mercoledì 19 dicembre 2012

La profezia Maya e lo scioglimento delle Camere: il semestre bianco di Re Giorgio

Mentre da settimane  si sta istruendo sul niente un processo mediatico a Beppe Grillo e a Casaleggio, in fondo colpevoli soltanto di rovinare i sonni della Casta con il loro movimento politico che promette di fare il pieno di voti alle prossime elezioni, l'opinione pubblica assiste indifferente all'accelerazione impressa alla crisi del governo tecnico proprio da parte dei suoi coautori, il duo Monti-Napolitano, che si sono inventati dal niente una crisi di governo extraparlamentare in ventiquattro ore, pur di mandare gli Italiani alle urne presumibilmente a metà febbraio, cioè sotto la neve: una cosa mai vista nella storia repubblicana!

All'origine dell'improvvisa decisione di Monti di dimettersi ci sarebbero state le parole pronunciate dal segretario Pdl Angelino Alfano durante il ponte dell'Immacolata: "Consideriamo conclusa l’esperienza di questo governo", subito dopo l'astensione del Pdl sulla fiducia sul decreto sviluppo al Senato e sul decreto costi della politica alla Camera.
Ma il Governo ha continuato a governare nelle ultime due settimane come niente fosse; anzi, meglio di prima, data l'inattesa investitura fatta al premier Mario Monti proprio da Silvio Berlusconi in persona.
Adesso, quali possano essere le ragioni di far chiudere la legislatura così precipitosamente, per giunta con lo spread che ha oggi toccato un minimo di 290 punti, non è dato sapere.

Eppure Napolitano insiste: "Al voto al più presto".
Nè la nota diramata in mattinata dal Quirinale fuga i dubbi sui veri obiettivi di questa scelta: «Come è noto, il Presidente Napolitano ha ripetutamente auspicato che le elezioni si svolgessero alla scadenza naturale entro la prima metà di aprile; altrettanto noti sono i fatti politici che hanno vanificato questa possibilità. Già prima di quei fatti nuovi, la Conferenza dei Capigruppo del Senato aveva calendarizzato la discussione in Aula della legge di stabilità per il 18 dicembre. Avendo il Presidente del Consiglio preannunciato la formalizzazione delle sue irrevocabili dimissioni all'indomani dell'approvazione di questa legge, è interesse del paese evitare un prolungamento di siffatta condizione di incertezza istituzionale».
In una situazione come l'attuale di imprevista bonaccia sui mercati finanziari, quale possa essere il senso di mandare a votare gli Italiani in pieno inverno, probabilmente sotto allerta meteo, non è assolutamente comprensibile.

Che con la scusa dell'incertezza istituzionale, il nostro sovrano assoluto Re Giorgio,  malgrado si trovi in pieno semestre bianco, voglia mettere la sua ipoteca pure sul prossimo esecutivo?
E' vero che l'articolo 88 della Costituzione al 2° comma gli attribuisce tale potere, ma questo è nell'odierno scenario un potere di scioglimento tecnico, cioè di fine legislatura, nulla a che vedere con le altre fattispecie individuate in dottrina:
  1. insanabile contrasto tra Governo e Parlamento;
  2. impossibilità di formare una maggioranza;
  3. autoscioglimento delle camere;
  4. insanabile contrasto tra le due camere;
  5. venir meno della corrispondenza tra eletti e elettori;
  6. inerzia nell'attuazione della Costituzione;
  7. tentativo di sovvertimento legale della Costituzione.
Tra queste, soltanto la prima e la quinta ipotesi possono essere prese ragionevolmente in considerazione, le altre essendo completamente da escludere, del tutto fuori contesto.
Ma la prima va subito accantonata, visto che la strana maggioranza in Parlamento sta tenendo meglio di quanto i media non vogliano far credere, arrivando persino ad approvare quasi tutta d'un fiato una legge fondamentale e di alto profilo politico qual è la legge di stabilità.
  
Più verosimile la quinta ipotesi ma è almeno un anno (dall'atto dell'insediamento del governo Monti, il 16 novembre 2011) che si può asserire con certezza che non ci sia più corrispondenza tra eletti e elettori, specie dopo che il bipolarismo all'italiana è naufragato miseramente, sotto i colpi della speculazione internazionale, nel partito unico targato Monti, con Lega e Idv a fare ormai opposizione di testimonianza. 
 
Ma allora perché Napolitano vuole chiudere Camera e Senato, prima di Natale, forse già venerdì prossimo, il famigerato 21 dicembre 2012?
Qualcosa a che fare con la profezia Maya?
Se la faccenda non fosse tremendamente seria, sarebbe da scherzarci su.
Che qualcuno si voglia prendere la briga di spiegarlo una buona volta agli Italiani? 


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