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lunedì 13 giugno 2011

13 giugno: per l'Italia è l'inizio di una nuova era!

Una magnifica giornata di tarda primavera ha visto soccombere sotto una valanga di sì i tentativi della tecnocrazia di destra e di sinistra di fare strame della nostra democrazia, prendendo decisioni strategiche per il futuro del nostro Paese sopra la testa di noi cittadini.
Le urne non lasciano adito a dubbi: oltre 25 milioni di Italiani hanno deciso di interrompere le loro faccende quotidiane per recarsi al seggio ed affermare che quello della gestione dei servizi pubblici locali, dell'energia nucleare, della legge uguale per tutti, sono materie su cui vogliono decidere in prima persona, malgrado il Presidente del Consiglio li abbia invitati a non andare a votare perché quesiti inutili!
Malgrado la RAI,  abbia cercato in ogni modo di occultare la consultazione popolare dando spazi minimi all'evento o inducendo in errore i telespettatori con i notiziari della principale fascia oraria che hanno addirittura sbagliato le date in cui si sarebbe svolta: qualcosa non solo di vergognoso ma, chiaramente, di illegale.
Come illegale è stato il tentativo maldestro del Ministro dell'Interno Maroni di dichiarare stamattina, ad urne aperte, che il quorum era stato raggiunto, in modo da disincentivare gli elettori dell'ultima ora ad andare a votare.
Vergognoso anche il tentativo di nascondere le immagini del Presidente Giorgio Napolitano che si reca al seggio e depone le schede referendarie nell'urna: una censura eversiva, mai visto niente di simile in televisione, dalla nascita della Repubblica.
Per non parlare dello sconcio dei telegiornali Mediaset, esperti confezionatori da vent'anni  dell'informazione di regime, che hanno praticamente ignorato il grande appuntamento elettorale.
E la vergogna mediatica ancora continua in queste ore!
Sulla tv pubblica, la linea diretta iniziata alle 15,00  su Rete Tre, a scrutinio ancora in corso, non trova di meglio che chiedere un parere a caldo al politico a sua insaputa, Claudio Scajola, lasciando poi campo aperto alle onnipresenti intemperanze di Ignazio La Russa; entrambi, naturalmente, fanno finta che non sia successo niente, anzi,  ribadiscono, come spudoratamente fa l'inquilino dell'appartamento con vista sul Colosseo, che l'energia nucleare resta la soluzione dei problemi energetici italiani.
Assurdo: la TV pubblica ancora stende il tappeto rosso a questi zombies mentre l'Italia in carne e ossa festeggia in un caleidoscopio di suoni e di colori dovunque, in casa e per strada, la fine di un'epoca (purtroppo non ancora di un incubo!). E quasi dimentica i fautori di questa apoteosi di popolo, Antonio Di Pietro, Beppe Grillo e i comitati dei cittadini per l'acqua pubblica.
Nello studio della Berlinguer tocca accontentarsi di Rosy Bindi, dell'ex verde Francesco Rutelli, del giornalista à la page  Antonio Polito, mentre questo voto dimostra che gli Italiani hanno votato anche contro quei dirigenti del centrosinistra che per diciassette lunghi anni, se non altro con la loro ignavia, hanno reso possibile ad un politico improbabile come Silvio Berlusconi di diventare per quasi vent'anni il padre padrone della vita pubblica italiana.
Speriamo che stasera fischino le orecchie persino a Pierluigi Bersani, il Bersani, come dice Grillo, di quarta generazione, quello che è rimasto folgorato dalle sacrosante ragioni della battaglia referendaria appena in tempo per evitare l'ennesimo shock elettorale e mangiare la polvere dell'indignazione popolare contro il PD.
Ma adesso l'Italia è in festa: lasciateci brindare!