Con la bravata di Veltroni sull'articolo 18, finalmente qualcosa si muove anche dentro il Pd. Perché quello di Walter Se po' ffà non è semplicemente un caso umano.
Grazie alla grancassa dei media che lo intervistano da anni ad ogni piè sospinto, è diventato purtroppo un caso politico.
Perché se per il fondatore del Pd "Monti fa cose di sinistra", un qualche problema di linea politica dovrà pur esistere in questo surreale partito.
Perché se per il fondatore del Pd "Monti fa cose di sinistra", un qualche problema di linea politica dovrà pur esistere in questo surreale partito.
Questa volta, per fortuna, il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, gli risponde a tono: “Caro Walter se il programma del governo Monti è l’orizzonte di una forza progressista come il Pd, allora delle due l’una: o il Pdl, che insieme a noi sostiene il governo Monti, è diventato un partito progressista, oppure la tua valutazione è sbagliata”.
E per ricondurre il vaniloquio veltroniano alla giusta categoria di falso, prosegue:
“Se fosse giusta dovremmo essere conseguenti. Alle prossime elezioni il Pd dovrebbe presentarsi insieme al Pdl, oltre che al Terzo Polo: una sorta di partito unico del pensiero unico. La fine della politica, non solo della democrazia”.
Frase che suonerebbe come epitaffio della carriera politica dell'ex sindaco di Roma, se non fosse che il vicesegretario Enrico Letta, quello del famoso pizzino a Mario Monti in cui gli scriveva di essere riservatamente a sua disposizione, gli dà man forte dicendo che “non dobbiamo cedere Monti alla destra”.
Ma accanto al caso personale dell'ex sindaco di Roma, non si capisce il motivo per cui giornali e televisioni lo continuino ad intervistare quasi fosse un oracolo, nonostante gareggi con l'amico-nemico Massimo D'Alema per il poco invidiabile titolo di uomo politico più perdente della storia repubblicana.
Come mai uno che ha preso cantonate a ripetizione, inanellando una sconfitta dietro l'altra nelle fila del Partito democratico, sia oggetto di tale attenzione e riguardo da parte dei principali media che fingono di pendere dalle sue labbra, è questione che ha molto a che vedere con la disastrosa situazione della libertà di stampa in Italia, precipitata al 61° posto nell'apposita classifica.
Con il risultato sconfortante che il Partito democratico prima che dagli altri partiti, deve prendere le distanze da se stesso, cioè da alcuni dei suoi massimi dirigenti, personaggi in libera uscita proprio come Veltroni.
E così, mentre mezzo partito intona a mezza voce "Lusi in the Sky with Diamonds", l'altra metà fa gli scongiuri affinché il presidente Obama si decida a chiamare nel suo staff elettorale uno dei suoi fans, l'impareggiabile Walter, l'americano de Roma.
E così, mentre mezzo partito intona a mezza voce "Lusi in the Sky with Diamonds", l'altra metà fa gli scongiuri affinché il presidente Obama si decida a chiamare nel suo staff elettorale uno dei suoi fans, l'impareggiabile Walter, l'americano de Roma.
1 commento:
Su Veltroni non c'è più granché da dire...
simonblacks
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