Adesso che il ponte Morandi è venuto giù portandosi dietro la vita di decine di vittime innocenti, alle famiglie delle quali va tutta la nostra vicinanza, è partito un vergognoso scaricabarile da parte del mainstream che tende a
minimizzare le responsabilità politiche per quanto accaduto sostenendo che, eventualmente,
la responsabilità della cattiva manutenzione ricade sulla società
Austrade per l'Italia del gruppo Benetton.
Ma costoro hanno volutamente la memoria corta: perché la società
Autostrade era di proprietà statale, dell'Iri, ed è stata prima quotata
in Borsa nel 1987 per poi essere privatizzata nel 1999 dal governo
D'Alema, con il regalo dell'allungamento della durata delle concessioni
autostradali da 30 a 50 anni (governo Berlusconi).
Risultato: scarsa manutenzione e utili spropositati per il gruppo (ora
con gli spagnoli di Abertis si chiama Atlantia). In 6 anni la famiglia
Benetton ha quadruplicato l'investimento iniziale.
La responsabilità di quanto accaduto ieri è di un'intera classe
politica, di centrodestra e di centrosinistra, che hanno cavalcato a
partire dagli anni '80-'90 il mito delle privatizzazioni selvagge,
sostenendo che per salvaguardare gli equilibri di bilancio pubblico
imposti dall'UE (parametri di Maastricht), si dovesse fare cassa.
Così è avvenuta, con il plauso generale di PD e FI, la più colossale
svendita ai privati dei principali servizi e delle infrastrutture
pubbliche italiane, che il Paese aveva messo su con decenni di sudore e
sacrifici, a partire dal secondo dopoguerra.
Chi non ricorda i famigerati "capitani coraggiosi" partiti all'assalto
della Telecom?
Ancora oggi costoro, nonostante la clamorosa sconfitta del 4 marzo,
insistono nel perorare una dissennata politica delle privatizzazioni,
facendo credere che la gestione privatistica sia più efficiente e
migliore qualitativamente per il Paese.
Il degrado attuale dei servizi telefonici, elettrici, ferroviari,
autostradali, di tutte le infrastrutture che fanno quotidianamente il
Paese reale, sta a lì a smentirli, in modo clamoroso e definitivo.
Pagheranno mai costoro per il tradimento ordito ai danni dei cittadini e
che ha trovato ieri solo l'ennesima, tragica, manifestazione?
Ieri si è consumato, nell'incredulità sgomenta di un'opinione pubblica
disinformata (richiamando le parole del videoblogger Claudio Messora), l'11 settembre
del 'sogno europeo'.