L’inchiesta Why not, strappata al pm De Magistris e trasmessa al Tribunale dei ministri da parte del procuratore reggente Dolcino Favi, torna a Catanzaro.
Lo ha deciso la procura di Roma che esaminando le carte del procedimento non ha ravvisato ipotesi di reato riferibili al periodo in cui Mastella era già ministro: quindi l’inchiesta non è di competenza del Tribunale dei ministri.
Lo sapevano tutti ma adesso ne deve prendere atto anche il procuratore Favi, così sollecito ad avocare l’inchiesta ed a trasmettere le carte a Roma.
Purtroppo questo non serve a restituire l’incartamento a De Magistris; il quale aspetta ancora la decisione del 17 dicembre del CSM per conoscere l’esito della richiesta di trasferimento d’ufficio avanzata da Mastella.
Ma l’attività istruttoria svolta dalla procura di Roma sulle carte di De Magistris non si ferma qui: infatti il pm di Roma Colaiocco adesso deve accertare se le ipotesi di reato contestate al politico di Ceppaloni si possano riferire al periodo in cui egli era semplice parlamentare dell’UDC.
Intanto è possibile che lo stesso De Magistris possa essere trasferito alla procura di Napoli, dove sono vacanti ben nove posti di sostituto, in virtù di una domanda da lui presentata al CSM nel maggio scorso: il suo accoglimento, comunque, non ha nulla a che vedere con la pendente richiesta di trasferimento d’ufficio.
Luigi De Magistris entro fine settimana dovrà decidere se accettare la nuova sede di Napoli o ripensarci restando a Catanzaro in attesa del pronunciamento del CSM.
Ma anche se il CSM gli desse ragione e rigettasse la richiesta di Mastella, non per questo le carte dell’inchiesta Why not gli verrebbero restituite.
Un bel dilemma per il sostituto procuratore di Catanzaro.
Egli ha recentemente dichiarato di essere intenzionato a continuare a lavorare nella città calabrese; ma che senso avrebbe restare dopo che gli è stata tolta l’indagine principale?
O le lancette dell’inchiesta vengono riportate indietro, a prima dell’azione disciplinare promossa da Mastella e della inopinata avocazione di Dolcino Favi, oppure per De Magistris obiettivamente non ha più senso restare a Catanzaro.
Che fine faranno le carte della sua inchiesta?
Nel silenzio colpevole di buona parte della magistratura associata, ce lo dicano almeno quei politici di ogni schieramento che in questi mesi hanno fatto il diavolo a quattro per ostacolarne il lavoro.
Perché l’avere cancellato dal dibattito politico e dall’agenda di governo la questione morale è stato sicuramente il peggiore errore possibile per la coalizione guidata da Romano Prodi.
Lo ha deciso la procura di Roma che esaminando le carte del procedimento non ha ravvisato ipotesi di reato riferibili al periodo in cui Mastella era già ministro: quindi l’inchiesta non è di competenza del Tribunale dei ministri.
Lo sapevano tutti ma adesso ne deve prendere atto anche il procuratore Favi, così sollecito ad avocare l’inchiesta ed a trasmettere le carte a Roma.
Purtroppo questo non serve a restituire l’incartamento a De Magistris; il quale aspetta ancora la decisione del 17 dicembre del CSM per conoscere l’esito della richiesta di trasferimento d’ufficio avanzata da Mastella.
Ma l’attività istruttoria svolta dalla procura di Roma sulle carte di De Magistris non si ferma qui: infatti il pm di Roma Colaiocco adesso deve accertare se le ipotesi di reato contestate al politico di Ceppaloni si possano riferire al periodo in cui egli era semplice parlamentare dell’UDC.
Intanto è possibile che lo stesso De Magistris possa essere trasferito alla procura di Napoli, dove sono vacanti ben nove posti di sostituto, in virtù di una domanda da lui presentata al CSM nel maggio scorso: il suo accoglimento, comunque, non ha nulla a che vedere con la pendente richiesta di trasferimento d’ufficio.
Luigi De Magistris entro fine settimana dovrà decidere se accettare la nuova sede di Napoli o ripensarci restando a Catanzaro in attesa del pronunciamento del CSM.
Ma anche se il CSM gli desse ragione e rigettasse la richiesta di Mastella, non per questo le carte dell’inchiesta Why not gli verrebbero restituite.
Un bel dilemma per il sostituto procuratore di Catanzaro.
Egli ha recentemente dichiarato di essere intenzionato a continuare a lavorare nella città calabrese; ma che senso avrebbe restare dopo che gli è stata tolta l’indagine principale?
O le lancette dell’inchiesta vengono riportate indietro, a prima dell’azione disciplinare promossa da Mastella e della inopinata avocazione di Dolcino Favi, oppure per De Magistris obiettivamente non ha più senso restare a Catanzaro.
Che fine faranno le carte della sua inchiesta?
Nel silenzio colpevole di buona parte della magistratura associata, ce lo dicano almeno quei politici di ogni schieramento che in questi mesi hanno fatto il diavolo a quattro per ostacolarne il lavoro.
Perché l’avere cancellato dal dibattito politico e dall’agenda di governo la questione morale è stato sicuramente il peggiore errore possibile per la coalizione guidata da Romano Prodi.
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