Che la dirigenza del PD sia ormai completamente scollata dalla propria base elettorale e più in generale dai problemi dell'Italia è fatto notorio.
Continua ad impressionare però la distanza persino psicologica che pure è confermata dall'ultimo intervento tv del suo segretario Letta: sembra un alieno, direttamente catapultato sulla Terra dal pianeta Marte.
Ci fa sapere che se il PD avesse i numeri ci condannerebbe a Draghi, il commissario liquidatore del Paese, colui che in un solo anno è riuscito a distruggere ciò che restava del tessuto economico-sociale di quella che era fino a qualche anno fa la quarta potenza economica del mondo.
Colpisce l'assoluta mancanza di sensibilità rispetto al cataclisma economico-finanziario che si sta abbattendo e deflagrerà nelle prossime settimane sulle famiglie italiane grazie ai servigi dell'uomo di Goldman Sachs, il quale agisce per conto della nomenklatura europea.
Questa ha sempre tentato di affossarci, gelosa delle nostre enormi potenzialità culturali, intellettuali ed ambientali.
Mario Draghi sta lì appunto ad assicurarsi che il cappio venga ben stretto attorno al collo del Paese, per poi lasciarci alle 'cure' del direttorio franco-tedesco che, tramite il Mes, ci assesterà il definitivo colpo di grazia.
In questo quadro veramente fosco, abbiamo un personaggio, che la sera della vigilia delle Presidenziali, si presenta ad ora di cena in tv, scuro in volto, ad esternare la propria preoccupazione per il fatto che il PD non ha i numeri sufficienti per portare al Quirinale il 'vile affarista', come ebbe modo di appellarlo l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Quando la realtà supera la più cupa immaginazione.