Mentre cresce, insieme allo spread, l'attesa per l'incontro-scontro di domani tra Italia e Germania che si gioca, per uno strano scherzo del destino, contemporaneamente sia a Varsavia, dove è in programma la partita di calcio tra le due nazionali, che a Bruxelles dove si svolge il Consiglio europeo, le cronache parlamentari preannunciano l'approvazione entro stasera della riforma del mercato del lavoro griffata EF (Elsa Fornero).
Intanto è già archiviata la bocciatura dell'emendamento presentato dal deputato Pdl Guido Crosetto che intendeva fissare un tetto limite di 6'000 euro netti mensili per le pensioni calcolate con il metodo retributivo (10'000 euro in caso di cumulo).
Una cifra più che generosa a cui generali, docenti universitari, dirigenti pubblici e gli stessi tecnici del governo Monti sembra non abbiano intenzione di adeguarsi tanto facilmente; tant'è che il governo ha espresso parere contrario rinviando tutto alle calende greche, ad un fumoso e futuribile decreto sviluppo.
Così Crosetto si è sentito rispondere dai banchi del governo: smuoviamo un campo troppo vasto. Rinviamo e il Governo si impegna a sostenerlo...
E' così passata la paura a gente come Fornero, lo stesso Monti, Catricalà, Cancellieri, che già adesso percepiscono vitalizi vicini e in molti casi superiori al fatidico tetto.
Come racconta Salvatore Cannavò su il Fatto Quotidiano, l'ammiraglio Gabriele Di Paola, attuale ministro della Difesa, percepisce 22'000 euro al mese, la ministra Cancellieri 7'000, Monti come docente universitario, poverino!, ne percepisce solo 5'400 anche se così vedrebbe avvicinarsi questa spada di Damocle.
Invece, tirano un vero e proprio sospiro di sollievo Giuliano Amato dall'alto dei suoi 21'000 euro netti, Lamberto Dini con 22'000 euro ed anche lo stesso Mario Draghi che si accontenta di poco più di 8'500 euro netti al mese.
Insomma 6'000 euro netti al mese fanno qualcosa come 110.000 euro di reddito lordo annuo, ma un ministro come Elsa Fornero già ora percepisce un vitalizio attorno ai 230.000 euro, il sottosegretario Catricalà, quello della proposta malandrina sulla composizione del Csm a maggioranza partitica, dichiarava nel 2010 un reddito lordo di 740'000 euro, il Ragioniere generale dello Stato emolumenti complessivi per 520.000 euro nel 2011.
Ma lor signori possono dormire sonni tranquilli: seppure in un domani assai lontano l'emendamento dovesse passare, di sicuro non avrebbe effetto retroattivo, come invece, guarda un po', è capitato sia ai pensionati che agli esodati della Fornero, quelli che da un momento all'altro si sono ritrovati in mezzo alla strada, ovvero senza stipendio e senza pensione.
E mentre nel tritacarne della spending review azionata dal tandem Pietro Giarda ed Enrico Bondi, precipitano persino i buoni pasto degli statali e forse addirittura le loro tredicesime, i diritti acquisiti degli alti dirigenti e dei tecnici non sono neppure in discussione.
Curioso paradosso: quando si tratta di tagliare sui costi della politica, sugli stipendi e le pensioni d'oro, i tecnici ti spiegano che non ne vale la pena perché sono in ballo risparmi minimi.
Ugualmente quando qualcuno si azzarda a proporre un'imposta che colpisca i grandi patrimoni: i tecnici, sempre loro, ti ammaestrano che il gettito fiscale sarebbe trascurabile.
Ma al tempo stesso, prendere di mira le mostruose pensioni della Casta per ricondurle ad una dimensione più umana, significa smuovere un campo troppo vasto.
Questi professoroni ne sanno proprio una più del diavolo! Quando le cifre li smentiscono, fingono di ignorarle.
Così gli esodati non diventeranno mai un campo troppo vasto.
L'Inps comunica che sono 390'000, Fornero ribatte che sono solo 65'000, gli altri si arrangino: che mangino brioches! Perché "il diritto al lavoro va guadagnato..."
Ma in fondo per i media queste sono sottigliezze.
Per loro, l'unica cosa che conta in queste ore è il cucchiaio di Andrea Pirlo: se poi domani sera vinciamo a pallone contro la Germania, magari proprio grazie ad un'altra sua prodezza, possiamo pure infischiarcene delle conclusioni del vertice europeo con Angela Merkel.
Niente Eurobond? Poco male: che ci licenzino tutti (l'importante è che non vengano toccati stipendi, pensioni d'oro ma neppure le ferie della Casta, come ha rivendicato l'onorevole Cicchitto)!
Insomma, con l'alto patrocinio di Giorgio Napolitano, sembra che agli Italiani a questo punto interessi solo la vittoria di Pirlo.