prossimo Parlamento a propria immagine e somiglianza.
Che il prestigioso quotidiano economico dica qualcosa che è sulla bocca di tutti, qui in Italia, non ci meraviglia: non a caso Beppe Grillo ha preannunciato da giorni di poter dare un nome e cognome ai prossimi senatori e deputati molto prima che si aprano le urne per votare.
Ciò che stupisce è che mentre di solito il Financial Times viene citato dalla stampa di casa nostra ad ogni stormir di fronda con l’enfasi dell’Enciclopedia Britannica, in questo caso l’editoriale è passato del tutto inosservato.
Eppure questa volta sarebbe stato assai opportuno raccontare come dall’estero si guardi alla politica italiana in un momento così delicato.
Ma i media, bipolarizzati tra Partito Democratico e Popolo delle Libertà, hanno deciso di tacere, a dimostrazione di quanto abbiano a cuore i princìpi di trasparenza e di completezza dell’informazione e, quindi, in quale considerazione tengano i cittadini e la società civile.
Il giudizio caustico del Financial Times ha avuto, guarda caso, una qualche eco proprio su Il Messaggero di Roma, che fa capo al gruppo Caltagirone; e, come si sa, l’UDC di Pierferdinando Casini, marito di Azzurra Caltagirone, si è recentemente smarcato dall’asse Veltrusconi e gareggia per conto suo.
Sta di fatto che i due colossi dai piedi d’argilla, dopo aver mandato a picco una legislatura con tre anni di anticipo, stanno affondando anche questa campagna elettorale, riempiendola di vuoti slogan e di proposte per il dopo voto così estemporanee e insulse da rasentare il ridicolo: come quella di aumentare le pensioni minime di 400 euro all’anno per gli ultrasessantacinquenni.
Certo, meglio di niente, si è tentati di dire.
Ma tale aumento come verrebbe finanziato? Con il famigerato tesoretto o tagliando risorse da qualche altra parte? E perché non ci si è pensato prima, magari durante quella che doveva essere la fase due del governo Prodi? Infine, perché tale idea non è stata riportata nero su bianco e con tutti i riferimenti del caso nel programma elettorale del Partito Democratico?
Insomma, è una proposta che Veltroni ha buttato lì, tanto per fare clamore e smuovere le acque stagnanti di questa plumbea corsa al voto.
Il classico coniglio tirato fuori dal cilindro, secondo uno stile da televendita che, paradossalmente, ha reso celebre proprio il suo avversario di Arcore.
Se questo deve essere il livello del confronto tra i due partiti, suggeriamo a Veltroni di rendere più allettante la sua offerta promozionale aggiungendo per ogni pensionato magari un servizio di piatti da sei in fine porcellana ed un set di valigie da viaggio in similpelle con serratura di sicurezza.
Berlusconi, da par suo, per ottenere una maggioranza sicura al Senato, potrebbe rispondere promettendo ai suoi elettori di età superiore ai 25 anni un abbonamento gratuito per un anno al digitale terrestre con tutte le partite in diretta della squadra del cuore…
Ormai è chiaro: invece di rispondere al grido di Beppe Grillo Fuori tutti!, PD e PDL si danno al Fuori Tutto! cercando di accalappiare gli elettori con promesse elettorali sottocosto.
Che squallore!